Negli ultimi anni, la misteriosa “chiavetta USB delle idee” di Hideo Kojima aveva alimentato numerose speculazioni tra i fan: molti l’avevano immaginata come un’eredità digitale, una sorta di piano decennale per garantire la continuità creativa di Kojima Productions anche senza il suo fondatore. Ora, però, il game designer giapponese ha chiarito finalmente cosa si cela dietro questo oggetto così discusso, precisando che la chiavetta “testamento” esiste davvero, ma è nata in un contesto molto particolare: durante la pandemia di Covid-19, Kojima si è ammalato seriamente e ha temuto per la propria vita e per il futuro del suo studio.
In quel momento difficile, ha deciso di creare un file contenente idee, spunti e linee guida per i successivi cinque anni, da usare esclusivamente in caso di peggioramento delle sue condizioni. Il documento è stato affidato a un assistente di fiducia con lo scopo di garantire la sopravvivenza dello studio e salvaguardare i posti di lavoro, in particolare nel pieno dello sviluppo di Death Stranding 2: On the Beach. Kojima ha sottolineato che non intendeva creare una roadmap eterna né dare al team un pacchetto di istruzioni da seguire ciecamente: anzi, ha affermato che imitare il suo stile avrebbe portato al fallimento, ribadendo l’importanza di un’identità collettiva autonoma.
Oggi Kojima è in buona salute e quel piano di emergenza è stato accantonato. Tuttavia, il senso di urgenza provato in quel periodo è stato un catalizzatore per altri progetti, come Physint, titolo in arrivo sotto l’egida di Sony, descritto dallo stesso autore come un successore spirituale di Metal Gear Solid.