Kingdom Come: Deliverance 2 è un gioco woke? A rispondere alle accuse è stato direttamente il game director del titolo, Daniel Vávra, il quale ha voluto chiarire che il titolo riflette unicamente la sua visione creativa.
In un post su X (Twitter), Vávra ha sottolineato come nessuno abbia cercato di influenzare le sue scelte artistiche e che il gioco si attiene rigorosamente al contesto storico della Boemia medievale. Ogni personaggio ha infatti un ruolo ben definito nella narrazione, comprensibile solo attraverso l’esperienza diretta dell’opera.
Vávra ha inoltre spiegato che Kingdom Come: Deliverance 2 è un gioco di ruolo in cui le decisioni dei giocatori e le relative conseguenze si basano sulle regole morali e sociali dell’epoca rappresentata. Pur non volendo rivelare dettagli della trama, si dice certo che chi giocherà comprenderà e apprezzerà le scelte narrative.
Le critiche sono state ulteriormente alimentate dal bando del gioco in Arabia Saudita, una decisione che ha suscitato sospetti sui contenuti. Vávra ha però negato che il divieto sia legato a tematiche “woke”, ribadendo che l’obiettivo del team è sempre stato quello di raccontare una storia interessante e storicamente plausibile.
Ad aggiungere fascino al progetto, una recente foto ha mostrato l’enorme mole della sceneggiatura, suggerendo che Kingdom Come: Deliverance 2 possa vantare uno dei racconti più complessi e dettagliati mai realizzati in un videogioco.
Turns out that we are once again in the middle of a rather bizarre "culture war", this time from the opposite side than usual 🙂 So here's a statement, but I'd hate to spoil the plot of the game for the sake of it. pic.twitter.com/MDgbY7WD7A
— Daniel Vávra ⚔ (@DanielVavra) January 17, 2025