Non si tratta di Metroid Prime 4, ma la cacciatrice di taglie più famosa dei videogames è tornata nuovamente sul pianeta Switch. Tenuto in gran segreto per lungo tempo, Nintendo ha giocato la carta nostalgia durante l’ultimo Direct svelando la riedizione del primo, leggendario Metroid Prime per Nintendo Switch. Il titolo di Retro Studio che segnò il passaggio della serie da 2D a 3D approda, con gran sorpresa di tutti, in versione Remastered sulla console ibrida Nintendo. Grazie ad una release fulminea da parte di Nintendo a poche ore dal primo trailer di annuncio, abbiamo quindi potuto mettere le mani su questo remake tanto atteso. Scoprite la nuova reincarnazione delle avventure di Samus Aran su Tallon IV in questa nostra recensione di Metroid Prime Remastered.
Prima di Metroid Prime Remastered
Anni prima di Dead Space, tornato recentemente alla ribalta anch’esso grazie ad un remake, consultando il dizionario alla voce “videogame esplorativo in contesto spaziale con alieni inferociti” era possibile leggere a caratteri cubitali il nome di Metroid Prime. Il capolavoro di Retro Studios non si limitò a riportare in 3D le stesse atmosfere e le stesse meccaniche che sono marchio di fabbrica della serie di Metroid, come il backtracking e la progressione basata sul potenziamento della tuta e delle armi, ma contribuì a gettare le basi per gli FPS a venire che prediligevano l’esplorazione.
La serie ha vissuto la sua parabola ascendente fino al terzo e ultimo capitolo ufficiale, Metroid Prime 3 Corruption, pubblicato nel 2007 per Nintendo Wii, prima di sparire totalmente dai radar se non per una piccola e dimenticabilissima parentesi datata 2016 con Metroid Prime: Federation Force. Come ben saprete, la serie sarebbe dovuta ritornare su Nintendo Switch con un quarto ed ultimo capitolo. Diverse vicissitudini interne a Nintendo che tentò, fallendo, di affidare la serie ad un team diverso da Retro Studios, hanno portato il gioco ad una latitanza che si protrae ancora oggi. Nell’ultimo Direct della scorsa settimana, un piccolo annuncio ha però fatto sobbalzare non poche persone: il primo Metroid Prime è tornato.
Metroid Prime Remastered costituisce la terza incarnazione del titolo di Retro Studios. Già nel 2009 infatti, in occasione della Metroid Prime Trilogy su Wii, venne riproposto con una totale rivisitazione dei controlli per l’occasione e una grafica leggermente migliorata. Stavolta però Metroid Prime giunge in solitaria, senza i suoi due sequel. Capirete però ben presto che, con Metroid Prime Remastered, Retro Studios ha svolto un lavoro che va ben oltre le aspettative. Non ci troviamo quindi di fronte all’ennesimo porting nudo e crudo, ma ad un rifacimento minuzioso che dona nuova verve a un titolo tanto caro agli aficionados Nintendo.
La storia di Metroid Prime
La serie di Metroid Prime è da considerarsi uno spinoff di quella principale, anche se canonica all’interno della lore del brand sviluppatasi per quasi quarant’anni e nonostante si sia discostata parecchio dall’idea originale del suo creatore Yoshio Sakamoto. Senza soffermarci quindi sulle origini del brand, vi basti sapere che la serie di Prime si svolge temporalmente fra il primo capitolo per NES e Metroid II e che quindi racconta i primi anni di carriera della cacciatrice di taglie Samus Aran.
La storia di Metroid Prime comincia con l’intercettazione di un SOS inviato da un gruppo di Pirati Spaziali e localizzato nell’orbita di Tallon IV. Approdata sull’astronave Orpheon, Samus Aran scoprirà le terribili conseguenze di alcuni esperimenti effettuati dagli stessi Pirati con un mutageno radioattivo chiamato Phazon il quale ha dato origine ad alcune creature spaventose. L’attivazione dell’autodistruzione del reattore della stazione costringerà la nostra protagonista ad abbandonare la nave e trovare rifugio proprio sulla superficie di Tallon IV. Ed è qui che incominceranno le sue indagini sulle reali intenzioni dei Pirati Spaziali e sulla pericolosità del Phazon.
Il gameplay: cosa resta e cosa cambia
L’originale datato 2002 era contraddistinto da un gameplay molto simile al genere degli sparatutto in prima persona, vissuto dalla prospettiva del casco di Samus Aran. Vista la macchinosità del controller di GameCube e vista una gestione della telecamera non propriamente fluida, Retro Studios decise all’epoca di implementare l’aggancio per sparare ai nemici con precisione senza dover impazzire, meccanica divenuta marchio di fabbrica della serie. Le sezioni dedicate alla Morfosfera costituirono invece un chiaro omaggio ai titoli 2D della serie. Tutto quanto è stato riprodotto fedelmente anche su Switch e, nonostante gli anni sul groppone, sembra ancora oggi funzionare alla grande.
