L’annuncio che alcuni titoli Nintendo e Xbox raggiungeranno la soglia degli 80 dollari ha colto molti giocatori di sorpresa, ma non gli analisti del settore. Il caso più eclatante è stato il lancio di Mario Kart World su Switch 2, presentato direttamente a quel prezzo (90 Euro in Italia), seguito poco dopo da Microsoft con la dichiarazione che alcuni suoi giochi tripla A – come i prossimi Fable o Call of Duty – adotteranno lo stesso standard. Tuttavia, secondo Mat Piscatella, uno degli analisti più rispettati del settore videoludico, questo cambiamento era inevitabile.
Appena poche ore dopo l’annuncio degli aumenti di prezzo da parte di Microsoft, Piscatella ha spiegato nel corso di una nuova intervista con GamesRadar che la spesa reale dei consumatori è già superiore alla cifra base da anni: con la proliferazione di edizioni speciali, pacchetti deluxe e contenuti aggiuntivi, il prezzo effettivo pagato dai giocatori spesso supera i 70 dollari. Per questo motivo, l’introduzione di un prezzo fisso di 80 dollari non rappresenta una rivoluzione, ma piuttosto una presa d’atto della realtà di mercato. In molti casi, il pubblico ha già dimostrato di essere disposto a spendere anche cifre maggiori per contenuti che desidera davvero.
Secondo l’analista, la vera variabile rimane sempre la qualità del gioco. Se un titolo è atteso e ben fatto, gli appassionati lo acquisteranno indipendentemente dal prezzo. In caso contrario, le vendite caleranno e il prezzo scenderà rapidamente, grazie a sconti e offerte promozionali. Il comportamento del pubblico, in questo senso, è estremamente dinamico e risponde all’entusiasmo più che al prezzo di copertina.
Un altro elemento importante sottolineato da Piscatella è che oggi l’industria videoludica è più diversificata che mai. Non esiste più un solo prezzo standard come ai tempi del formato fisico, quando ogni gioco costava 50 dollari. Oggi il mercato include titoli free-to-play, giochi venduti a 30 o 50 dollari, edizioni da oltre 100 dollari. I publisher, inoltre, sono molto più strategici nel modulare i prezzi, usando promozioni e sconti per stimolare continuamente la domanda.
Piscatella ha affermato quanto segue:
“I grandi giochi non costano 60 o 70 dollari già da tempo al lancio. Onestamente con tutte le Collector’s Edition, Gold Edition, Silver Edition e tutte queste altre cose, il prezzo medio che la gente paga per un nuovo videogioco è molto più alto del prezzo base, e lo è da anni, e continua a salire lentamente. Per questi motivi non sono così preoccupato per la soglia degli 80 dollari come molte altre persone, perché, realisticamente, la gente ha già in qualche modo speso quella cifra, che vogliano ammetterlo a se stessi o meno. In definitiva, se qualcuno pensa che un gioco sia davvero bello e vuole giocarci, lo comprerà a qualsiasi prezzo necessario per acquistarlo. Questa è semplicemente la natura del fan dei videogiochi insensibile al prezzo, che vuole giocare a ciò che desidera. Di conseguenza spetta all’acquirente del videogioco decidere se effettuare o meno l’acquisto e, generalmente, se un gioco è abbastanza buono, lo farà, e se un gioco non è abbastanza buono, o non ne sono abbastanza entusiasti, non lo farà. Ed i prezzi scendono molto velocemente.
È semplicemente la natura della sensibilità al prezzo e dell’entusiasmo del pubblico. Come se non bastasse tutto ciò, ai tempi del solo formato fisico, avevi 50 dollari. E basta. Era l’unico gioco che potevi avere. Adesso i giochi di tutte le dimensioni, di tutti i tipi, sono prezzati nei modi più svariati, e ci sono più free-to-play che mai. So che tutti si concentrano un po’ su quel livello massimo, e certo, capisco, ma in termini di opzioni disponibili, ce ne sono così tante su tutta la linea, e il mercato è più vario che mai. Gli editori sono molto più intelligenti riguardo agli sconti e al ritmo, all’impulso dei prezzi promozionali e a come mantenere viva quella domanda. Quindi, sì, non è niente di nuovo. Questo non è niente di nuovo che non abbiamo già vissuto come industria, più e più volte per anni e anni e anni.”
In sintesi, l’aumento dei prezzi non va letto come una mossa arbitraria, ma come un aggiustamento al comportamento d’acquisto reale dei consumatori. Per gli studenti interessati a marketing, economia del gaming o strategie di prezzo, si tratta di un esempio concreto su come l’industria si adatti non solo ai costi, ma alle abitudini del proprio pubblico.