Metal Hellsinger è approdato sui dispositivi per la realtà virtuale di Meta, aggiornando anche una versione per PC in caso abbiate un visore compatibile. Una notizia interessante, non c’è dubbio, per tutti coloro che apprezzarono gioco quando fu rilasciato “piatto” su schermi tradizionali: non poche persone a dire il vero. Del resto, dove altro lo trovi un titolo che mescola così bene i rythm game e gli sparatutto diabolici “alla Doom”? Proponendo fra l’altro una colonna sonora originale realizzata appositamente per lui, con la collaborazione di famosissimi artisti dello scenario metal. Purtroppo però, tutta questa eticità era probabilmente troppa per essere contenuna agilmente nei piccoli Metà Quest. Che infatti confrontati con i panorami da Divina Commedia del gioco hanno costretto il comparto grafico, e in parte i controlli, a compromessi non sempre piacevoli.
Headbanging nel visore
Di seguito vi proponiamo anzitutto la track list completa di Metal Hellsinger, la stessa disponibile in realtà virtuale. Troviamo infatti che comprendere appieno la varietà dei featuring proposti e la vastità della collezione del titolo sia fondamentale. In fondo senza la musica non esiste “Metal Hellsinger”, ma solo un “Doom like” nemmeno troppo originale. Infatti, per chi non conoscesse il gioco rilasciato nel 2022, in Metal Hellsinger ci vengono mandate contro ordalie infernali di Demoni dalle più disparate forme e dimensioni, che dobbiamo abbattere con il nostro personaggio a suon di proiettili altrettanto variegati.
Nel gioco originale, così come nella sua trasposizione in VR, ci sono pistole, pistoletto, fucili a pompa, spade giganti e chi più ne ha più ne metta, che per essere efficaci e non fare cilecca, però, impongono una condizione al giocatore: tenere il ritmo. E non di un sottofondo qualunque, ma di una OST composta da dozzine di brani, aggiornati fra l’altro con un corposo DLC, apposta per questo titolo. A cui hanno collaborato i nomi altisonanti che state per leggere nell’elenco seguente:
Original Soundtrack
- The Hellsinger (Main Menu Theme)
- Through You (Tutorial) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquillity
- This Is the End (Voke) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquillity
- Blood and Law (Voke Judge Aspect) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquill
- Stygia (Stygia) featuring Alissa White-Gluz of Arch Enemy
- Infernal Invocation I: Hopes and Fears (Stygia & Nihil Judge Aspects) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquillity
- Burial At Night (Yhelm) featuring Tatiana Shmayluk of Jinjer
- Infernal Invocation II: Defiance (Yhelm & Gehenna Judge Aspects) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquillity
- This Devastation (Incaustis) featuring Matt Heafy of Trivium
- Infernal Invocation III: Dreaming in Distortion (Incaustis & Acheron Judge Aspects) featuring Mikael Stanne of Dark Tranquillity
- Poetry of Cinder (Gehenna) featuring James Dorton of Black Crown Initiate
- Dissolution (Nihil) featuring Björn “Speed” Strid of Soilwork
- Acheron (Acheron) featuring Randy Blythe of Lamb of God
- Silent No More (Sheol) featuring Dennis Lyxzén of Refused and INVSN
- No Tomorrow (Red Judge) featuring Serj Tankian of System of a Down
- Post Hell Music (lays during the cutscenes)
DLC Tracks
- Gorillaz – Feel Good Inc
- Muse – Uprising
- Icona Pop – I Love It (feat. Charli XCX)
- DVBBS & Borgeous – Tsunami
- Depeche Mode – Personal Jesus
- Disturbed – Down With the Sickness
- Galantis – Runaway (U & I)
- Paramore – Misery Business
- DLC: Dream of the Beast | Dream of the Beast featuring Cristina Scabbia of Lacuna Coil
- DLC: Dream of the Beast | Leviathan featuring Will Ramos of Lorna Shore
- DLC: Purgatory | Goodbye My Morning Star performed by Matt Heafy of Trivium
- DLC: Purgatory | Swallow the Fire performed by Melissa Bonny of Ad Infinitum
- DLC: Purgatory | Mouth of Hell performed by Joe Badolato of Fit for an Autopsy
La formula di base rimane inalterata in VR, che non aggiunge nè sottrae nulla dal gameplay: si entra in una stanza, si eliminano le orde a tempo, si cerca di non sbagliare per raggiungere il grado massimo di sincronia ed infliggere più danni, aumentando al contempo il numero di strumenti coinvolti nella riproduzione della musica che stiamo “sparando”. Fino a ottenere la traccia completa della canzone (se si sbagliano anche solo un paio di ritmi, si riparte da capo). Quindi, si spalanca la porta per il prossimo livello fino ad arrivare a un Boss: più grosso, più cattivo e più pericoloso (in teoria).