Il processo di rinnovamento di questa Remastered passa soprattutto dai controlli dato che, finalmente aggiungeremmo, sono stati ampliati in modo da supportare la classica configurazione spostamento/movimento telecamera a due analogici condivisa da più o meno tutti gli FPS su console. Non si è più costretti quindi a quella scomoda gestione della telecamera che prevedeva la pressione del dorsale destro per guardarsi intorno che impediva però il movimento, funzione comunque presente e selezionabile per i più nostalgici.
Oltre quindi ai controlli tradizionali e a quelli introdotti in questa Remastered è possibile sfruttare i joycon per cimentarsi in Metroid Prime in maniera simile a quella vista su Wii con la Trilogy. Il direzionamento della telecamera in questo caso è delegato quindi al movimento del joycon destro che, nonostante non sia preciso quanto il WiiMote, ci è parso comunque piuttosto comodo e altrettanto realistico. L’approccio in modalità handled è anch’esso equilibrato, anche se abbiamo preferito nettamente la comodità del controller Pro.
I miglioramenti grafici
Il motore grafico di Metroid Prime è stato completamente rivisto per renderlo più attuale e meno obsoleto. Le differenze, come testimoniato anche in un video confronto, sono lampanti. Tutto, dalle texture ai poligoni, è stato pulito e svecchiato, con tanto di sistema di illuminazione completamente nuovo, oltre che effetti particellari sicuramente più moderni rispetto alla versione originale. Tornano inoltre tutte quelle chicche a livello grafico apprezzatissime nell’originale legate soprattutto al visore di Samus, come ad esempio l’appannamento in presenza di vapori, le gocce di pioggia che si infrangono sul vetro o ancora il riflesso del volto della stessa protagonista che appare per pochi istanti in caso di flash e bagliori.
In termini di prestazioni Metroid Prime Remastered si comporta bene sia in modalità docked che handled, con una risoluzione di 612p se si gioca sfruttando la portabilità di Switch che salgono fino a 900p collegando invece la console al televisore. Buone performance anche sul fronte del framerate, con 60fps stabili in entrambi casi, sicuramente un buon traguardo per una console il cui hardware è sempre oggetto di polemiche e discussioni. Migliorati anche i caricamenti, fin troppo invasivi nell’originali, qui ridotti solo in presenza degli ascensori che collegano due aree diverse della mappa.
Le differenze con il passato
E’ innegabile che, a oltre vent’anni dalla release originale, uno o più aspetti di Metroid Prime, come la totale assenza di dialoghi e di pathos cinematografico, possano risultare un po’ datati. La verità però è che, dal punto di vista stilistico e ludico, Metroid Prime è ancora oggi un capolavoro. Un level design capace di stupire per complessità e ingegno, oltre che una cura nella realizzazione delle ambientazioni. Perdersi per gli anfratti di Tallon IV è infatti ancora magnifico così come lo fu un tempo.
Nulla è stato toccato in termini di mappa o di contenuti, eppure tutto funziona alla perfezione anche a distanza di tutto questo tempo. Nintendo sta probabilmente sondando il terreno per poter prendere una decisione definitiva su Metroid Prime 4 e questa Remastered non può che essere linfa vitale ad una serie che merita la sua degna conclusione. Qualche piccolo extra, come i modelli 3D di personaggi, nemici e veicoli o le musiche del gioco, sono un gradito extra che, assieme ai log testuali da scannerizzare sparsi per Tallon IV, costituiscono un buon espediente per tutti i collezionisti.
Rimane il rammarico per non aver potuto mettere le mani su tutta la trilogia completa, mancanza che trova parziale giustificazione nell’ottimo lavoro di restauro svolto da Retro Studios. Il prezzo potrebbe disincentivare coloro che sono dubbiosi sul cimentarsi in un titolo di parecchie generazioni fa, senza contare coloro che l’hanno già spolpato a dovere all’epoca. Non possiamo però che promuovere un’operazione come quella di Metroid Prime Remastered, assolutamente sensata e valida sotto ogni punto di vista.
La recensione in breve
Con Metroid Prime Remastered Nintendo e Retro Studios ci riportano indietro nel tempo, riproponendoci un capolavoro dell'epoca GameCube. Grazie ad un lavoro certosino da parte del team di sviluppo, le avventure di Samus Aran su Tallon IV sono state ri-modernizzate, in modo da rendere attuali e godibili anche su Nintendo Switch, dalla grafica fino al sistema di controllo. Peccato per l'assenza dei successivi capitoli, forse tenuti nel cassetto da Nintendo per eventuali future release. Metroid Prime 4 continua a mancare come aria, ma questa Remastered inaspettata non può che essere un buon segnale.
-
Voto Game-Experience