Se l’annuncio di Persona 6 sembra sempre più imminente, l’attesa per il prossimo capitolo della celebre saga nata come costola di Shin Megami Tensei sarà meno estenuante del previsto. Studio Zero, divisione di Atlus già autrice di Persona 5, non ha infatti perso tempo e ha stupito invece il pubblico con una nuova IP, Metaphor: ReFantazio. Un’avventura JRPG totalmente inedita che sarebbe riduttivo chiamare semplicemente spinoff.
Questa volta infatti saremo chiamati a esplorare un mondo che ricorda da vicino l’immaginario medieval fantasy, fra regni orfani di un sovrano, cavalieri mossi dall’onore o dall’avidità e potentissimi stregoni. Il tutto rivisitato naturalmente in chiave nipponica e, soprattutto, con lo stesso estro creativo apprezzato nelle recenti produzioni Atlus.
Abbiamo esplorato per ore e ore un mondo dove l’ambiguità e la dicotomia fra realtà e finzione è all’ordine del giorno, dove il nostro mondo e quello fantasy si scambiano di posto in un concept tanto semplice quanto affascinante. Ma non perdiamo altro tempo, fidatevi, ve ne servirà, e addentriamoci subito nel Regno di Euchronia con la nostra recensione di Metaphor: ReFantazio!
Il mondo al contrario – tra finzione e realtà
Ve lo avevamo accennato brevemente nel nostro speciale uscito qualche mese fa ma ora possiamo raccontarvelo in maniera più approfondita. Metaphor: ReFantazio non è il classico medieval fantasy trito e ritrito proposto in centinaia e centinaia di produzioni fra cinema, televisione e videogames. Al contrario cerca di proporre un concept non così scontato, dove sì esiste un regno medioevaleggiante popolato da creature fantastiche, ma esiste anche un mondo, che all’interno della narrazione corrisponde alla “fantasia”, incredibilmente somigliante al nostro.
Realtà e finzione si scambiano quindi di posto, e ciò avrà un ruolo fondamentale all’interno della fitta trama di eventi che costellano la trama di Metaphor: ReFantazio. Tanto che, per farvi un esempio assolutamente spoiler free, vi verrà chiesto il vostro nome a inizio gioco. No, non parliamo di quello del protagonista che avverrà in un secondo momento, ma il vostro nome di battesimo.
Ebbene, il vostro alter ego virtuale dai capelli bluastri si muoverà all’interno del più classico dei mondi fantasy dove polverosi tomi e antiche leggende narrano di un mondo distante, retto da una società equa in cui la specie dominante convive cooperando con i propri simili senza conflitti o spargimenti di sangue. Ed è proprio in queste storie che il giocatore avrà ruolo come protagonista.
Questo mondo remoto e “immaginario” fungerà quindi da modello per i protagonisti di Metaphor: ReFantazio, spinti perciò da un’ideale apparentemente remoto e inesistente a conseguire il proprio obiettivo, rincorrendo l’opera scritta da un misterioso individuo in un’epoca non meglio precisata.
Il gioco del trono – la trama di Metaphor: ReFantazio
Fatta la dovuta premessa sulla parte più intricata e “mindfuck” di Metaphor: ReFantazio non possiamo che descrivervi invece del mondo “reale” nel quale si svolge la trama. Il Regno di Euchronia, composto da diverse province e altrettante tribù, è il più classico dei regni fantasy. Il Re Hythlodaeus V che governa dalla capitale di Grand Trad è appena spirato, ma sulla sua fine c’è più di un’ombra.
Gettato nel caos più totale dopo il diffondersi della notizia, il Regno di Euchronia cercherà quindi un erede al trono, ed è qui che il defunto sovrano fa la sua ricomparsa, anche se in forma eterea, per richiamare a sé l’ordine evocando la Magia Reale che decreterà in maniera insindacabile il suo successore, tanto da proteggere eventuali tentativi di attentati alla vita dei candidati più quotati.
