Nei titoli dedicati a basket, il brand NBA 2K ha sempre assunto il ruolo di dominatore. Uno status raggiunto non solo con le licenze e diritti dei grandi team, ma anche per la presenza annua e costante. Settembre puntale arriva sugli scaffali un nuovo NBA 2K, ma se da una parte per i fan del gioco significa non abbandonare mai virtualmente il lucido parquet del campo da basket dall’altro sono ben consapevoli che, per le ovvie tempistiche stratte, tra le mani avremo un gioco che di nuovo ha ben poco. Migliorie e le novità sono sempre state aggiunte ( con risultati decisamente altalenanti e non esenti da critiche), ma rimane la sensazione di giocare ad un titolo già ampiamente visto.
Con il neo arrivato NBA 2K22 le aspettative sono alte, anche a ” causa” delle tante promesse fatte nel corso dell’anno. I ragazzi di Visual Concepts saranno riusciti nell’intento? Qui di seguito la nostra recensione.
Più sudore
Prima di addentrarci nelle vari modalità presenti nel gioco è bene approfondire la prima miglioria evidente di NBA 2K22: più realismo sul campo. I ragazzi di Visual Concepts hanno apportato alcune importanti modifiche all’azione in campo che lo rendono un gioco più coinvolgente, in particolare il modo in cui viene gestita la resistenza durante l’azione. In 2K21, era facile (troppo facile) correre verso l’avversario, effettuare un Curry Slide e terminare l’azione con un tiro da tre. In NBA 2K22, potremo ancora adottare questa tattica, ma il tutto sarà più complicato e controproducente visto che la perdita di resistenza che subiremo dallo sprint e dai dribbling sarà resa molto più significativa per bilanciare la sua efficacia. Man mano che il nostro alter ego virtuale si stancherà, il suo misuratore di tiro si ridurrà, rendendo più difficile andare a segno, ciò porta a un gioco e un’azione che inizialmente sembra più lenta rispetto a 2K21, ma se adotteremo più controllo e strategia , in realtà sarà più facile tirare a canestro.
Star del Basket
Maggior realismo nell’azione è riscontrabile nelle varie modalità presenti in NBA 2K22. In un menù esteticamente migliorato ritroviamo vecchie conoscenze ovvero MyTeam, Partita veloce, La mia LEGA che non hanno avuto grandi cambiamenti e la modalità ” La mia carriera” l’unica con vere significative aggiunte e migliorie. Adiamo, però, con ordine.
Nella modalità MyTeam, come nei precedenti titoli, potremo creare la squadra dei nostri sogni e competere sia online che partite in single player. Il sistema alla base rimane lo stesso: pacchetti di giocatori, contratti, compravendita delle carte ecc. Inoltre completando una delle tantissime sfide che il gioco proporrà quotidianamente , sarà possibile acquisire e ottenere nuovi elementi per la squadra e power-up essenziali al potenziamento dei giocatori. Per i fan del brand MyTeam non aggiunge nulla di nuovo rispetto ai capitoli precedenti, risulta nel complesso un’ottima modalità e le microtransazioni fortunatamente influiscono poco sul gioco e sulle sfide; certo ci saremo aspettati aspettati un maggior numero di novità. Sulle modalità ” Partita veloce” e ” La mia Lega” c’è poco da aggiungere, come nei capitoli potremo affrontare un match in pochi secondi sia contro la CPU sia contro un amico o un avversario online, o dominare il gioco femminile in The WNBA.
Di tutte le opzioni possibili, la più interessante di NBA 2K22 è sicuramente ” La mia carriera”, nella quale interpreteremo un giocatore alle prime armi che ha guadagnato la sua popolarità mettendo in mostra le sue abilità attraverso i social media. Inizieremo dalla squadra del college per salire man mano con lo scopo di entrare nella Hall of Fame. Tutto il percorso è stato rivisto e corretto aggiungendo interessanti novità: in primis la città ( The City) , che sarà il vero e fulcro e sfondo per tutta l’esperienza ( solo però nelle versioni next gen, nelle altre versioni il tutto sarà situato in una nave da crociera) avrà un aspetto molto più grande, una sorta di open world, completamente disseminato di missioni, anche secondarie. Una vera città viva che andrà a pari passi con l’avanzamento e la carriera del nostro personaggio. Dovremo passare molto tempo all’interno di The City visto che le partite di basket che faranno parte del nostro percorso saranno sparse sulla grande mappa, così come le gare con i giocatori online. Il resto dello spazio presenta vetrine per la personalizzazione del personaggio, ma in generale i punti di interesse sono piuttosto distanziati tra di loro. In effetti, muoversi richiede il metodo vecchio stile: a piedi. Altri mezzi di trasporto li sbloccheremo molto, molto più tardi e dovremo dedicare del tempo anche solo per poterli acquistare. Il lato economico, infatti, svolge un ruolo importante perché è lo stesso percorso del nostro atleta ad imporlo: il gioco ci metterà di fronte ad alcune scelte che influiranno sulla nostra carriera e il conto in banca, seguendo nel gioco quello che in generale i giocatori dell’NBA gestiscono nelle realtà, ovvero delle vere e proprie aziende. Dovremo, quindi, creare un impero partendo ovviamente da niente e per farlo, come detto precedentemente, saremo costretti a dedicare all’esplorazione delle città. Nella città oltra ad essere disseminata di attività da fare, c’è anche inevitabilmente anche un gran numero di microtransazioni. Se con la modalità MyTeam non avevamo riscontrato questo problema, con la “Mia Carriera” le cose cambiano nel momento in cui entreremo in partite multiplayer per strada o in palestra; infatti, inizieranno ad essere sempre più evidenti ed invadenti. È quasi impossibile, infatti, entrare senza spendere soldi o passare attraverso un gran quantitativo di ore di gioco per aumentare il livello generale del nostro giocatore. Non ci troviamo fortunatamente di fronte al classico “pay to win”, ma ci si avvicina molto.
Graficamente però la città non è appagante, con texture poco nitide, costanti bug e frame rate estremamente altalenate. Il che si nota di più quando c’è il passaggio tra l’open world, alle partite vere e proprie dove il livello e la resa grafica sale notevolmente.
In campo
Come abbiamo appena accennato, a livello di grafica NBA 2K22 dal del suo meglio durante le partite, all’interno del campo da basket. Sulle console next gen le potenzialità dei nuovi hardware mostrano un incredibile livello sempre più vicino alla perfezione. Il tutto è reso ancora più evidente dall’animazione dei giocatori, la fisica della palla, dalla buona ( non sempre perfetta) intelligenza artificiale che gestisce i movimenti, che porta NBA 2K22 ad un gradino più alto rispetto a capitolo precedenti. Anche il comparto sonoro svolge un ottimo lavoro sempre più realistico.
Versioni disponibili: PS4, PS5, Xbox One, Xbox serie S/X , PC
Versione provata: Xbox Serie S
La recensione in breve
In generale NBA 2K22 introduce piacevoli modifiche nel gameplay: la nuova meccanica di fatica e resistenza del giocatore, rendono il tutto più realistico e aumentano notevolmente il livello di sfida. Tuttavia, i problemi tecnici, le scelte discutibili e l'uso eccessivo delle microtransazioni in molte delle modalità e le scarse novità, gli impediscono di fare un vero passo in avanti.
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Voto Game-Experience