Mafia: Terra Madre non è un gioco open world per un motivo ben preciso, a dirlo è stato direttamente lo studio Hangar 13, con lo studio che ha spiegato come questa scelta sia stata frutto di un’attenta riflessione sulle radici della serie e sui suoi recenti inciampi. In particolare, è stata la deludente accoglienza di Mafia III, con la sua formula a mondo aperto, a far cambiare rotta al team. La volontà è quella di riportare il franchise alla sua essenza originale: una narrazione solida, missioni ben ritmate e meno elementi dispersivi.
In una recente intervista con IGN (condivisa da GamesRadar), Hangar 13 ha rivelato che una mappa troppo ampia e ricca di distrazioni avrebbe rischiato di compromettere l’attenzione sulla storia, elemento centrale per un titolo come Mafia: Terra Madre. A rafforzare questa convinzione è stato anche il successo del remake del primo Mafia, uscito nel 2020, che pur offrendo una città esplorabile, seguiva una struttura narrativa lineare, apprezzata dai fan storici della saga.
Come abbiamo visto nel recente video gameplay pubblicato da Hangar 13, il gioco non è solo un ritorno al passato solo nel gameplay, ma anche nell’ambientazione: Mafia: Terra Madre sarà infatti ambientato nella Sicilia dei primi del ’900, fungendo da prequel per l’intera trilogia originale. Il titolo, in uscita l’8 agosto 2025, punta a offrire un’esperienza cinematografica e coerente, concentrandosi su azione, atmosfera e sviluppo dei personaggi, piuttosto che su attività secondarie in stile sandbox.
Una decisione netta, che evidenzia la volontà di non imitare modelli come l’iconico GTA, ma di valorizzare l’identità unica di Mafia: una saga in cui la trama e l’immersività contano più della libertà.