Kingdom Come: Deliverance 2, ve lo abbiamo già detto nel nostro provato, è un sequel ambizioso e allo stesso tempo conservativo che si basa sulle fondamenta del suo predecessore per offrire un’esperienza ruolistica senza precedenti. Quello che vi troverete davanti è un titolo in grado di coinvolgere il giocatore con piccoli e grandi espedienti, all’interno di un mondo vivo e reale, che ancora una volta dimostra come Warhorse Studios sia davvero senza eguali nella sua visione dei GDR occidentali. Bando alle ciance però e scopriamo assieme il viaggio che ci ha visti protagonisti nella recensione di Kingdom Come: Deliverance 2.
Un gameplay consolidato
Per l’incipit narrativo vi lasciamo a quanto detto poco meno di un mese fa, questa volta vorremmo soffermarci su un aspetto: la capacità di ascoltare. Sembra strano, ma questa affermazione è alla base dell’implementazione di gran parte dei miglioramenti significativi del gioco. A fare la differenza è infatti stato il feedback degli utenti che dopo il primo capitolo ha saputo guidare gli sviluppatori verso piccole e mirate novità in grado però di stabilizzare un’opera già maestosa.
Il sistema di combattimento rimane radicato in quanto già visto, richiedendo ai giocatori di padroneggiare il tempismo, il posizionamento e la gestione della resistenza. Tuttavia, i miglioramenti hanno reso gli scontri più fluidi e reattivi, risolvendo le criticità viste nel primo capitolo soprattutto in termini di goffaggine delle animazioni. L’aggiunta di nuovi tipi di armi e tecniche di combattimento arricchisce poi la varietà e la profondità degli scontri, sia a piedi che a cavallo.
Stesso discorso per gli elementi più spiccatamente ruolistici, ora decisamente superiori sia in termini numerici che di qualità, andando ad offrire uno sviluppo del personaggio più ricco di sfumature e una gamma più ampia di abilità su cui investire i punti esperienza. Questo ovviamente influisce anche sulla varietà di approcci. I giocatori possono ora affrontare le missioni con diverse strategie, con il focus ancora una volta puntato su tre punti cardine: la diplomazia, la furtività e lo scontro diretto, ognuno ovviamente con i suoi risvolti in termini di effetto finale sulla storia.
Narrativa politica
Vi abbiamo spiegato a inizio mese come sia un crimine entrare nel dettaglio della trama, ma sulla narrativa due parole vanno comunque spese La narrazione di Kingdom Come Deliverance 2 è avvincente e intrecciata. Un mix hollywoodiano di intrighi politici, vendette personali e lotte sociali. Le interazioni tra i personaggi sono ricche e sfaccettate, con scelte di dialogo che possono influenzare in modo significativo le relazioni e gli sviluppi della trama.
L’impegno degli sviluppatori riguardo l’accuratezza storica rimane una caratteristica di spicco, anche negli elementi narrativi. Dall’abbigliamento alle armi d’epoca, passando per la rappresentazione di eventi e personaggi realmente esistiti. L’autenticità della Boemia immerge i giocatori in un medioevo sporco e duro come pochi altri giochi hanno saputo fare.
Un mondo vivo
L’ambientazione che fa da sfondo al gioco è più estesa e dettagliata rispetto alla Boemia del primo capitolo, con le cittadine più grandi che brulicano di vita e colpiscono gli occhi dei giocatori in maniera importante. Gli sviluppatori hanno creato un mondo capace di reagire dinamicamente alle azioni del giocatore, facendo sì che le scelte abbiano un impatto sulla storia ma anche sull’ambiente circostante e sulle routine degli NPC. Le missioni secondarie sono numerose, ognuna pensata per arricchire la narrazione e permettere al giocatore un investimento significativo, anche e soprattutto in termini di tempo. Che si tratti di partecipare a feste locali, di dedicarsi all’artigianato e al commercio o di scoprire segreti nascosti, c’è sempre qualcosa che catturerà il vostro interesse.
Dal punto di vista visivo, Kingdom Come: Deliverance 2 è stupefacente. L’attenzione ai dettagli dell’architettura, dei paesaggi e dei modelli dei personaggi dà vita all’ambientazione in maniera straordinaria. Grande menzione va fatta per l’illuminazione e gli effetti atmosferici che migliorano ulteriormente l’atmosfera, rendendo l’esplorazione un piacere a trecentosessanta gradi.
Anche il sound design aiuta in questo turbinio di emozioni andando in maniera sinergica a completare perfettamente le immagini a schermo. Un’ampia colonna sonora orchestrale sottolinea la portata epica della narrazione, mentre i suoni ambientali aggiungono profondità al mondo di gioco. Sul fronte tecnico, invece, qualche inciampo lo abbiamo trovato, con compenetrazioni e piccoli bug che più volte hanno funestato le nostre avventure. Niente di irreparabile, ma sicuramente situazioni che ogni tanto hanno rallentato la fluidità del viaggio.
Commento finale
Kingdom Come: Deliverance 2 è davvero maestoso. Un titolo capace di offrire una esperienza ricca, coinvolgente e impegnativa che premia la capacità di reinventarsi e immedesimarsi all’interno di un’epopea ludica, ruolistica e medioevale. Si tratta di un gioco imperdibile per gli appassionati, ma è anche, a nostro avviso, un ottimo trampolino di lancio per chi aspira a trovare un videogioco che mantenga i crismi di una simulazione storica medioevale davvero impegnativa. Warhorse Studios non solo ha colmato le lacune dell’originale, ma ha anche ampliato i suoi punti di forza per offrire un sequel che si distingue nel genere di appartenenza.
In questo tripudio di eccellenza però, Kingdom Come Deliverance rimane un franchise ostico per i neofiti dei giochi di ruolo, impervio nel suo combat system simulativo e di difficile assimilazione per chi ricerca nei GDR occidentali un modo per vivere spensierate avventure. Kingdom Come Deliverance 2 premia infatti chi sa essere paziente e calcolatore, chi utilizza il cervello anche solo per bere della zuppa. Insomma, non ci si può approcciare al gioco per staccare la spina.
La recensione in breve
Kingdom Come Deliverance 2 entra di diritto nel gotha dei giochi di ruolo medioevali. Spreme la simulazione senza lesinare sulla qualità generale a livello visivo e artistico. Siamo però davvero sicuri che nel mercato attuale un titolo poco fruibile da chi non é un veterano del genere abbia le capacità di rimanere inattaccabile?
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Voto Game-Experience