Tutta la popolazione diviene quindi partecipe di una corsa al Trono tanto entusiasmante quanto sanguinosa, sotto il vigile occhio del vecchio Re che, attraverso una pietra fluttuante che sovrasta il cielo, osserva e mostra alla sua gente chi sono i candidati prossimi a ottenere l’ambita seduta. Una scalata che, com’è facile intuire, genererà ulteriore caos e scompiglio nel Regno di Euchronia e che vedrà il protagonista di Metaphor: ReFantazio direttamente coinvolto.
Inizialmente giunto nella capitale per avvertire il Re e il suo popolo di una notizia capace di sconvolgere l’intera corsa al Trono, il protagonista di Metaphor: ReFantazio, appartenente alla stirpe da sempre discriminata degli Elda, dovrà rivedere la sua strategia e partire quindi per un’avventura ben più lunga e complicata del previsto.
Gli archetipi della guerra – il gameplay
Partiamo affrontando l’elefante nella stanza: Metaphor: ReFantazio è certamente un titolo derivativo. La nuova IP di Atlus prende infatti a grandissime mani dall’esperienza maturata con i Persona, soprattutto per quanto concerne il gameplay e la gestione della componente life-sim, temi che tratteremo nei prossimi due paragrafi.
Ma i tantissimi combattimenti che affronterete nella vostra avventura, che si svolgeranno come sempre a turni con un party di massimo quattro personaggi, riservano comunque molte sorprese. Partiamo con il dire che torneranno le statistiche e l’interfaccia di gioco già viste nei Persona, ma la componente monster collector sparirà lasciando il posto agli Archetipi.
Questi altri non sono che i più classici ruoli dei GDR a tema fantasy “incapsulati” in entità dall’aspetto di armature cavalleresche “indossabili” a piacimento dal protagonista e compagni. Assegnando un determinato Archetipo, come ad esempio il Mago, lo Stregone, il Chierico, il Ladro, il Pugile ecc. il personaggio erediterà quello specifico stile di combattimento e potrà sbloccare le relative skill.
Non ci sono limiti imposti dal gioco: potrete decidere in piena libertà a quali personaggi attribuire un certo Archetipo, cambiandoli anche di volta in volta in base alle vostre esigenze o alle caratteristiche di un dungeon. Gli Archetipi evolvono come i personaggi tramite una barra di Exp dedicata e possono essere sbloccati o ampliati grazie al MAG, una valuta che raccoglierete nel corso del gioco.
Il risultato è quindi un gameplay simile a quanto visto in Persona 5, per esempio con lo stesso sistema di debolezze e resistenze ai vari tipi d’attacco e la presenza del press turn che concede turni aggiuntivi colpendo i punti deboli dei nemici, ma con ancor più libertà tattico-strategica. A risentirne in parte è invece la spettacolarità, visto che mancano delle vere e proprie finisher pirotecniche come quelle di Persona.
Alleggerita invece l’estenuante ripetitività dei combattimenti made in Atlus grazie all’introduzione dei combattimenti veloci. In presenza di nemici di livello inferiore in un qualsiasi dungeon infatti, potrete comodamente spazzarli via in modalità action menando fendenti durante l’esplorazione e senza quindi la necessità d’ingaggiare un incontro. Viceversa potrete indebolire i nemici più forti per iniziare l’incontro con un vantaggio. Vantaggio che invece passerà al nemico qualora lo stesso vi sorprenderà alle spalle, come da tradizione JRPG.
Medieval Persona – attività e calendario
Seconda analogia con i Persona riscontrabile in Metaphor: ReFantazio è naturalmente la componente life-sim. Anche in Metaphor è presente infatti il calendario con le nostre azioni che determineranno lo scorrere del tempo. Avremo quindi di volta in volta un obiettivo da raggiungere entro una certa data, pena il game over e il dover ricominciare dall’ultimo salvataggio o addirittura ritentare dall’ultimo dall’ultima data utile.
