C’è stato un momento, intorno al 2015, in cui Disney decise che non avrebbe più avuto a che fare direttamente con i videogiochi – e anche indirettamente, se non fosse per pochissime licenze esclusive come Star Wars e Marvel. Lo scottante insuccesso di Disney Infinity 3.0 convinse la compagnia a chiudere la divisione interattiva, cancellare il sequel e dire addio ai sogni di gloria nei videogiochi dopo anni e anni di produzioni. Forse anche per Topolino era il momento di andare in pensione.
Negli ultimi anni, in realtà, Disney è fortemente tornata sui propri passi, e titoli come Disney Illusion Island di Dlala Studios ne sono la prova tangibile. Il gigante di Burbank ha iniziato ad aprire le sue proprietà intellettuali a molti più studi e publisher (Star Wars è stato esclusiva EA per un paio di lustri, mentre oggi chiunque abbia un progetto valido in mente è ben accetto), e questo, fortunatamente, include anche il ritorno sulle scene dell’icona per eccellenza, Topolino, insieme ai suoi fidati compagni di tante avventure Paperino, Pippo e Minni.
Un personaggio che stranamente, se si pensa alla sua enorme influenza nella cultura pop, non ha un videogioco dedicato da ben dieci anni, per non parlare del cinema – Disney aveva l’occasione perfetta per portarlo sul grande schermo quest’anno, in occasione del 100° anniversario, e invece no. Ma anticamente, specie quando i giochi erano ancora confinati alle due dimensioni, anche Topolino è stato protagonista di molte avventure, alcune delle quali sono diventate storia. Motivo per cui ripercorriamo la storia dei videogiochi di Topolino.
Dagli anni ‘80 al 2000: esordi e successi
Come dimenticare ad esempio Mickey Mouscapade, lo Steamboat Willie dei videogiochi: sviluppato da Hudson Soft e Capcom, segnò nel 1987 l’esordio assoluto di Topolino nel mercato dell’intrattenimento videoludico su NES, e venne ideato come una sorta di grande omaggio a diversi classici Disney. Strutturato come un platform arcade molto colorato e simpatico, come del resto andavano ancora molto in voga all’epoca, in Mickey Mouscapade Topolino e Minni si mettevano in marcia per salvare Alice (sì, la stessa del Paese delle Meraviglie), incontrando sulla loro strada ambientazioni e cattivi da altri film e corti Disney come Malefica, Pietro Gambadilegno e la Regina di Cuori.
A onor del vero, c’era stato qualcosa prima di Mouscapade. Mickey’s Space Adventure, nel 1984, aveva per la prima volta presentato Topolino in un’avventura grafica su computer, nella quale però l’interattività era ridotta ai minimi termini. L’anno prima, tornando ancora più indietro nel tempo, su Atari 2600 arrivò Sorcerer’s Apprentice, un ammasso di pixel che tentava di emulare in qualche modo il protagonista dell’omonima sequenza del film Fantasia. Al già citato titolo del 1987 viene data maggiore rilevanza storica, specie per il fatto che in quell’occasione i giocatori potevano davvero controllare il buon topo.
Mickey Mouscapade non fu certo un titolo indimenticabile, ma il tabù era finalmente rotto: dopo quasi 60 anni dalla sua nascita, Topolino era finalmente entrato nel mondo dei videogiochi, e da quel momento la sua carriera tornò a decollare registrando anche diversi interessanti successi. A partire dal 1990, ad esempio, SEGA sviluppò Castle of Illusion starring Mickey Mouse, ispiratissimo platform che diede inizio alla serie Illusion, accogliendo successivamente anche altri personaggi Disney come Paperino, e tornando nel 2013 con un apprezzato remake che tirò a lucido il comparto grafico e artistico – sfortunatamente senza però dare il via a una rinascita del franchise. Nel frattempo, anche Capcom continuava a sfruttare il personaggio attraverso la trilogia Magical Quest nata nel 1992 su SNES.
