E’ difficile trovare un videogioco la cui storia ruoti completamente attorno al tema della morte, ed è ancora più difficile che questi titoli siano narrativi e lascino che il giocatore, pur con un certo grado di controllo, ne prenda direttamente parte. Eppure Necrobarista, un genuino e commovente titolo narrativo di Route 59, ci permette di venire a patti con questo delicato ambito che segue al declino della vecchiaia senza tirarsi indietro. Per chi volesse provarlo con mano dopo aver letto la recensione, l’appuntamento è stabilito per il 22 luglio su PC, e per il 2021 per le versioni PS4 e Switch.
Caffè e alchimia al Capolinea
Considerata la sua natura visuale da manga e l’impostazione prettamente narrativa, l’opera potrebbe sembrare non particolarmente originale o promettente. La storia comincia in Australia, in quel di Melbourne (sede peraltro di Route 59, la software house del gioco), in un cafè chiamato Il Capolinea (in inglese, Terminal), un posto che esiste solo tra i piani d’esistenza – facendo tecnicamente parte del mondo dei vivi, ma esistendo come potenziale fermata nel piano dei morti – e che permette ad esseri viventi o deceduti di oltrepassarne le porte. Per i vivi è il classico baretto, ma per i morti la storia è diversa: sono ammessi solo per 24 ore prima che lo staff del locale li incoraggi a raggiungere altri lidi, che siano il paradiso, l’inferno o qualsiasi cosa ci sia nell’oltremondo. I morti che si rifiutano di lasciare il Capolinea o che si prendono una pausa più lunga del previsto sbilanciano l’equilibrio dell’intero universo, costringendo i gestori a riportare l’ordine. All’inizio di Necrobarista, il cafè ha cambiato gestione di recente passando dal necromante Chay alla sua protetta Maddy, assieme a qualche centinaia d’anni di debito da ripagare per ristabilire l’equilibrio tra i piani. Questo incipit è solo l’inizio di un viaggio tra personaggi ben strutturati, situazioni al limite del comico, rituali, formule magiche e momenti di riflessioni profonda sul significato della vita e della sua controparte.
Una visual novel molto particolare
In una visual novel risulta sempre difficile parlare di un vero e proprio gameplay strutturato, essendo l’intera esperienza basata sulla lettura di dialoghi e sulla visione di scene d’intermezzo, magari spezzata da qualche scelta multipla da effettuare. Necrobarista non varia di molto dai suoi simili in questo: il giocatore è un semplice osservatore e non abbiamo la possibilità di effettuare scelte multiple o di giocare il personaggio alla nostra maniera. Chiarito questo, va detto che però Necrobarista toglie qualcosa per aggiungere altro da fare, offrendoci maggiori interazioni col luogo e la possibilità di controllare il nostro protagonista, Kishan, potendo fargli esplorare gli interni del locale per curiosare ovunque e rivelare certi segreti celati che un cliente non dovrebbe scoprire.
Questi segreti sono memorie “sbloccabili”, dei ricordi (storie perlopiù testuali), storie e anneddoti sui protagonisti passati e presenti nel locale, che possono essere acquisiti trovando degli oggetti nel Capolinea, non dotati di auree o bagliori particolari ma che vanno individuati in visuale in prima persona seguendo un suono. Trovandoli, questi oggetti ci permetteranno di inserire in una schermata dei simboli con cui attivarli. Questi simboli vanno ottenuti tramite le conversazioni con gli avventori ed i gestori del cafè: durante i dialoghi appariranno alcune parole scritte in giallo da selezionare con un click (il gioco non supporta i pad) per trarne una piccola spiegazione. Queste parole vanno memorizzate con cura, perchè alla fine di ogni capitolo le troveremo in una schermata, in mezzo a molti altri termini casuali. Potremo selezionare sette parole che se scelte correttamente, muteranno nei simboli che ci permetteranno di scoprire di più sul Capolinea, sulla sua magia e anche sul suo caffè. Sfortunatamente i termini pescati casualmente per la nostra “mano” dal mazzo possono essere gli stessi o anche sinonimi, parole collegate al contesto che non sempre si adattano ai nostri bisogni. Nonostante questo, il giochino è di semplice attuazione e spezza il ritmo tra i dialoghi, portando una ventata d’aria fresca nel genere delle visual novel.
La morte (con stile)
Graficamente parlando, Necrobarista risulta un piacere degli occhi, variando dal comparto 2D tipico del genere per adottare un adorabile stile 3D cell shading che ricorda molti anime recenti dello Studio Orange e alcuni titoli come Persona 5 e Catherine. Le scene sono animate in base alle linee di dialogo e riescono bene nel mantenere dinamici i personaggi, mentre il resto dell’ambiente si muove grazie a mille particolari e luci, dando al Capolinea quel senso di ambiente frequentato e “vivo” che sbuca dallo schermo.
I filmati (non doppiati per permettere ad un’ampio numero di lingue di avere un proprio adattamento) utilizzano lo stesso motore grafico del gioco, e godono di una regia ottima che gli amanti del cinema ameranno. Sotto questo punto di vista si può dire che Necrobarista riesca ottimamente ad attirare l’attenzione con una storia narrata sapientemente, che introduce diverse trame dando tempo al giocatore di metabolizzare il tutto senza spaventarlo o spiazzarlo. Inoltre qua e là potremo trovare tantissimi riferimenti alla cultura pop, con omaggi a film e anime famosi ormai entrati nell’immaginario comune.
E per quanto riguarda la musica? Kevin Penkin, compositore britannico nominato ai BAFTA e già conosciuto per le musiche di Florence, Norn9 e per gli anime Made in Abyss e Tower of God, ci mette davanti a melodie che viaggiano spesso tra il jazz e la synthwave, perfettamente sfruttate da Necrobarista al momento giusto. Ogni canzone partecipa in maniera magistrare a definire l’emozione del momento o il “mood” della situazione, e le composizioni diventeranno in breve così orecchiabili da spingervi a cercare la ost, anche dopo la fine del gioco, per continuare a sentirle in macchina, in palestra od ovunque vi troviate.
Chi avesse delle incertezze riguardo alla completa mancanza di doppiaggio di Necrobarista, invece, si dovrà ricredere ben presto: la mancanza di voice acting funziona perfettamente in un gioco di questo tipo, dove i dialoghi avanzano con un click e sarebbero apparsi di sicuro frammentati a causa degli intervalli. Inoltre questa scelta permette al videogioco di supportare una moltitudine di linguaggi in più rispetto ai suoi simili, e quindi di raggiungere una platea decisamente più vasta: quelli presenti fin’ora sono inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, cinese, giapponese, coreano, russo, turco, arabo, brasiliano, portoghese e olandese.
Versione provata: PC
Versioni disponibili: PC, Apple Arcade, PlayStation 4 (TBA), Nintendo Switch (TBA)
La recensione in breve
Necrobarista tratta temi di perdita, esistenzialismo, del tentativo di passare oltre a grandi perdite e di responsabilità che sapranno toccare nel profondo i giocatori amanti delle visual novel, specialmente se adulti. E' un prodotto lineare, ma piacevolissimo da giocare, che consiglio caldamente a chiunque voglia venir coinvolto da una storia avvincente degna di grandi titoli anime. Ricordatevi però di affrontarlo con il giusto spirito: chi cerca puzzle o qualcosa di più di un'ottima narrazione potrebbe rimanerne deluso.
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Voto Game-Experience