Non è un gioco difficile, nè ora su Meta nè prima su PC tradizionali, tuttavia è sfidante “il giusto”, soprattutto quando i tipi di nemici diventano più numerosi, e ci viene richiesto di cambiare arma spesso per essere più efficienti contro ciascuno. Sembra tutto magnifico quindi, no? Stesso gioco, stessa musica super, durata complessiva perfetta per una avventura in realtà virtuale. Se non fosse per i tanti, troppi compromessi operati per far girare su un minuscolo visore standalone (senza bisogno di connessioni a PC o console quindi) un’esperienza nata su hardware ben più performanti.
Parecchi compromessi
I compromessi messi in atto per riuscire nell’opera di compressione non sono pochi e, purtroppo, sono ben evidenti. Partiamo dalla calibrazione: un’operazione preliminare a tutto il gioco, importantissima in Metal Hellsinger, dato che già nel gioco non VR serviva a sincronizzare l’hardware del giocatore con la sua percezione del ritmo. Assicurando una rispondenza ai comandi impeccabile, fondamentale per rendere gli errori in game non imputabili a nulla, se non a uno sbaglio del giocatore stesso. Purtroppo, tanto era preciso lo strumento di calibrazione prima, tanto in VR è approssimativo. RIpetendo più volte il test in sequenza, per dire, si rischia seriamente di non ottenere mai lo stesso risultato. Oltretutto, se si “sbaglia” questo processo e ce ne accorgiamo solo durante un livello, bisogna interromperlo e tornare nell’hub principale: l’unica via di accesso alle impostazioni di calibrazione.
Superata questa fase di settaggi, comunque, si entra in gioco e ci si accorge di molti altri compromessi importanti, questa volta meramente tecnici e grafici. Certo, il Meta Quest 3 è un dispositivo avanzato nell’idea e nel concept, meno nel cuore pulsante, paragonabile per certi versi a quelli di alcuni tablet. Però, pur ridimensionando le aspettative in tal senso, in questo caso specifico non ci troviamo di fronte a un gioco nato e cresciuto su VR, ma a uno che ha subito una conversione e che, nella realtà virtuale, ci è stato fatto entrare quasi a forza. Le texture di ambienti, armi e nemici sono a bassa risoluzione o, in alcuni casi, mancanti del tutto e sostituite da superfici lisce monocolore. Il sistema di illuminazione, poi, è talmente appiattito che la contrapposizione esaltante di spazi bui e claustrofobici e aree aperte, presente nel gioco base, in VR si perde quasi del tutto.
Non è però solo un problema di estetica, che fino a un certo punto sarebbe quasi trascurabile o perdonabile. Un versione così graficamente deturpata va oltre il “non rendere giustizia” alla direzione artistica di partenza, quando a saltare sono elementi come l’effettistica che ci avvisa quando facciamo centro con un’arma, per esempio. O gli indicatori di una corretta ricarica delle munizioni, altro punto dolente della conversione in VR. A dire il vero, l’operazione di reload non era intuitivissima nemmeno prima, con controlli tradizionali, ma in VR richiede movimenti precisi e diversi per ogni arma: ottimo sulla carta, meno quando non vengono sempre riconosciuti con precisione. In ultimo le prestazioni, la fluidità, cosa ancor più grave, pur generalmente solide sono sempre a rischio di un drop di frame improvviso e imprevedibile. Che non dipende, cioè, dal numero di nemici in gioco, o dal tipo di ambiente in cui ci troviamo.
La recensione in breve
Metal Hellsinger in VR è un gioco che vuole troppo, e nulla stringe. Non bastano le OST originali a sorreggere da sole un’esperienza che ha perso, su Meta Quest almeno, tutto il suo appeal estetico e parte dell’efficienza funzionale del gameplay. Insomma, va bene “scendere” a compromessi, ma calcolando che ci trovavamo già all’inferno, chissà ora dove siamo finiti. Certo, se non altro è innegabile che l’idea originale rimanga solida anche dopo due anni, perché tappandosi il naso e chiudendo un occhio (figurativamente, sennò il visore VR non funziona) lo scheletro portante che mixa ritmo Metal e pistolettate infernali è ancora potentissimo. Insomma, se ve lo steste chiedendo il voto in calce è a esclusivo appannaggio del gioco in VR su Meta. Ma se non lo avete mai giocato prima, procuratevi comunque Hellsinger su altre piattaforme: non ve ne pentirete.
-
Voto Game-Experience