Il processo che vede come protagonisti Microsoft e la Federal Trade Commission con al centro l’acquisizione di Activision-Blizzard si è concluso con una serie di domande da parte del giudice Jacqueline Scott Corley. Fra queste, il giudice Corley avrebbe chiesto ad entrambe le parti coinvolte se si fossero comunque trovate in aula qualora Microsoft avesse prodotto Call of Duty.
Secondo il giudice Corley, il processo non avrebbe avuto neanche inizio se solo il colosso di Remond avesse sviluppato il videogame, spesso oggetto di discussione durante la vicenda legale, in quanto si tratta di un diritto legato all’acquisto.
Non saremmo qui se Microsoft avesse prodotto Call of Duty, è un semplice diritto legato all’acquisto. Non traiamo un netto vantaggio soltanto acquistandoci l’un l’altro, riuscendo a tenere le cose separate e di conseguenza, incentivando gli altri a creare altri contenuti.
Secondo quanto riportato da The Verge, in seguito all’affermazione del giudice, l’avvocato di Microsoft non ha ovviamente tardato a rispondere. Il legale ha sottolineato come nessun competitor potrà essere mai tagliato fuori dal mercato in mancanza di un videogioco in particolare.
Non è vero. Vogliamo impiegare gruppi più piccoli per creare contenuti, giusto? Activision realizza videogiochi celebri e adesso qualcuno vuole acquisire l’azienda per poi distribuirli, successivamente qualcun altro vorrà realizzare ulteriori contenuti. Così l’arte andrà sempre avanti, dai film fino alla televisione come nel campo del gaming: nessuno potrà accusare gli altri di non poter competere sul mercato in mancanza di un determinato titolo.
Il processo si è momentaneamente chiuso con una serie di botta e risposta, inoltre lo stesso giudice ha fatto presente che a differenza di ciò che molti credevano, non servirà molto tempo prima di prendere una posizione definitiva. Per il momento, il prossimo step sembra essere fissato per il 7 luglio con la con la pubblicazione delle rilevazioni delle due parti.