La guerra da pochi giorni scoppiata in Ucraina, che vede la Russia di Putin impegnata ad assediare e bombardare le città più vicine al confine, non accenna a rallentare e nonostante le trattative diplomatiche in corso le bombe continuano a cadere, uccidendo indiscriminatamente soldati ma anche uomini civili, donne, anziani e bambini. Il mondo occidentale sta reagendo con decisione a questa tragedia, e tra queste reazioni non manca quella di Microsoft.
Microsoft sta seguendo le direttive EU e rimuoverà l’app RT News dal suo store, delcasserà Sputnik ed RT nei risultati Bing e rimuoverà i loro contenuti da MSN e Microsoft Start
Tom Warren ha segnalato la cosa su Twitter, allegando un link che conduce alla pagina del blog Microsoft, in cui è riportato un lungo comunicato della compagnia che segnala le necessità del loro agire: “Tutti noi che lavoriamo in Microsoft stiamo seguendo da vicino questa tragica e illegale invasione dell’Ucraina. Questa è divenuta una guerra tanto cinetica quando digitale, con molte immagini terribili in arrivo dall’Ucraina assieme ai meno visibili cyber-attacchi sui network PC e le campagne di disinformazione via internet”.
Il messaggio prosegue, descrivendo come Microsoft intende dare il suo apposto a questa guerra. Un supporto fondato su quattro punti: la protezione dell’Ucraina dai cyber-attacchi; la protezione da campagne di disinformazione sponsorizzate dallo stato; il supporto per l’assistenza umanitaria; e infine la protezione dei propri dipendenti. In qualità di compagnia civile stanno coordinando le proprie azioni in accordo con le istruzioni del governo Ucraino, con l’Unione Europea, le nazioni d’Europa, il governo degli Stati Uniti, la NATO e le Nazioni Unite. Anche Elon Musk, il celebre miliardario e filantropo, si è schierato con il popolo ucraino fornendogli un nuovo accesso alla rete internet.
C’è chi in rete dichiara che queste manovre siano ingiuste, poiché vanno a minare la libertà di parola del governo russo, decidendo in un certo senso arbitrariamente chi meriti di essere ascoltato e chi no. Ora, sarei d’accordo con queste considerazioni in condizioni normali ma, riferendoci a uno stato come la Russia di Putin, che per primo frena anche con letale violenza la libertà di parola dei suoi cittadini, giornalisti e dei rivali politici del governo di Mosca. Viene dunque da chiedersi se sia effettivamente immorale censurare il brutale censore, e la filosofia, attraverso il paradosso della tolleranza di Karl Popper, ci spiega che cosi non è: l’intolleranza non può essere tollerata.