October Night Games è un gioco da tavolo in formato digitale per 1-6 giocatori, un titolo appartenente alla nicchia davvero particolare di cui fa parte anche il famoso Cultist Simulator, in cui ci troveremo a fare i bravi discepoli delle antiche divinità o delle “altre divinità” a cui la fine del mondo non va proprio a genio. Curiosi di capire come funziona? Leggete la nostra recensione!
Voglia di apocalisse
In October Night Games tutto ruota attorno alla battaglia tra due culti per decidere il destino del mondo nelle ultime, fredde notti d’ottobre, prima che scocchi l’ora della fatidica notte di Halloween. Una parte di maghi e cultisti sta tentando di evocare i tanto conosciuti (e amati dal pubblico) Grandi Antichi, molto più reali e molto meno appartenenti alla fulgida immaginazione di H. P. Lovecraft, mentre il secondo gruppo (altrettanto folle e delirante, ma tant’è che tra cultisti ci si trova) sta cercando di fermarli per evitare una radicalizzazione del mondo a tema Cthulhu. Ci troveremo quindi in un piccolo villaggio, a determinare le sorti del mondo scegliendo quale personaggio vogliamo giocare. Ogni nostro possibile cultista appartiene ad una squadra ed è intento a invocare indicibili orrori per avantaggiare una parte o l’altra: il punto è che non conosceremo – non del tutto – i nostri alleati, i quali potrebbero anche rivelarsi dei doppiogiochisti durante lo scontro finale. Aiutati da un piccolo famiglio mistico (un gatto, un serpente, etc), il nostro compito sarà quindi quello di costruire da soli il rituale per l’evocazione, possibilmente senza interferenze.
Più intricato che intrigante
Come già detto, durante le prime fasi di October Night Games si deve scegliere uno tra sette personaggi a nostra disposizione, uno più strampalato dell’altro, tra cui un vampiro aristocratico, una strega borghese od un monaco completamente impazzito. Oltre a quello, ci verrà data la possibilità di scegliere uno tra sei famigli da mescolare e abbinare. Ogni coppia personaggio-famiglio riceve alcuni oggetti, un’abilità speciale ed una quantità di salute, sanità mentale e posizione sociale da cercare di mantenere nel tempo. I giocatori devono anche scegliere da che parte stare: quella dei Changer, che vogliono realizzare un rituale ai Grandi Antichi durante Halloween, o dei Keepers, che vogliono “proteggere” il mondo – ovvero continuare a svolgere le loro abituali faccende su un pianeta non sfigurato dagli dei del caos.
Il gioco si suddivide in turni, e durante ogni turno potrete visitare la città ed il negozio che a breve vi verrà aperto o tre aree, tra cui il cimitero, per cercare e ottenere gli ingredienti utili a creare i materiali giusti per la vostra invocazione. Questi ingredienti sono necessari per i rituali, che forniscono bonus e possono essere usati per l’alchimia, in modo da ottenere i materiali mancanti. Nel frattempo bisogna tenere d’occhio le statistiche, dal momento che ogni “raccolto” può dar vita a eventi casuali che andranno dalla semplice perdità di sanità mentale al combattere contro polizia, demoni ed altro: nel caso una delle tre scendesse a zero, il personaggio sarà fuori dai giochi e non potrà influenzare l’esito della partita.
I combattimenti di October Night Games si basano sui dadi e sulla gestione dei rilanci. Oggetti e abilità a disposizione del personaggio possono aiutarlo a superare alcuni nemici o a mitigare i danni che questi ultimi infliggono, ma alle lunghe il nostro omino non sarà in grado di resistere. E’ quindi necessario imparare rapidamente a raccogliere solo il necessario, specialmente quando vengono a mancare elementi o modi per mitigare una potenziale diminuzione delle statistiche di base.
Fondamentale per la risoluzione della partita è completare il maggior numero possibile di rituali, che ci forniranno bonus e nuovi poteri mentre si cerca di capire chi sono gli amici e chi sono i nemici. Una volta arrivati al giorno di Halloween, avrà luogo lo scontro finale gestito a dadi, che determinerà finalmente il destino del mondo.
