In un momento storico in cui l’industria videoludica sembra quasi ossessionata dal concetto di “grandezza” – più grande la mappa, più lunga la campagna, più ampie le possibilità – Mafia: Terra Madre emerge come un’eccezione affascinante. La nuova opera di Hangar 13 non è un titolo immenso, dispersivo o zeppo di contenuti secondari; è invece una lettera d’amore al videogioco lineare, narrativo, con personaggi memorabili e ambientazioni che ti restano negli occhi molto tempo dopo i titoli di coda.
E, per questo, ma non solo il nostro amore per l’opera va oltre i suoi lapalissiani difetti. Siamo dunque pronti a raccontarvi le nostre impressioni nella recensione di Mafia: Terra Madre.
Grafica e ambientazione: un affresco siciliano

Uno degli elementi che più colpisce fin dal primo istante è la resa grafica. Il motore Unreal Engine 5 permette una fedeltà visiva sorprendente, capace di restituire la Sicilia dei primi anni del ‘900 con una precisione quasi pittorica. Le luci, i riflessi, i panorami: tutto è curato fino al dettaglio, con una cura maniacale che restituisce vita a ogni ciottolo, a ogni scorcio di città. Le strade polverose di San Celeste, la città immaginaria ispirata a Palermo, Caltanissetta e Marsala, brulicano di vita anche se non in modo interattivo – i passanti sono semplici comparse, ma sono posizionati con una tale attenzione estetica da sembrare fotogrammi cinematografici.
La campagna, i vigneti, le colline aride e perfino il mare hanno una coerenza visiva che incornicia perfettamente le scelte registiche del gioco. Non si tratta di un open world da esplorare liberamente (nonostante la modalità free roaming esista) ma di una grande scenografia teatrale, costruita per guidare lo sguardo e incorniciare la narrazione. In tempi in cui ogni gioco sembra voler estendere all’infinito il proprio spazio ludico, Mafia: Terra Madre fa il contrario: concentra. E ci riesce bene.
Abbiamo apprezzato ogni momento in compagnia di Enzo, Cesare e compagni. Abbiamo gioito di ogni citazione alla cultura di quel tempo e ci siamo compiaciuti di ritrovare non solo accuratezza nello “stiletto siciliano” ma anche nella ricostruzione di usi e costumi del tempo. I briganti ad esempio, sono un gioiello di amore per la storia. Non soltanto i costumi, ma anche gli accampamenti e le grotte utilizzate richiamano la controparte reale. Inutile infine citare il doppiaggio siciliano, vera perla del gioco al pari della tanto celebrata localizzazione dialettale di Final Fantasy IX.
La narrativa: quando meno è meglio

Il cuore di Mafia: Terra Madre è senza dubbio la sua narrazione. Ambientato prima degli eventi della trilogia originale, il gioco ci mette nei panni di Enzo, un ragazzo di umili origini che si ritrova, quasi suo malgrado, dentro la fitta rete della famiglia Torrisi. Le dinamiche mafiose non vengono mai celebrate: il gioco offre una visione più intima, più dolorosa, quasi fatalista del destino criminale. Non ci sono eroi qui, solo uomini schiacciati dal peso delle proprie scelte. Un monito per tutti nel ricordarsi che la vita che abbiamo non ce la scegliamo noi, ma all’interno di essa la nostra volontà ha un peso specifico importante.
Ogni missione è costruita come un episodio a sé stante, con tagli registici degni di una serie TV ad alto budget. Le transizioni tra gameplay e cutscene sono fluide e coerenti. I dialoghi, spesso scritti con l’aiuto di linguisti e storici italiani, suonano autentici e mai posticci. L’uso del dialetto siciliano in alcuni frangenti dona una veridicità inedita per un titolo mainstream. Nonostante la struttura lineare, la narrazione è tutt’altro che prevedibile, infatti tematiche come l’onore, la famiglia, la violenza e il sacrificio sono trattate con maturità e rispetto, senza scivolare nel melodramma o nella stereotipia. Non è una esaltazione della Mafia, bensì un viaggio nel dolore e nel sacrificio.
I personaggi da Don Torrisi alla conturbante Isabella, dal leale Luca al tragico Cesare, sono scolpiti con intensità. Le loro motivazioni sono credibili, la loro presenza scenica forte. Il lavoro svolto dal team di recitazione – in particolare con le sessioni di motion capture – è uno dei più convincenti mai visti in un gioco della saga Mafia. La scelta di proporre un dramma così televisivo ci riporta a opere che da tempo si erano perse. Non solo una “Mafia story” d’altri tempi, ma anche un gioco che si concretizza in un tempo e in uno spazio tutto suo. Il più grande pregio di Mafia: Terra Madre è sapere la direzione in cui andare.
Il valore della linearità di Mafia: Terra Madre in un’epoca open world

