Una delle esperienze più particolari degli ultimi anni è sicuramente stato Kingdom Come: Deliverance. Il prodotto Warhorse Studios era decisamente ambizioso sebbene la disponibilità e le dimensioni del team non fossero immense. L’idea di base era quella di riproporre un’esperienza da gioco di ruolo molto realistica che facesse immergere il giocatore in un Medioevo sporco e duro in cui il giocatore potesse muoversi a piacimento in termini di possibilità. Il gioco non uscì in condizioni perfette e questo fece sì che il percorso di apprezzamento dei fan fu sicuramente più tortuoso e diluito nel tempo. Sei anni dopo ci apprestiamo a veder uscire sul mercato l’atteso seguito che abbiamo avuto modo di vedere spiegato in una breve presentazione. Siamo pronti a raccontarvi cosa abbiamo scoperto nella nostra anteprima di Kingdom Come: Deliverance II.
Il contesto di gioco: un Medioevo scintillante
Non abbiamo potuto provare o veder giocato il titolo e dunque, chiaramente vi proponiamo delle informazioni parziali e molto superficiali. Nonostante questo, la breve (circa 30 minuti in totale) presentazione ci ha permesso di capire come il gioco abbia mantenuto fede alla sua natura e anzi, abbia potuto aumentare i suoi orizzonti grazie all’ampliamento dello studio e di conseguenza della forza lavoro. Il primo aspetto che ci ha colpito durante la presentazione è sicuramente l’aspetto tecnico. Già nel 2018 il titolo era un bel vedere, ma ora onestamente ci è sembrato davvero poderoso. La Boemia del 1400 è uno splendido palcoscenico per mettere in mostra i muscoli.
L’idea alla base di Kingdom Come: Deliverance II è quella di proporre alcune situazioni cupe, sporche e crude già presenti nel primo capitolo ed intrinseche a quello che era quel dato periodo storico. Dall’altra parte però la voglia di sfruttare la maggiore grandezza del titolo e le nuove possibilità dello studio, hanno fatto sì che la mappa (il doppio di quella del primo capitolo) potesse offrire ai giocatori nuove aree. Queste zone servono a rappresentare un Medioevo altresì presente nella realtà della Boemia di quel tempo e specchio di una bellezza e di un fascino tutto loro. Rigogliose foreste, lussureggianti città e castelli e miniere dall’aria pesante.
Narrativa e gameplay: passione e spade
Pìù grande, più bello e più profondo. Questo se vogliamo è quello che potremmo definire il riassunto della presentazione offerta da Warhorse Studios su Kingdom Come: Deliverance II. Dopo esserci fatti ammaliare dalle ambientazioni e dal livello tecnico, la curiosità si è soffermata sugli elementi narrativi e di gameplay presentati. Kingdom Come: Deliverance II seguirà ancora una volta le vicende di Henry nel suo viaggio di vendetta iniziato con il precedente capitolo. Passione, sangue, amore, dolore, tutti elementi già noti ai fan della serie. Gli sviluppatori hanno però voluto sottolineare come sei anni siano tanti e come i riflettori sul mondo dei videogiochi siano cambiati, perciò l’idea che nuove persone si avvicinino alla saga è presente nelle loro menti. Sarà dunque un’esperienza ruolistica e narrativa completamente godibile anche dai neofiti del brand.
A livello di gameplay invece, l’infrastruttura ludica rimane la medesima con una simulazione realistica che vuole spingere l’approccio più profondo di ogni giocatore. Per spingere i limiti di questa infrastruttura le scelte sono ricadute sull’aumento della profondità ruolistica e su nuove introduzioni nelle armi. Per quanto riguarda queste ultime ci è stato mostrato come le balestre faranno il loro debutto in gioco portando distruzione e tattica sui campi di battaglia. La profondità di scelta invece sarà un elemento centrale e che è stato oggetto di un maggiore sviluppo in Kingdom Come: Deliverance II. Un esempio portato ai nostri occhi dagli sviluppatori è stata la creazione di un sistema causa-effetto più strutturato e che vi porterà ad esempio ad avere conseguenze importanti se vi comporterete con atteggiamenti non etici. Le guardie vi riconosceranno come ladro, vi terranno d’occhio se sospettosi ecc.
Impressioni finali
La componente audiovisiva di Kingdom Come: Deliverance II è di altissimo livello. Le cutscenes sono una componente centrale dell’esperienza e il numero è stato aumentato di molto rispetto al capitolo precedente. Stando agli sviluppatori, si avranno cinque ore di scene di intermezzo. A supportarle una colonna sonora ancora una volta affidata a Jan Valta, che già nel primo capitolo aveva dimostrato di saper pescare all’interno di sonorità epiche e coerenti. Tra canti grogoriani, cori di voci bianche e sinfonie di archi, le componenti per riproporre una colonna sonora memorabile sembrano esserci tutte.
Nonostante la presentazione non ci abbia permesso di vedere approfonditamente il titolo, abbiamo potuto constatare come Kindom Come: Deliverance II non abbia snaturato nulla delle caratteristiche del franchise. La storia di Henry si arricchirà di un nuovo capitolo ricco di profondità ruolistica e narrativa. Allo stesso tempo però, l’infrastruttura ludica sembra aver giovato delle più ampie disponibilità in termini di risorse. Non solo Kindom Come: Deliverance II è più bello visivamente, ma è anche più grande e più stratificato.
Le scelte del giocatore avranno un impatto molto più esteso sul gioco e le possibilità offerte dalle introduzioni anche a livello di strumenti di guerra permetteranno di variare in maniera soddisfacente gli approcci possibili. Infine, anche il livello tecnico del gioco ci ha impressionato, soprattutto la voglia di mostrare ambienti ampi e ricchi di fascino che fungeranno da contraltare alle più classiche scenografie cupe e sporche del Medioevo che tutti conosciamo. Menzione d’onore e di curiosità per la città mineraria di Kuttenberg che non vediamo l’ora di esplorare. Attendiamo con ansia la possibilità di perderci nella Boemia del 1400, ma non dovremo attendere molto dato che Kingdom Come: Deliverance II è previsto per un’uscita entro la fine dell’anno.