Naturalmente queste non furono le uniche incursioni di Topolino nei videogiochi degli anni ‘90, ma certamente sono quelle che più hanno avuto successo. Insieme a vari cloni di Mario Kart usciti negli anni come Mickey’s Racing Adventure e Mickey’s Speedway USA, Disney lo ha poi sfruttato anche per titoli interattivi ed educativi di minori proporzioni, senza dimenticare alcune produzioni più importanti. A quel tempo, il gigante di Burbank era una presenza fissa dei videogiochi, proponendo ad esempio tie-in dei suoi successi animati come Il Re Leone, Aladdin, Tarzan e Hercules, ognuno dei quali aveva uno o più giochi da sfoggiare. Fu così che si arrivà a Topolino e le sue avventure, uno dei platform più iconici e maledettamente difficili della storia del topo, che ancora oggi tormenta gli incubi di chi è cresciuto nell’era di PlayStation 1, SNES e SEGA Mega Drive.
Il terzo millennio di Topolino, tra Kingdom Hearts ed epiche avventure
Nel 2002, ad esempio, Tetsuya Nomura fa di Topolino il re e portatore del Keyblade nel primo e indimenticabile Kingdom Hearts, action GDR che fondeva gli universi Disney e Squaresoft insieme per un’avventura del tutto inedita e destinata a entrare nella storia. Topolino viene presentato come un personaggio importantissimo, uno dei pochi che può aiutare il protagonista Sora a sconfiggere le forze del male, e nonostante appaia solo per pochi secondi nella sequenza finale del gioco, il suo cameo è ancora oggi ricordato da tutti.
Con l’esplosione della serie, Topolino tornerà poi in buona parte dei giochi successivi, entrando sempre più a far parte della narrazione e diventando talvolta un personaggio giocabile come nel caso di Kingdom Hearts II (solo in alcune boss fight particolarmente impegnative) e Kingdom Hearts: 358/2 Days, stavolta nel comparto multigiocatore coop. Ma ancora oggi, dopo più di vent’anni dal debutto della serie, Topolino resta un elemento chiave di questo franchise, ancora una volta a ricordare quanto si tratti di un’icona al di fuori del tempo.
Oltre a Kingdom Hearts, c’è stata anche un’altra avventura degna di merito, creata dal leggendario Warren Spector. Dopo averlo sognato a lungo, Spector ottiene nel 2006 da Disney la possibilità di sviluppare un videogioco dedicato a Topolino, che sarà poi conosciuto nel 2010, anno della sua uscita su Nintendo Wii, con il nome di Epic Mickey. Come suggerisce il titolo, il gioco avventuroso voleva raccontare una storia a dir poco epica con protagonista l’amatissima mascotte di Walt Disney, nella quale i personaggi dimenticati e mondi oscuri diventano inaspettatamente importanti. Topolino farà squadra ad esempio con Oswald, altro celebre personaggio al quale lo stesso Topolino rubò la popolarità (è una bella e lunga storia della lotta tra Disney e Iwerks, ma non è il momento per raccontarla) e la cui delusione sta alla base stessa del gioco.
Epic Mickey riscosse un discreto successo, tanto da generare nel 2012 il sequel Epic Mickey 2 nel quale Oswald, per il quale Disney aveva anche fatto un investimento per rientrare in possesso dei diritti, tornò e con un ruolo ancor più importante. Il tutto, naturalmente, senza riuscire a oscurare la stella di Topolino, inossidabile e inafferrabile. Sfortunatamente, nonostante il duro lavoro di Spector e le grandi ambizioni, Epic Mickey 2 fu un flop, raggiungendo a malapena le vendite del predecessore nonostante fosse stato lanciato su tutte le piattaforme in circolazione. Un gran peccato, perché Disney, che non è una onlus, fermò il progetto di Spector, bloccando i lavori sul già pianificato terzo capitolo. E mentre la storia di Topolino continua, quella di Epic Mickey è ancora lì, ferma da più di un decennio, e probabilmente nessuno saprà mai come sarebbe andata a finire.