Stando a quanto espresso da Kevin Murnane di Forbes, l’industria videoludica si starebbe spostando progressivamente dal focus sul vendere più unità di console rispetto ad altri competitor. Microsoft avrebbe ormai fatto questo grande passo in avanti, mentre Sony invece sarebbe rimasta indietro in tal senso, anche se non sappiamo ancora le sue strategie per la prossima generazione.
La concorrenza nell’industria dei videogiochi non è fondata su chi vende più console, ma su chi ricava più soldi, e le due cose non vanno di pari passo necessariamente o comunque non sono l’unica combinazione possibile.
Secondo l’uomo di Forbes, una volta poteva essere così in effetti, quando si giocava principalmente in maniera locale sul proprio hardware e prevalentemente in giocatore singolo. Ora invece i giochi più popolari sono di natura multiplayer e vengono giocati in cloud, oltre che visti in streaming da milioni di persone su Twitch, Mixer e YouTube ogni giorno.
La vera competizione dunque starebbe avvenendo oggi nel cloud e non tra le console come piattaforme in sé. Microsoft avrebbe già capito questo da parecchio tempo ormai e la gestione del brand Xbox da parte di Phil Spencer incarnerebbe alla perfezione questa visione per il futuro dei videogiochi.
Lo stesso Spencer ha recentemente spiegato di vedere come principali concorrenti nel futuro di Xbox compagnie come Amazon e Google, e non Sony. Questo perché l’industria dei videogiochi comincia già a non basarsi più su quante console si vendono, ma su quanti utenti si raggiungono tramite qualsiasi tipo di servizio, a maggior ragione se incentrato sul cloud.
Seguendo questa particolare filosofia, le piattaforme hardware e i videogiochi esclusivi sarebbero una misura del successo appartenente ormai al passato, mentre da oggi in poi si baserà tutto sul servizio cloud.
Il giornalista di Forbes spiega anche che per capire perché il cloud sarà la chiave del successo nell’industria videoludica bisogna seguire i soldi. I giochi multiplayer, su dispositivi mobile, le piattaforme Twitch, Mixer e YouTube sono grandi macinatori di denaro e tutti dipendono infatti dal cloud hosting. Tutto questo renderebbe il cloud la fonte di ricavo più attraente per le compagnie di videogiochi di oggi.
Murnane afferma che dopo il lancio di Google Stadia, GeForce Now, la beta di Project xCloud e l’arrivo imminente nell’industria di Amazon, Sony invece sarebbe rimasta indietro, in quanto preferirebbe seguire ancora la politica del vendere più unità possibili di console hardware.
Anche il portale Business Insider ha dichiarato che, in questo senso, Microsoft avrebbe posto definitivamente fine al concetto di console war, anche se come riporta Murnane in realtà la questione si trasformerà in cloud war, cioè in chi offrirà il servizio di cloud tecnicamente migliore.
Tuttavia, nell’analisi di Murnane non si tiene conto del fatto che anche i diversi servizi di cloud potrebbero puntare a offrire titoli in esclusiva, oltre al fatto che Sony gode già del servizio di gioco in streaming PlayStation Now, attualmente funzionante sia su PC che su console PlayStation, mentre invece il Project xCloud si starebbe concentrando sugli smartphone (che sono in fin dei conti dei dispositivi hardware, ma di altri produttori).
Inoltre, per una compagnia che effettivamente vende sia le console che i titoli puntare troppo su altre fonti di guadagno potrebbe risultare controproducente nel breve periodo, mentre per chi invece fatica a vendere unità hardware potrebbe essere la soluzione migliore. Nulla vieta comunque a Sony di investire maggiormente nel cloud nel corso della prossima generazione, eventualmente senza sacrificare troppo la concezione classica di hardware e di esclusive.
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