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Home»Notizie»Microsoft, l’ex PR commenta la chiusura dei team Xbox ed “accusa” il Game Pass

Microsoft, l’ex PR commenta la chiusura dei team Xbox ed “accusa” il Game Pass

Brad Hilderman, ex-PR Manager di Microsoft, ha condiviso un commento in merito alla chiusura di quattro team Xbox.
Alberto RossiBy Alberto Rossi9 Maggio 2024
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Il logo di Xbox Game Pass
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Brad Hilderman, ex-PR Manager di Microsoft, ha deciso di condividere un commento in merito al caos che si è generato in rete dopo la decisone del colosso americano di chiudere quattro team di sviluppo, cercando in questo modo di far capire agli utenti il reale motivo di determinate decisioni anche se impopolari prese dalla dirigenza di Xbox.

Sfruttando il suo profilo LinkedIn, l’ormai ex dipendente di Microsoft ha commentato quanto segue in merito alla chiusura di Tango Gameworks ed Arkane Austin:

“Credo che ci siano due motivi per cui tutti gli studi Bethesda hanno chiuso e nessuno dei due ha a che fare con Bethesda (direttamente): si tratta di Game Pass ed Activision. Difatti il più grande paradosso di Game Pass è che praticamente ogni gioco che viene pubblicato sul servizio non raggiunge gli obiettivi di vendita. E se ci pensiamo ha senso: perché pagare il prezzo pieno per acquistare un gioco quando si può giocare “gratis” con l’abbonamento? Questo fenomeno è in parte compensato dall’attribuzione di porzioni di ricavi ai giochi Game Pass più performanti ogni mese, ma a quel punto sono presenti dei fattori che giocano a sfavore dei giochi. Nello specifico il fatto che la maggior parte dei giochi non rimane in cima alla classifica per più di un mese o due e che la crescita del Game Pass è stagnante. Per questo motivo giochi come Hi-Fi Rush, che preciso è incredibile, ottengono un piccolissimo incremento di entrate grazie al fatto di essere il gioco Game Pass più gettonato per un mese, poi cadono a picco quando tutti passano al gioco successivo.

Per non parlare poi del povero Redfall a cui è andata anche peggio, visto che è stato pubblicato in modo così approssimativo che non ha mai avuto una possibilità. Questo sistema è andato bene per un po’ di tempo, quando Game Pass cresceva a dismisura, ma adesso è rallentato e la quantità di entrate che attribuisce ai giochi non tiene il passo con i budget destinati alla loro realizzazione. E credo che tutto ciò non avesse importanza 3 o 4 anni fa, visto che in quel momento Xbox era praticamente un errore di arrotondamento nei libri contabili di Microsoft. Questo perché all’epoca la divisione guadagnava un po’ di soldi, ma soprattutto non costava molto e le altre parti dell’azienda coprivano facilmente il divario. Però in questo ultimi anni Xbox si è lanciata in una serie di acquisti e ha speso un sacco di soldi per Bethesda, ma ancora di più per Activision ovviamente. Ed in seguito a queste fusioni l’occhio di Sauron si è trasformato e Xbox deve iniziare a recuperare quei 70 miliardi di dollari, o almeno a ridurre le spese all’osso (e non solo) mentre ci prova. E questi concetti ci portano a Game Pass.

Finora, le grandi scommesse sulla promozione di nuovi abbonamenti (quali nello specifico Redfall e Starfield) non hanno stimolato una crescita sufficiente e non c’è molto all’orizzonte che possa far ripartire lo slancio. La scommessa migliore è ovviamente CoD, ma è davvero possibile rischiare le entrate di vendita garantite che il franchise porta con sé mettendolo su Game Pass al lancio e perdendo potenzialmente vendite massicce? Onestamente non so quali siano i piani, ma o lo mettete su Game Pass e perdete soldi, o non lo fate e gli abbonati si ribellano perché pensano che sia quello per cui hanno firmato. Call of Duty ovviamente se la caverà, così come gli altri mega-studios con enormi IP, ma l’impatto si sta vedendo: tutti gli studi più piccoli che producono giochi davvero interessanti sono destinati a scomparire, semplicemente perché, per quanto buoni siano giochi come Hi-Fi Rush, non faranno mai abbastanza soldi per colmare quel buco da 70 miliardi di dollari da cui Xbox deve ora tirarsi fuori.”

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