Suona molto meglio in inglese: “a feature, not the future” (una funzionalità, non il futuro), queste le parole di John Romero su Call of Duty: Warzone, Fortnite e in generale il panorama battle royale, che secondo lui non rappresenta il futuro degli FPS ma una semplice variazione sul tema.
“Non sono che semplici varianti di un deathmatch” ha detto durante un’intervista. “Insomma non stiamo parlando di un nuovo genere di sparatutto, ma di sparatutto tradizionali. Semplicemente questi titoli vantano una mappa più grande e un numero superiore di giocatori, con match di durata ben definita. Insomma, alla fine è un bel set di regole per un deathmatch”.
Il fulcro del discorso è la convinzione che il panorama sparatutto in prima persona non si sia evoluto molto dalle sue origini, se non al limite per via dell’introduzione a obbiettivi introdotta dalla serie Call of Duty e il focus narrativo di Half-Life 2.
John Romero deve la sua fama per essere stato co-creatore non a caso di uno dei titoli che ha definito il genere, l’originale DOOM. Attualmente è alle prese con lo sviluppo d’un interessante titolo strategico, Empire of Sin, in arrivo entro la fine del 2020 su PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch.
E voi, cosa ne pensate? Ritenere il battle royale un passo avanti nel percorso evolutivo del genere degli sparatutto?
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