Viktor Tóth, un ex neuroingegnere del Feinstein Institutes, l’anno scorso si prefisse un obbiettivo: riuscire a insegnare a un ratto a giocare il classico sparatutto del 1994 DOOM II. E non si tratta di un semplice hobby, nemmeno di un semplice espediente per creare un canale su Twitch.
Il neuroscienziato e software engineer desidera con l’esperimento imparare di più relativamente all’interfaccia cervello-computer, mostrando nel frattempo le potenziali intuizioni che i ricercatori potrebbero acquisire da esperimenti simili.
Cosi, con un setup per l’addestramento del ratto costruito in economia, consistente in una larga palla di polistirene che il ratto, sospeso su di esse, può far ruotare in qualsiasi direzione (come la pallina dei vecchi mouse, ndr). Ogni rotazione della palla viene letta da alcuni sensori, che traducono la rotazione in un movimento nel mondo di DOOM II, in esecuzione su un monitor per computer curvo disposto di fronte al ratto gamer.
Cosi, mano a mano che il ratto si muove sulla sua palla, il nostro Doomguy su schermo percorre i suoi famosi corridoi. Il rinforzo per ogni buona azione del ratto gamer, quando compie con successo un’azione, è erogato sotto forma di acqua zuccherata da due tubicini posti in prossimità della sua bocca. L’intero setup è costato meno di 2.000 dollari.
Un esperimento audace, ambizioso e senza dubbio divertente, e se siete curiosi quanto me vorrete saperne di più. Lo stesso desiderio di conoscenza è condiviso dalla redazione anglofona di Futurìsm, che ha rintracciato Viktor Tóth per porgergli alcune domande sull’esperienza d’addestramento del ratto – e se arrivarà mai, prima o poi, il canale Twitch che lo scienziato ha già nominato in passato.
Nel corso dell’intervista Viktor ribadisce come sia rilevante compiere simili esperimenti per l’interfaccia cervello-computer (BCI, Brain Computer Interfaces, ndr), un settore nel quale ammette di desiderare un futuro. Esperimenti simili già noti hanno coinvolto varie specie di scimmia, in luce della sua struttura cerebrale tanto simile a quella umana tuttavia, secondo Viktor, molte delle capacità cognitive sono presenti anche in un ratto, quindi perché non provarci?
Dopo una serie di curiose domande sull’esperimento, che v’invitiamo a leggere se siete curiosi alla fonte di questo articolo (in inglese), è giunta la fatidica domanda: “Nessun piano per avviare un canale Twitch?”. Al che ha risposto: “Si, penso sia il momento. Credo sia una valida via per monetizzare e sostenere un progetto come questo. L’unico problema è quanto a lungo possa correre il ratto”.
“Ho fatto correre Romero (uno dei ratti, ndr) per 15 minuti una volta, e fu grande. Fu pazzesco perché lo faceva da cosi tanto e non si stancava ne dava segni di voler scendere. Quindi se arrivi a un punto in cui riesci a creare curiosità per il gioco nel ratto, allora le cose si fanno davvero interessanti.“
“Se arriveremo al punto in cui i ratti vorranno giocare per 10 o 20 minuti filati, allora si. Le stream su Twitch sarebbero un sistema veramente valito per portare il progetto alla gente.”
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