Once Human è approdato recentemente su Steam, riscuotendo un successo quasi inaspettato in termini di giocatori online. Questo nuovo survival di NetEase aveva inizialmente dato l’idea di essere quasi un porting di un gioco mobile su PC, ma ai fatti si tratta di un titolo free to play assolutamente godibile: è un prodotto perfetto? assolutamente no, non porta nulla di nuovo o innovativo nel panorama, ma fornisce ai giocatori un’esperienza sicuramente coinvolgente. Andiamo dunque a scoprire meglio tutte le carte di Once Human in questa nostra recensione.
Crafta che ti passa
Come in ogni survival game che si rispetti, il crafting è il perno portante dell’ecosistema di gioco e in questo Once Human è tutt’altro che carente. Sin dall’inizio del gioco veniamo introdotti a questa dinamica fondamentale e soprattutto costante del gioco, accessibile grazie all’immenso numero di risorse disponibili nel mondo di gioco: non solo piante e rocce, ma un’infinità di elementi che, lootati e smontati, sono in grado di fornire componenti fondamentali in gioco.
Il lato divertente ed immersivo del crafting di Once Human è uno dei fattori vincenti, questo mix and match quasi alla The Sims, che permette ai giocatori di costruire vere e proprie magioni piene di oggetti realmente interattivi è stimolante e spinge a voler scoprire nuovi elementi e costruire strutture sempre diverse e, in certi casi, impressionanti: sparse per il mondo di gioco è infatti possibile notare le costruzioni degli altri giocatori ed apprezzarne l’impegno e il lavoro profuso. Insomma, Once Human fornisce una sezione di crafting immensa, attraverso la quale è possibile costruire e migliorare la nostra abitazione, cucinare le risorse naturali o farle essiccare per non farle andare a male, creare armi, equipaggiamenti, proiettili, sistemi di difesa per la propria casa.
Insomma, le frontiere del crafting sono quasi infinite in Once Human e spesso correlate tra di loro: ad esempio, per essiccare la carne non basta la semplice cacciagione, ma servirà del sale che può essere estratto dall’acqua di mare. Mangiando però la carne essiccata ci verrà sete e dovremo mettere a bollire l’acqua sporca se non vogliamo incorrere in spiacevoli conseguenze intestinali. Tutto sta nelle mani e nelle priorità del giocatore: che sia costruirsi una magione o una base militare piena di sistemi di difesa letali, il gioco ci fornisce massima libertà.
Menomale che esistono le Deviations
Pescando un po’ nel mondo di Palworld, NetEase ha pensato di inserire in Once Human le Deviations: dei compagni di gioco ottenibili sia attraverso missioni secondarie dedicate che farmando dungeon; come prevedibile, ognuno di questi compagni ha una peculiarità unica che sia essa dedicata al farming o al combattimento. Ottenendo le Deviation potremo dunque conservarle in teche speciali, alle quali vanno aggiunte di contorno alcuni dettagli come ad esempio diversi tipi di luci, della musica o dei fiori, per mantenere sempre in forma i nostri compagni e consentirgli di recuperare energia più velocemente.
Le Deviations casalinghe sono elementi indispensabili per riuscire nel crafting: abbiamo creature atte alla raccolta di materie prime, altre che velocizzano la produzione di componenti o di piatti prelibati in cucina, fino alla Paperdoll che ramazzando casa può trovare oggetti da smontare per ricavarne elementi di crafting.
Le Deviations da combattimento sono invece preziosi compagni che possono intervenire in aiuto durante le fasi di combattimCento con abilità sia offensive che difensive e che possono risultare fondamentali nei dungeon e contro i boss più ostici.
Non solo crafting, ma tanto shooting
Once Human è a tutti gli effetti un survival game, il che prevede una componente di shooting da non sottovalutare. Una volta craftate le armi disponibili attraverso i progetti che si possono trovare nel mondo di gioco potremo prendere la nostra moto o auto e macinare missioni e scoperte dei diversi centri urbani una volta abitati ora invasi da orde di zombi, mostri e fazioni umane diversi tra loro e caratterizzati da un design interessante e davvero ben pensato.
Purtroppo l’IA dei sopracitati zombie e mostri non brilla affatto per intelligenza, non che ce ne aspettassimo granché dagli zombie, ma i nemici umani o mostruosi sono alla fine decisamente semplici da abbattere, poiché mostrano dei pattern piuttosto banali e facilmente contrastabili. Considerata questa sbavatura, i dungeon risultano quindi facili da affrontare anche in solitaria, il che va a frenare un po’ il comparto co-op del gioco. NetEase ha inoltre creato sia server PvP che PvE, in modo da accontentare ogni tipologia di giocatore.
Comparto tecnico
Once Human stupisce in termini tecnici, soprattutto se pensiamo che si tratta di un Free to Play non Pay To Win. Il mondo di gioco è infatti stato minuziosamente studiato dagli sviluppatori, che sono riusciti a creare un’ambientazione piena, viva (e morta) e diversificata. Il comparto tecnico regge benissimo, non siamo infatti incappati in bug o problematiche di sorta, così come non abbiamo riscontrato stuttering. Abbiamo giocato a Once Human con i settaggi in Ultra, montando una GPU Nvidia GeForce RTX 4090 e una CPU Intel i9 14900KS, e sarebbe stato effettivamente stupefacente se il gioco non fosse andato liscio.
Il grande problema di Once Human lo abbiamo riscontrato nel menù di gioco: è immenso e pieno di sottomenù nei quali è facile perdersi. Ci sono almeno 3 eventi attivi al momento, oltre al Battle Pass e agli archievement e spesso trovare lo store dedicato all’evento in questione o le missioni dell’evento richiede troppi passaggi. Insomma è facile perdersi e dimenticarsi dove fosse il sottomenù cercato, al punto che alle volte diventa davvero frustrante.
Menzione necessaria: la creazione del personaggio profonda e dettagliata e un design dei nemici mostruosamente intrigante, in grado di trasmettere la sensazione di vivere in una distopia post-apocalittica tecnologica incredibile.
In conclusione
Once Human non porta chissà quali novità nel settore e può anche non piacere, ma in termini di coinvolgimento e stratificazione del gameplay centra l’obiettivo. La trama è un filrouge quasi inesistente, atto a giustificare ovviamente tutta la struttura di gioco a contorno, che si mostra già ricca e consistente di suo. Tutta l’area del crafting riesce a creare dipendenza: sbloccare nuove strutture, decorazioni, utilities risulta davvero appagante e una sessione di un’ora riesce a trasformarsi in 5 ore di farming intensivo. In termini tecnici il gioco funziona egregiamente ed è seguito attivamente dagli sviluppatori che continuano a sfornare patch, preoccupa invece un po’ il fatto che il gioco va necessariamente avviato come amministratore, fattore che non riteniamo affatto necessario e che garantisce troppe libertà al software stesso.
La recensione in breve
Once Human è un survival dal gameplay davvero stratificato, con un comparto legato al crafting davvero imponente e coinvolgente. Questo titolo di NetEase prende spunto a diversi titoli simili, fornendo un'esperienza coinvolgente, seppur non proponendo nulla di innovativo.
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Voto Game-Experience