Il più grande problema di October Night Games è che richiede di scoprire le sue meccaniche tramite un costante trial and error, che specialmente durante la prima partita può risultare un po’ frustrante. L’alchimia non viene mai ben definita nè spiegata, non è chiaro come un sacrificio possa migliorare il rituale e altri personaggi che incontreremo ci diranno poco o nulla riguardo a come stanno facendo. Inoltre ci sono alcune meccaniche che aggiungono solo confusione: le pozioni ad esempio, che si attivano a simboli e che quindi possono inavvertitamente essere “prese” nel momento sbagliato, cosa che potrebbe far perdere turni preziosi ad un giocatore che si è minuziosamente studiato ogni mossa. Lo stesso avviene parlando dei combattimenti, i quali sono gestiti tramite una serie di dadi le cui regole non sono affatto spiegate: è necessario passare del tempo ad osservare ottentamente le sconfitte ed il come sono state ottenute per capire come funzionano. Anche se la mancanza di dettagli, o perlomeno qualche tutorial estensivo o pop-up che spieghino meglio come funziona quello che ci troviamo davanti è grave – e se inserita avrebbe di sicuro contribuito a rendere il titolo più piacevole e fruibile da giocatori non appassionati a questo genere – , tutto questo passa in secondo piano davanti ad una missione principale estremamente poco chiara e coinvolgente. Il vero, grandissimo problema di October Night Games è che manca di partecipazione nell’esecuzione dei turni: durante il vostro difatti vedrete chiaramente qualsiasi vostra azione svolgersi sullo schermo, a differenza degli altri (altri giocatori o IA, non fa differenza) di cui vedrete solo i risultati delle azioni, senza mostrare nulla delle scelte o degli eventi dietro a tale azione. Ovviamente la questione potrebbe essere legata all’aura di mistero di cui ogni buon gioco sui cultisti si vorrebbe impregnare, ma nella realtà dei fatti porta solo noia nella partita e ne altera il ritmo. E’ difficile avere un’idea dell’andamento, e diventa persino difficile capire come interagire con i propri alleati – se scoperti – se non mandandogli regali o minacce per instillare in loro la voglia di aumentare i propri sforzi.
A tutto questo si aggiunge il minore dei problemi, ovvero la difficoltà (ma anche impossibilità, a volte) di trovare altri giocatori online per le partite in multiplayer. L’esperienza non esce cambiata dal trovarsi a giocare contro avversari controllati dall’IA del computer, spesso piuttosto furbetta, ma trovarsi a giocare contro “veri” umani con un canale Discord aperto per commentare ogni azione avrebbe migliorato di molto l’esperienza.
Curato, ma tecnicamente debole
In October Night Games il punto forte della produzione, dal punto di vista grafico, è sicuramente la qualità e l’aspetto retrò che mescola diversi stili bizzarri senza eccedere nel macabro. Nonostante tutto il gioco sia legato ai ben noti orrori di Lovecraft, esteticamente si è voluto lasciare maggior spazio ad uno stile elegante e molto “vittoriano” che rimanda più ai personaggi che ai mostri del noto scrittore. Un discreto cambio di rotta del genere che, disseminato di qualche piccola nota umoristica, si mescola bene alle particolarità di questo titolo decisamente non ortodosso. Sulla stessa linea di pensiero rimangono le musiche, spettrali ma dal tono un po’ stravagante (alcune dall’atmosfera molto circense) che sfortunatamente risultano ripetitive nel breve tempo di una qualche partita. Per quanto l’atmosfera sia complessivamente ben riuscita, la longevità risente delle incertezze del titolo, che riesce a tenere incollato il giocatore giusto un paio d’ore. La localizzazione di October Night Games al momento è disponibile solo in inglese scritto (il titolo è privo di doppiaggio), ma fortunatamente il linguaggio usato risulta fruibile anche da un videogiocatore alle prime armi.
Versione testata: PC
Piattaforme: PC, Xbox 360, PS4
La recensione in breve
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Voto Game-Experience