Gli analisti di SuperData hanno pubblicato un nuovo recente report nel quale vengono commentate le recenti vicende sul caso microtransazioni di Star Wars: Battlefront II nel quale vengono sottolineati alcuni pareri su come Electronic Arts abbia, a detta degli esperti di Superdata, “ancora molto da imparare” per quanto riguarda le tematiche che riguardano gli acquisti in-game.
Di seguito vi riportiamo un estratto del report di Superdata:
“Gli esperimenti in corso sulle microtransazioni stanno riscuotendo successi e fallimenti. Anche se i giocatori fanno in fretta a criticare i publisher per l’eccessiva monetizzazione sui contenuti aggiuntivi, di fatto gli utenti continuano a supportare questo genere di servizi con il proprio portafogli.
Ma EA ha ancora molto strada da fare per comprendere gli appetiti dei giocatori sulle microtransazioni. In questo ambito, Call of Duty di Activision ha fatto meglio di Battlefield affidandosi alle armi e alla personalizzazione del personaggio. Ad ogni modo, EA non è stata la prima compagnia a ricevere tutte queste critiche sugli acquisti in-game. I giocatori di Assassin’s Creed Unity, infatti, opposero resistenza alle microtransazioni implementate nel gioco, a loro giudizio poco corrette: con i contenuti aggiuntivi, Ubisoft finì per guadagnare solo il 7% delle entrate totali.”
Secondo i dati emersi, le entrate derivanti dalle microtransazioni su PC sono raddoppiate dal 2012 a oggi, all’inizio di questo percorso i dati riportavano 11 miliardi di dollari di incassi i quali oggi vedono invece introiti per circa 22 miliardi, un raddoppio al quale è prevista un’ulteriore crescita di 3 miliardi entro il 2022.
Insomma cifre che per publisher enormi come Electronic Arts, ma anche Activision o la stessa Blizzard difficilmente potranno essere tolti dal paniere delle entrate.