Facebook, la rete sociale realizzata nel 2004 da Mark Zuckerberg, stando alle informazioni in un rapporto di “The Information” sembra che la società sta attualmente impiegando quasi 10.000 persone per lavorare sui dispositivi di realtà aumentata e virtuale.
Ormai è chiaro che Facebook è seriamente intenzionata nel continuare a investire sulla realtà virtuale e aumentata, secondo il pensiero dell’azienda queste tecnologie immersive sono il futuro dell’informatica. Secondo le informazioni ottenute da Statista, la società di Menlo Park ha raddoppiato le dimensioni del personale a partire dal 2017, raggiungendo circa 58.000 dipendenti nel 2020.
Ebbene, bisogna precisare che il rapporto non entra nello specifico, quindi il numero dei 10.000 dipendenti si dedicherà probabilmente a una vasta gamma di dispositivi e servizi al di fuori anche di Oculus Quest, come per esempio Project Aria AR e gli smartglass Ray-Ban costruiti in collaborazione con Luxottica.
Team dedicati alla ricerca, sviluppo, produzione, comunicazione, pubbliche relazioni, tutti gli ornamenti richiesti a un’azienda delle dimensioni di Facebook potrebbero essere in gioco nel conteggio dei 10.000. Ciò includerebbe anche progetti come Portal, il suo sviluppo in AI e persino la collaborazione con case di sviluppo per la realtà virtuale quali Sanzaru Games, Beat Games e Ready at Dawn.
Supponendo che sia vero, niente di tutto questo è realmente una sorpresa. Facebook è stato molto avanti con le sue intenzioni nel marchiare quel determinato mercato da quando ha acquisito Oculus nel 2014 per 2 miliardi di dollari. La compagnia in seguito alla successiva incorporazione del suo marchio VR Oculus, ha aperto Facebook Reality Labs.
Ricordiamo che Facebook è la rete sociale più utilizzata al mondo, con oltre due miliardi di utenti. Fondato nel 2004 dalla mente di Mark Zuckerberg con il nome di Facemash, ha impiegato pochi anni per diffondersi nelle case dei giovani. La nascita di questa piattaforma racchiude, però, un aneddoto davvero particolare. In una notte di ottobre nel lontano 2003, uno studente di Harvard, tale Mark Zuckerberg, scampato da un appuntamento non andato a buon fine, si siede davanti al PC e guardando l’annuario universitario sopraggiunge un’idea, ovvero creare un sito dove caricare tutte le foto degli studenti del college. Nel giro di pochissimo tempo Zuckerberg riesce ad hackerare i database dei studenti di Harvard e a estrarre i nomi e le fotografie con cui creare una sorta di sondaggio di votazione (scegliere la preferita tra due foto casuali) per chi accedesse alla piattaforma. Queste sono le origini.