Come certamente saprete già, l’acquisizione di Activision Blizzard da circa 70 miliardi di dollari annunciata da Microsoft è attualmente al vaglio delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, con il web che ha accolto non poche novità ed informazioni dedicate, emerse nello specifico grazie all’autorità di regolamentazione brasiliana (CADE).
Ed il processo di regolamentazione è decisamente complicato ma importante, coinvolgendo vari organismi di diversi Paesi che devono esaminare l’accordo prima che possa andare avanti, cercando di capire se questa nuova acquisizione del colosso di Redmond potrà alla fine rappresentare un rischio concreto di monopolio oppure meno.
E visto che quest’acquisizione è “enorme“, il portale online Games Industry ha deciso di realizzare un articolo contenente alcune interessanti considerazioni in merito all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, visto che tale accordo potrebbe avere un impatto importante sull’intera industria, dal più piccolo sviluppatore indipendente ai più grandi nomi del settore e, naturalmente, di riflesso anche sui consumatori.
L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è protagonista di un nuovo articolo di approfondimento di Games Industry
Considerando le dimensioni e le dimensioni dell’accordo, il colosso di Redmond deve di conseguenza ottenere l’approvazione dell’antitrust prima di acquisire Activision Blizzard. Proprio in tal senso, come fa notare Games Industry, esistono vari organismi di regolamentazione in tutto il mondo, di cui i tre principali sono necessari per completare o meno l’acquisizione in questione.
Il primo è il regolatore statunitense, la Federal Trade Commission (FTC), con la revisione che è già iniziata ed è persino entrato in una seconda fase. L’altro regolatore che sta attualmente esaminando l’accordo è l’Autorità per la concorrenza e i mercati (CMA). Questo è il regolatore del Regno Unito e attualmente è impegnato nella prima fase di revisione, che terminerà all’inizio di settembre.
Il terzo principale regolatore che Microsoft deve superare è la Commissione Europea. Questo processo non è ancora iniziato. Detto ciò, il sito continua rivelando come questi enti daranno senza alcun dubbio il via libero all’affare, ma solo dopo aver posto alcune condizioni.
Una di queste è che anche dopo l’acquisizione di Activision Blizzard, i titoli più importanti del publisher rimarranno multipiattaforma, come per esempio Call of Duty, mentre un’altra condizione necessaria per concludere l’affare potrebbe essere l’indipendenza dell’azienda acquisita, seppur questa ipotesi appare improbabile per alcuni analisti di mercato.
Proprio in tal senso Microsoft ha ribadito a più riprese di voler continuare a rendere Call of Duty multipiattaforma, ma gli enti potrebbero voler avere delle informazioni più dettagliate in merito al futuro del franchise, visto che con Bethesda il colosso di Redmond ha preso una strada piuttosto differente, rendendo l’imminente Starfield esclusivo per Xbox e PC.
Detto questo, Games Industry afferma come non si possa fare il paragone tra questa acquisizione e quella di Fox da parte di Disney, visto che nel mondo del cinema e delle serie TV non vi sono un numero cospicuo di persone che guardano esclusivamente Star Wars oppure Prey, mentre invece è possibile trovare una grande fetta di videogiocatori che gioca quasi o solo a Call of Duty per tutto l’anno, in attesa del rilascio del prossimo capitolo della serie.
L’articolo si conclude infine affermando come, supponendo che i tre principali regolatori passino ad una seconda fase presto, questo processo potrebbe protrarsi per molto tempo e addirittura fino al 2023 inoltrato (Microsoft stima che ci vorrà fino alla metà del prossimo anno per concludere il tutto).