Quello proposto da EA Originals e gli svedesi di Zoink Games con Lost In Random è il classico racconto fiabesco che intreccia i toni di Alice nel paese delle meraviglie un’oscurità burtoniana ricca di fascino e mistero. Le vicende di Even e Odd ci hanno portato in giro per Random, ribattezzata Alea nella versione italiana. EA Originals si è finora dimostrata una fucina di grandissimi prodotti, riuscirà Lost in Random a tenere alto il nome del publisher che ha dato vita a titoli come Unravel e It Takes Two?
Ordine e Caos
EA Originals continua il suo percorso nella produzione di titoli a budget ridotto, dopo il meritatissimo successo di It Takes Two, questa volta è il turno di Lost in Random. Sviluppato dallo studio svedese Zoink Games, Lost in Random ci porta ad Aleia, un regno dominato dalla casualità tenuto sotto scacco da una malvagia regina. Cominciamo subito dicendo che Lost in Random non vuole assolutamente rivoluzionare la narrativa, anzi, la sua impostazione in termini di personaggi, trama e vicende raccontate segue il classico filo conduttore delle fiabe con tanto di narratore a supporto.
L’incipit di Lost in Random va a concretizzarsi nel classico “C’era una volta”, ebbene, c’era una volta un regno di nome Alea, uno regno dominato dalla casualità dettata dal lancio di potentissimi dadi con il potere di plasmare il mondo. Come ogni regno prospero, l’avidità e la ricerca della sfida dei dadomastri, i detentori dei potentissimi dadi, portatono il regno di Alea alla sua stessa rovina finendo sotto il giogo di una regina malvagia che, dopo aver distrutto tutti i dadi, continuò a regnare attraverso la ferrea casualità del suo dado nero lasciando che le vicende dei dadi e dei dadomastri svanissero nella leggenda. Una base solida che mette le radici in un mondo contorto, fiabesco e ricco di sfaccettature. Le vicende narrate in Lost in Random hanno luogo molti anni dopo e vedono come protagoniste Even e Odd, due bambine di Primagora, uno dei sei regni che compongono Alea. Come sempre non vogliamo anticiparvi le vicende chiave che caratterizzano la storia, vi basti sapere che Odd, la sorella di Even, verrà rapita dalla Regina e portata a Sest’incanto, dando il via all’avventura vera e propria. Come da manuale, Even andrà alla ricerca della sorella e inconterà Dicey, un piccolo dado, indovinate un po’, la strada che separa Primagoria da Sest’incanto ci porterà a visitare tutti e sei i reami di Alea.
Luce e oscurità
La chiave di lettura di Lost in Random sta nello stile del suo mondo e dei suoi personaggi. Alea è un mondo incredibilmente variegato, ognuno dei sei regni simboleggia la faccia di un dado ed i suoi abitanti rispecchiano la filosofia e la numerologia che vi sta dietro. Ad esempio vi capiterà di imbattervi in una città dove tutti gli abitanti hanno una doppia personalità e così via.
Abbiamo definito la struttura narrativa di Lost In Random dove il costrutto della fiaba non viene spezzato ma incentivato. Da un punto di vista ludico, Lost in Random è un adventure fatto di principalmente di esplorazione dei sei macro-livelli composti dai vari reami dove sarà possibile trovare raccoglibili, dialogare con i vari NPC sparsi per il mondo e affrontare diverse quest secondarie a fasi di combattimento più action che rappresentano il vero cuore del titolo. Il sistema di combattimento di Lost in Random, insieme al suo taglio artistico, rappresenta il vero elemento accattivante che ha suscitato sin da subito la nostra curiosità. Lost in Random da questo punto di vista è un titolo sicuramente atipico che mette sul piatto una proposta molto interessante e soprattutto nuova nel suo genere. L’idea è quella di mischiare il normale sistema di combattimento che troveremmo in un adventure di questo tipo con un sistema basato sulla casualità dei dadi e sul gioco di carte. I combattimenti in Lost in Random si dividono principalmente in due fasi, la fase di combattimento vera e propria e la fase successiva al lancio di Dicey, il nostro fidato dado. In base al numero uscito dal lancio, otterremo un valore di potere da spendere nelle carte abilità, altro elemento fondamentale nel sistema di combattimento. Le carte, proprio come in un trading card game, ci permetteranno di scatenare sui nemici i nostri attacchi o di approntare le nostre difese o ancora potenziarci con buff temporanei, sta tutto nella casualità del dado e nella capacità del giocatore di pianificare l’azione. Durante le fasi di lancio il tempo si ferma, dandoci la possibilità di prendere fiato e pianificare la strategia di attacco spostandoci liberamente per l’area del combattimento. Le carte disponibili in Lost in Random sono tante ma alcune di esse sono anche fin troppo simili tra loro e durante le fasi finali ci ritroveremo ad usare principalmente due o tre poteri lasciando perdere il resto. Che sia evocare un’enorme mazza a due mani oppure mettere una potentissima bomba sotto i piedi dei nemici, Lost in Random è riuscito a far centro proponendo qualcosa di veramente innovativo e soprattutto funzionale. Ovviamente, man mano che procederemo nella nostra avventura avremo accesso a carte via via più potenti che andranno a prendere il posto delle vecchie carte nel nostro deck che deve necessariamente contenere 15 carte, né più né meno.