Durante i giorni di attesa potrete invece dedicarvi alle missioni secondarie o alle attività che miglioreranno i tratti della personalità del protagonista, come sempre caratteristiche fondamentali per poter accedere a nuovi dialoghi e approfondire così i legami con gli altri comprimari. Quest’ultimi, altra caratteristica presa in prestito da Persona, sono fondamentali per ottenere nuovi Archetipi e sviluppare quindi il proprio party.
Tutto, o quasi, passa quindi dall’organizzazione dei propri impegni, ove l’ottimizzazione del tempo a propria disposizione per arrivare al meglio al giorno segnato in rosso sul calendario. Questa volta Atlus ha aggiunto un po’ di pepe ai dungeon principali, che sempre saranno affrontabili con semplicità nei primi giorni liberi, ma al contrario necessiteranno di allenamento aggiuntivo grazie all’aggiunta di regole speciali.
A bordo del vostro Trasvettore, un veicolo simil steampuink dotato di gambe in grado di correre su qualsiasi distanza, potrete pianificare i viaggi verso i villaggi o i luoghi vicini, i quali richiederanno un certo quantitativo di giorni di marcia per essere raggiunti. Una meccanica interessante che vi spingerà ulteriormente a pianificare le vostre attività nel tempo libero a disposizione.
Atlus ha variegato ulteriormente le attività secondarie, che ora risultano meno ripetitive e tediose rispetto ai Persona. Niente più labirinti infiniti in cui farmare i propri personaggi, ma tanti diversi dungeon ciascuno con le proprie caratteristiche e un level design ad hoc. Rimosse invece le romance, forse in contrasto con i temi decisamente più maturi e drammatici del gioco e per questo ritenute poco inerenti.
Nonostante ciò, la vita quotidiana rimane un punto di cardine anche in Metaphor: ReFantazio, soprattutto le attività extra-trama principale le quali si riveleranno assai utili per comprendere al meglio l’ottimo lavoro di world building svolto da Atlus soprattutto dal punto di vista geopolitico, oltre che per l’attenzione e la cura nella caratterizzazione anche dei personaggi minori.
Un quadro in movimento – stile e grafica
La ricerca stilistica compiuta da Atlas con Metaphor: ReFantazio raggiunge picchi elevatissimi, a partire dal design spettacolare e inquietante degli “Umani”, le terribili creature che infestano Euchronia, il cui nome equivoco è in perfetta linea con il senso di ambiguità costante presente nel gioco. Queste creature si ispirano direttamente alle opere d’arte di Hieronymus Bosch, meglio conosciuto come Geronimo Boschetto, noto soprattutto per il suo Trittico del Giardino delle delizie.
Con quest’opera il poeta fiammingo cercò di rappresentare il giardino dell’Eden attraverso figure distorte, parte umane parte animalesche e geometriche, degne di un perfetto delirio da febbre. Atlus ha ripreso 1:1 alcune delle figure ritratte nel Trittico per realizzare i propri Umani, villain coriacei quasi quanto i Titani di Attack on Titan, ottenendo così un risultato spettacolare e instillando nel giocatore lo stesso senso di angoscia e di inquietudine che vivrà la compagnia affrontandoli in battaglia.
In generale, Metaphor: ReFantazio è un ottimo esercizio stilistico, dalla finezza del character design dei tantissimi comprimari che incontrerete nel corso dell’avventura, alla bellezza delle molteplici location che potrete visitare a bordo del vostro Trasvettore. Alcune di esse saranno presenti come semplici cartoline o sfondi da ammirare senza la possibilità di essere esplorate a fondo, ma anch’esse riusciranno comunque a mozzarvi il fiato, seppur per un breve periodo.