Forse l’aspetto più coraggioso – e al contempo più divisivo – di Mafia: Terra Madre è proprio la sua scelta radicale di essere lineare. In un contesto in cui ogni titolo sembra voler espandersi senza limiti, Hangar 13 sceglie di fare il contrario. Non ci sono collezionabili nascosti, eventi dinamici o scelte multiple. Ogni missione è un binario stretto, che ti guida da un punto A a un punto B, ma lo fa con intensità, ritmo e senso. Questa struttura permette di evitare tempi morti, disconnessioni ludiche o diluizione della trama. Non ci si perde in mille attività collaterali; tutto ciò che accade, accade per un motivo.
È come leggere un romanzo breve, ma incisivo. Per molti, questa struttura potrà sembrare obsoleta. Ma in realtà è un richiamo alle origini del medium: raccontare storie attraverso l’interazione. E, in questo, il gioco riesce. Il paragone con altri giochi narrativi lineari degli ultimi anni – come A Plague Tale, Hellblade o The Last of Us – è inevitabile. Mafia: Terra Madre non ha lo stesso budget o la stessa pulizia, ma condivide la stessa visione: mettere la storia davanti al gameplay, e non il contrario.
Gameplay e comparto tecnico: il tallone d’Achille

Purtroppo, se da un lato la struttura narrativa convince, dall’altro il gameplay mostra il fianco a diverse critiche. Le meccaniche sono rigide, poco raffinate, legnose. I combattimenti sono spesso macchinosi, con un sistema di copertura impreciso e un’IA che raramente brilla. Gli scontri a fuoco sono funzionali, ma poco emozionanti. Le sequenze corpo a corpo si limitano a poche animazioni ripetute, che alla lunga diventano prevedibili.
Anche gli inseguimenti perdono tensione proprio a causa di queste imprecisioni. In generale, il gameplay sembra appartenere a un’altra epoca, e non sempre in senso positivo. È come se Hangar 13 avesse concentrato tutte le energie sulla narrazione e trascurato la rifinitura del sistema di gioco. Sul piano tecnico, il gioco è claudicante. L’ottimizzazione non è delle migliori, e alcune animazioni secondarie risultano grezze rispetto al livello medio della produzione. Si ha la sensazione che con qualche mese in più di sviluppo, molti di questi difetti sarebbero potuti essere corretti, ma tant’è.
Commento finale su Mafia: Terra Madre
Mafia: Terra Madre non è un gioco perfetto, ma è un gioco importante. In un mercato saturo di mondi troppo vasti, narrazioni diluite e gameplay infarciti di attività collaterali, un titolo che sceglie deliberatamente di essere compatto, lineare e narrativo è una boccata d’aria fresca. Il voto di 7.7 riflette questo dualismo: da un lato, una direzione artistica e narrativa di altissimo livello; dall’altro, un gameplay e una componente tecnica che avrebbero avuto bisogno di più ambizione. Il gioco riesce a raccontare una storia toccante, visivamente potente e moralmente complessa, ma inciampa quando si tratta di offrire un’esperienza ludica pienamente soddisfacente.
Per chi ama le storie ben scritte, i personaggi memorabili e le ambientazioni che raccontano da sole, Terra Madre è un titolo da non perdere. Ma chi cerca un gameplay fluido, moderno e ricco di opzioni, potrebbe restarne deluso. In ogni caso, si tratta di un titolo che merita di essere giocato, discusso, apprezzato. E soprattutto, è un gioco che ha qualcosa da dire, e che lo dice con coerenza e coraggio.
La recensione in breve
Mafia: Terra Madre è un must play anche solo per l'impegno profuso nel proporre il doppiaggio siciliano. Una storia d'altri tempi, un gioco di un'altra epoca che ci ricorda come a volte non serva molto per brillare davvero.
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Voto Game-eXperience
