Microsoft ha dichiarato di recente che rinvierà in maniera indefinita la riapertura ai propri dipendenti degli uffici di Redmond in Washington e degli altri uffici negli Stati Uniti, per via della situazione pandemica che vedere il coronavirus circolare ancora per il paese.
Il produttore di hardware e software non ha rivelato una nuova data per rimpiazzare quella precedente del 4 ottobre, in cui si sarebbero dovuto riaccogliere i dipendenti in presenza nei propri uffici.
Nel mese di agosto, infatti, Microsoft annunciò di essere intenzionata a riaprire le proprie strutture, per tornare a una sorta di normalità, a partire dal 4 ottobre, ma ora i piani sono cambiato per via del continuo proliferare del COVID-19.
Questa decisione, che ha ripercussioni su più di 103.000 impiegati in Microsoft negli Stati Uniti, riconferma il forte approccio di precauzione mantenuto dalle grandi compagnie di tecnologia, anche perché di recente si è visto un aumento delle ospedalizzazioni e delle morti legate al virus in questione.
Tra l’altro, in agosto, con i casi del virus aumentati per via della variante delta, Amazon affermò che i lavoratori negli Stati Uniti come anche in altri paesi sarebbero tornati negli uffici soltanto nel gennaio del 2022.
Circa in quel tempo, Microsoft rinviò l’apertura dal 7 settembre al 4 ottobre. Ora, però, la compagnia americana è rimasta molto più vaga, evitando di rivelare una data di ripartenza.
Jared Spataro, corporate vice president di Microsoft, ha rilasciato queste dichiarazioni con un post su blog ufficiale:
“Data l’incertezza legata al Covid-19, abbiamo deciso di andare contro al tentativo di impostare una nuova data per la riapertura completa dei nostri siti di lavoro negli Stati Uniti, in favore di riaprirli poi quando saremo in grado di farlo in modo sicuro e basandoci sulle linee guida pubbliche per la salute.”
Una volta che la compagnia sarà pronta a ridare il benvenuto agli impiegati, annuncerà un periodo di transizione lungo un mese con cui i lavoratori potranno riambientarsi e riabituarsi, afferma Spataro.