Prendete una caterva di animali, oggetti e mostriciattoli e metteteli in un mondo in miniatura realizzato in pixel art. Quello che otterrete è KarmaZoo, un platform collettivo, dove la cooperazione fra giocatori, meglio se perfetti sconosciuti, è essenziale per restituire quanto più Karma al mondo. Come? Scopritelo con noi in questa recensione di KarmaZoo.
L’unione fa il karma
Dietro allo sviluppo di KarmaZoo c’è il team di Pastagames, un piccolo studio con sede a Parigi autore, fra gli altri, di giochi quali Pix the Cat, Arkanoid: Eternal Battle e PAC-MAN Party Royale. I tre sviluppatori francesi che compongono il team, evidenti estimatore del cibo nostrano, hanno realizzato un proprio engine, chiamato Linguini, attraverso il quale è possibile realizzare giochi sia in 3D che in 2D su diverse piattaforme. Quest’ultimo è proprio il caso di KarmaZoo che sulla pixel art basa l’intero comparto artistico.
A differenza di molti platform, KarmaZoo è un titolo giocabile unicamente in multiplayer, visto che la cooperativa è al centro dell’intera esperienza ludica. Per avanzare nei diversi livelli proposti dal gioco infatti bisognerà cooperare con i propri alleati pixellosi, ciascuno dei quali interpreterà uno dei tantissimi personaggi sbloccabili e selezionabili, differenti non solo nello stile ma anche nelle proprie peculiarità.
Nonostante sia comunque possibile affrontare KarmaZoo in cooperativa locale, gli sviluppatori suggeriscono come miglior opzione la modalità online per unirsi così con fino ad altri 9 giocatori da tutto il mondo. La chiave del titolo di Pastagames sta infatti nel cercare l’intesa spontanea con altri perfetti sconosciuti, basandosi unicamente sull’istinto e sull’esperienza, comunicando di tanto in tanto attraverso emoji che sbloccherete via via avanzando nel gioco. La natura cross platform del titolo garantisce inoltre un matchmaking mai tedioso e spesso immediato, a patto ovviamente di aver sottoscritto il piano specifico necessario per il gioco online della vostra console preferita.
Gameplay: benvenuti nell’Anello
Dopo un breve ma esplicativo tutorial, verrete catapultati nell’hub laddove sarà possibile prepararsi prima di ogni sfida. Avviata la prima partita, scoprirete quindi di essere un blob, una creatura mutaforma con il compito di vagare per l’Anello in cerca di karma. KarmaZoo è un classico esempio di “easy to learn, hard to master”. Durante le prime partite, infatti, non dovrete far altro che seguire i vostri compagni cercando di stare a loro passo portando a casa un bel gruzzoletto di karma.
Il percorso e dei vostri alleati consisterà quindi in 5 stage da affrontare di sequenza scelti da un pool in base alle caratteristiche del gruppo. Pronti via, la squadra dovrà farsi strada fra labirinti in perfetto stile platform, raccogliendo frutta, schivando le trappole fino a portare sana la pelle all’ultimo portale. Le insidie in KarmaZoo sono all’ordine del giorno, ma le creature protagoniste sono molto più forti di quanto non sembri.
Come già accennato a più riprese, tutto in KarmaZoo ruota attorno alla collaborazione. Ciascun giocatore avrà a disposizione un’aurea che lo avvolgerà e lo proteggerà dalla morte, facendolo respawnare praticamente all’infinito. Quest’aurea però si esaurirà presto lasciandovi vulnerabile agli ostacoli, a meno che non restiate vicini agli altri animaletti. In questo caso l’aurea protettiva attorno a voi si fonderà assieme a quella dei vostri alleati rendendola più grande e indissolubile.