Tutto sembra essere uscito da un dipinto grazie all’effetto grafico presente ovunque e che ricorda quello dei colori a olio su tela. I riferimenti al folklore e alla tradizione non solo europea, ma anche giapponese sono davvero tanti, sia nello stile che nella scrittura. Persino i menù e le interfacce di gioco, in continuità con quanto fatto a partire da Persona 5, sono una vera e propria gioia per gli occhi.
Tasso artistico alto, rappresentato almeno in parte dall’engine grafico di Atlus che inizia a mostrare i suoi limiti. Ci è capitato più volte di riscontrare ad esempio problemi di cali di framerate, che però Atlus ha promesso di risolvere con alcune patch nel periodo imminente o immediatamente successivo all’uscita. Speriamo che un eventuale successo di questa nuova IP possa spingere Atlus a pigiare ulteriormente l’acceleratore anche sul fronte tecnico.
Una piccola tirata delle orecchie, parlando di mera quality of life, anche per la gestione scellerata delle opzioni di risposta durante i dialoghi, che spesso appariranno all’improvviso portanto all’involontaria pressione del tasto di selezione, lo stesso utilizzando per skippare una riga di dialogo già letta cosa che, almeno nella nostra prova, è accaduta parecchie volte.
Standing ovation doverosa invece per la stupenda colonna sonora e per i due diversi doppiaggi, giapponese e inglese, che impreziosiscono quest’ultima fatica di Atlus, come sempre su standard elevatissimi quando si parla di comparto audio. La battle theme di Metaphor: ReFantazio sembra infatti aver già conquistato il popolo del web, fra divertenti meme e omaggi da abilissimi musicisti.
In conclusione
Metaphor: ReFantazio non è solo uno spinoff o un derivato da Persona, ma una nuova IP a tutti gli effetti capace di esplorare nuovi orizzonti narrativi, abbandonando per il momento le turbe giovanili tipiche della serie spinoff di Shin Megami Tensei e affrontando invece il tema del fantasy con un taglio cupo e maturo. Tematiche affrontate e dialoghi che lasciano poco spazio alla spensieratezza e senza scadere quasi mai nei cliché tipici del genere.
Come sempre quando si parla di una produzione Atlus, tutto ruota attorno alla componente narrativa ed essa è presente pressoché in ogni momento e ogni fase del gioco. Forse, ancora più che con i Persona, la “cottura” di questo nuovo JRPG è a fiamma bassa, visto che impiegherà diverse ore prima di mostrare i propri muscoli. Una lentezza che, con ogni probabilità, potrebbe spaventare i neofiti.
Chi invece ha già diversi titoli di Atlus nel cv troverà senz’altro pane per i propri denti, ma di quelle pagnotte così gustose e fragranti che non sentirà nemmeno il bisogno di spalmarci sopra una crema o di farcire con qualche salume. Metaphor: ReFantazio è infatti un’opera colossale: l’ennesimo JRPG confezionato dalla compagnia giapponese in grado di intrattenere per quasi un centinaio di ore (almeno 80 per la campagna principale) e senza quasi mai momenti morti.
La recensione in breve
Atlus l'ha fatto di nuovo. Metaphor: ReFantazio è l'ennesimo, mastodontico JRPG che vi costringerà a cancellare ogni impegno dalla vostra agenda per abbandonarvi totalmente a questa nuova avventura dal sapore medieval-fantasy quanto mai profonda e appassionante . Intrighi, colpi di scena, conflitti epici e momenti drammatici: Metaphor: ReFantazio è tutto questo e tanto altro. Un titolo a tutto tondo che non solo eredita le principali caratteristiche dall'ormai rodato gameplay dei vari Persona, ma le rivisita ed espande regalando al pubblico una nuova IP coi controfiocchi. Ci auguriamo che quello di Metaphor: ReFantazio possa non trattarsi soltanto di un episodio sporadico, ma piuttosto dell'inizio di un nuovo filone di JRPG che potrà svilupparsi ulteriormente in futuro, magari con mezzi e disponibilità da parte di Atlus ancora superiori.
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Voto Game-Experience