Sottotitolo a caso
Una digressione così impegnativa nel sistema di combattimento di Lost in Random non è altro che l’ulteriore conferma sulla qualità del titolo, qualità scalfita da qualche difetto derivante dalla natura della produzione che non può vantare budget milionari. Ricordiamo che Lost in Random è pur sempre un titolo sviluppato con risorse limitate se pensiamo ai grandi dell’industria ed il solo fatto di aver imbastito non soltanto una storia interessante corredata da uno stile squisito ma di aver proposto anche un sistema di combattimento innovativo, che dire, complimenti a Zoink Games. Le ombre di Lost in Random emergono infatti quando si va a condurre un’analisi ad ampio spettro, alcuni difetti come la staticità dei dialoghi, una caratterizzazione non proprio eccezionale di molti personaggi secondari, la varietà delle carte che poteva osare qualcosina in più, sono tutte piccolezze che spariscono di fronte alla spensieratezza di un’avventura tutto sommato semplice che riesce pienamente nel suo intento di intrattenere sia dal punto di vista narrativo che da quello ludico. Non ci saranno colpi di scena eclatanti nella storia di Lost in Random, si tratta infatti di un mondo contorto nella sua linearità che riesce a meravigliare con pochi semplici elementi alternati a qualcosa di completamente nuovo, una formula vincente che, come ci ha insegnato It Takes Two, non fallisce quasi mai.
Da un punto di vista tecnico Lost in Random non è certamente l’ultima meraviglia in termini di resa grafica. La nostra prova su PC non ha evidenziato alcuna problematica in quello che, a conti fatti, è un titolo abbastanza leggero da far girare, purtroppo le opzioni grafiche in questo frangente sono pochissime e non ci permettono di interagire come siamo abituati a fare. Lost in Random è inoltre vittima di un draw distance davvero basso che, mischiando un po’ le carte con il tuo stile cupo, ci mette di fronte a veri e propri muri di nebbia poco convincenti che svaniscono con l’avvicinarsi del personaggio. Nulla di prodigioso dunque da un punto di vista tecnico ma Lost in Random compensa benissimo con un taglio artistico davvero strepitoso che coglie a piene mani l’oscurità di Tim Burton mantenendo comunque un’identità solida e ben radicata. Il nostro viaggio ad Alea è durato circa 13 Ore, durante le quali abbiamo affrontato tutte le quest secondarie e raccolto tutti i collezionabili, in questo caso si tratta di un’estensione quasi naturale del gameplay principale in quanto le fasi di esplorazione ci spingono verso contenuti secondari che danno accesso a monete utili per comprare le carte dal mercante oppure, in alcuni casi, le quest secondarie ci ricompenseranno con carte uniche. Un ultimo appunto riguarda proprio le quest secondarie, pur non essendo il fulcro del gioco, Lost in Random non riesce a proporre missioni secondarie degne di nota e difficilmente faremo qualcosa di diverso dall’andare in giro a parlare con diversi NPC per concludere una quest, un peccato se pensiamo alle opportunità offerte dal mondo di gioco. In conclusione, Lost in Random è un titolo da giocare per tutti gli appassionati del genere e per tutti quei giocatori incuriositi dal peculiare sistema di combattimento, non siamo di fronte ad una rivoluzione e nemmeno ad un capolavoro bensì ad un buon titolo capace di portarci in un mondo fantastico raccontandoci una storia senza troppi colpi di testa. Una normalità caotica che costruisce la sua struttura innovativa su radici solide e collaudate.
Versione testata: PC
Versioni disponibili: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch
La recensione in breve
Lost In Random è una piccola perla non esente da imperfezioni e limitazioni, il titolo di Zoink Games è dunque riuscito a conquistarci. Da una parte un mondo fantastico sospeso tra il più oscuro Tim Burton e la leggerezza di una fiaba, dall'altro un sistema di combattimento fresco ed innovativo che va a stiracchiarsi soltanto durante le ultime fasi di gioco. Nel complesso siamo di fronte ad un buon gioco ricco di buone idee non sempre concretizzate nel migliore dei modi ma che riescono a compensarsi a vicenda senza troppi problemi. Lost in Random racconta una storia semplice all'interno di un mondo contorto, semplice nella sua originalità.
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Voto Game-Experience