Interruttori, chiavi, manovelle, porte: ogni cosa in KarmaZoo va quindi affrontata con il supporto del proprio team. Spesso le comunicazioni si limiteranno a poche indicazioni su quale strada percorrere, o per richiamare l’attenzione su di un determinato congegno. La stessa morte di un giocatore potrà essere d’aiuto, poiché la lapide rilasciata dal blob morto fungerà da piattaforma utilizzabile da tutti gli altri.
Uno zoo affollatissimo
Tutto in KarmaZoo si riduce alla pressione di pochi tasti, dai classici movimenti fino al tasto del salto, oltre a un paio di tasti dedicati alle funzionalità speciali. A rendere più varia l’esperienza di gioco ci pensano le tante, tantissime forme che il blob potrà assumere prima di partire all’esplorazione dell’Anello, ciascuna delle quali potrà essere sbloccata spendendo un certo quantitativo di karma ottenuto in partita.
Il tasto dell’azione assumerà quindi uno scopo diverso a seconda della forma, come ad esempio il ragno che può tessere un filo utilizzabile dai compagni, oppure l’alpaca che, sputando, può rendere appiccicosi i propri alleati che potranno scalare in comodità anche le pareti più vertiginose. Altri invece mutano nelle caratteristiche, come il cammello, in grado trasportare fino a cinque strumenti o la bussola, il cui ago punterà sempre verso gli oggetti rimasti da raccogliere.
Spesso alcuni marchingegni potranno essere utilizzati soltanto da una specifica forma, come la ruota nel caso del criceto. In questi casi la scelta dei livelli dipenderà dalla composizione del team e delle abilità scelte. Vista la casualità della composizione del team, qualsiasi combinazione di forme sarà congeniale alla riuscita dei livelli, così come non esiste una scelta migliore delle altre per concerne la scelta della propria forma da assumere.
Oltre alla modalità sopracitata, chiamata “Loop”, KarmaZoo offre anche la possibilità di sfidare giocatori, in team o nella formula tutti contro tutti, in quella che viene definita modalità “Totem”. Qui potrete cimentarvi in multiplayer online o locale in alcuni divertenti minigame, o semplicemente partecipando a una corsa alla raccolta di karma. Carina anche l’iniziativa del KarmaPass, un contatore globale del karma raccolto da tutti i giocatori che andrà gradualmente a sbloccare ricompense per tutta la community.
Animali minimali
A colpire in KarmaZoo è prima di tutto il suo stile grafico essenziale, figlio della pixel art e con pochi, semplici colori. Ad esempio, ciascun personaggio del gioco è rappresentato da uno sprite in bianco e nero, mentre i fondali sono realizzati da palette più variegate, ma con lo stesso stile minimalista riservato al character design. Un vero e proprio omaggio quindi all’epoca in cui la grafica dei videogames era ridotta all’osso e lo sfondo spesso si riduceva a una semplice schermata nera.
Se però lo stile adottato è piuttosto in linea con la natura del gioco, qualche sforzo in più si sarebbe potuto fare invece per rendere più vari gli stage che compongono entrambe le modalità di gioco, spesso fin troppo ridondanti nella loro realizzazione. Discorso più o meno analogo per le musiche che, al di là di qualche effetto sonoro piacevole e simpatico, difficilmente vi rimarranno impresse nella memoria.
VERSIONE TESTATA: Nintendo Switch
La recensione in breve
KarmaZoo è un esperimento sicuramente interessante su come la cooperativa può sposarsi bene con il genere dei platform in 2D, tanto da essere giocabile unicamente in modalità multiplayer. Assunta una delle tantissime forme che potrete sbloccare macinando partite su partite, dovrete addentrarvi nei meandri dell'Anello assieme ad altri 9 giocatori per raccogliere quanto più karma possibile, in una serie di labirinti pieni di insidie in pixel art. Purtroppo a una grande varietà di forme assumibili non corrisponde un altrettanta varietà di contenuti e, soprattutto, di level design, alla lunga stancante e ripetitivo.
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Voto Game-Experience