Sono oltre 20 anni che siamo orfani di qualcosa che si avvicini a Need for Speed Underground 2. Avvicinarsi a quel mondo così pieno di vibrazioni positive e momenti di spensieratezza è difficile in un mondo come quello odierno, governato dalla velocità. Ecco però arrivare Japanese Drift Master. Definirlo erede spirituale è troppo, quindi potrebbe benissimo classificarsi come cugino acquisito ritrovato. Questo perché Japanese Drift Master condivide tanti aspetti con Need for Speed Underground 2, ma metterlo in confronto con un gioco del 2003 non significa per forza che sia tutto positivo.
Tutto il sapore del Giappone
Preceduto da un prologo di cui potete leggere l’articolo a riguardo, Japanese Drift Master è un racing in grado di coinvolgere più tipi di giocatori, anche non vicini al mondo delle corse. La sua storia è raccontata attraverso il manga dedicato, un medium perfetto per un gioco che prende luogo in Giappone e strizza così l’occhio a Initial D. La totale assenza di cutscene è giustificata e non impatta minimamente sulla qualità globale del gioco. I problemi infatti sono altri, ma li vedremo più avanti.
La nostra avventura inizia in una prefettura giapponese dal sapore misto tra contemporaneo e vintage. Il Giappone è già abbastanza capace a far convivere tradizione e modernità, ad esempio unendo strade tortuose per le derapate e viuzze caratteristiche. Japanese Drift Master decide quindi di abbracciare entrambe le facce e colorare il tutto in modo estremamente vivido. La sensazione è proprio quella di trovarsi in una versione giapponese dei vecchi racing arcade, con un comparto grafico che per certi versi mantiene anche le stesse criticità.
Si parte come sempre dal fondo, con un’auto scassata (per quanto leggendaria) e la necessità di accumulare Yen trasportando il sushi con un certo stile. Velocità e derapate vanno di pari passo. Per quanto sia sufficiente completare le missioni nel tempo utile, le derapate contribuiscono all’arricchimento del portafogli.
Siamo noi a scegliere come derapare
Come consigliato anche da Steam, Japanese Drift Master è un gioco per cui viene consigliato l’utilizzo di un controller. Questo non significa che un classico setup da guida non funzioni, anzi. Il problema è più che altro legato all’utilizzo del freno a mano, quasi sempre necessario per iniziare la derapata. Se il proprio simulatore non include una leva apposita, Japanese Drift Master perde parecchio in fruibilità a meno che non lo si giochi coi normali aiuti alla guida.
Ci sono infatti due modi per godere dell’esperienza. Con tutti gli assist, per una guida puramente arcade e rilassata, oppure senza alcun aiuto per chi vuole una vera sfida tra le mani. Japanese Drift Master infatti non perdona quando si vuole il pieno controllo dei suoi pedali. Tutti gli automatismi vengono a mancare, quindi è questione di frazioni di secondo tra una derapata controllata e un testacoda.
Questa scalabilità è il vero punto forte di Japanese Drift Master, il cardine che permette a tutti di imparare a derapare e divertirsi. Basta infatti un controller e un minimo di pazienza, poi è sempre possibile approfondire la questione e dedicarsi al vero tuning. Una volta sbloccata la possibilità di modificare nel profondo le performance della vettura, i veterani possono infatti sbizzarrirsi e trovare l’assetto perfetto.
Una mappa che osa troppo
Come detto prima, Japanese Drift Master miniaturizza il Giappone in modo molto variegato nella sua mappa di gioco. Il fatto che la guida non sia mai a velocità troppo elevate, oltre alla presenza di numerosi tornanti da percorrere con stile, rendono questa mappa ancora più grande. Qui sorge un problema: è fin troppo grande per il tipo di guida che sponsorizza.
Questo non lo si nota nelle prime battute di gioco perché diventa preponderante più avanti. Gli eventi della storia principale si spostano infatti in posizioni completamente diverse dalla mappa e per quanto sia possibile viaggiare velocemente verso ogni garage, non è detto che questi siano così vicini. I viaggi verso le attività possono richiedere anche 10 minuti di guida continua, come calcolato dal gioco stesso nel suo navigatore. Forse è divertente la prima volta, poi diventa un sistema frustrante e macchinoso, oltre che una perdita di tempo. L’autostrada esiste, ma i suoi ingressi sono troppo poco frequenti affinché venga utilizzata con criterio.
La situazione peggiora ulteriormente per via del traffico. Già le strade sono tortuose e strette, se poi si formano trenini da 6/7 auto in entrambe le direzioni stiamo freschi. Derapare diventa possibile solo facendo il pendolo sui rettilinei, perché nei tornanti c’è l’enorme probabilità di schiantarsi coi veicoli in senso opposto nel nostro angolo cieco.
Altre situazioni spiacevoli si verificano per via degli elementi a bordo strada, come cartelli, pali e ringhiere. Alcuni sono distruttibili, altri no, altri lo sono in determinati punti e determinate situazioni. La mancanza di coerenza è un fattore piuttosto comune, purtroppo.
Anni 2000 sotto più aspetti
Terminiamo con l’occhio, che vuole la sua parte. Se Japanese Drift Master si può accostare a Need for Speed Underground 2, lo si deve anche alla sua veste grafica. I colori e le luci rimandano proprio al vecchio (fa male dirlo) titolo di EA Games. Avete presente quando ripercorrete nella vostra mente le immagini videoludiche dell’infanzia, per poi rendervi conto che in fin dei conti la grafica non era poi un granché? Japanese Drift Master incarna esattamente questo ricordo. Visivamente è il modo in cui ci ricordiamo di Underground 2. Nel 2025 forse si potrebbe fare leggermente meglio, con gli strumenti a disposizione.
Un altro dettaglio condiviso è lo stile del tuning, che permette di modificare pezzi ormai caduti nel dimenticatoio come fari e interni. Peccato solo che non si possano applicare aerografie, altrimenti saremmo stati in compagnia di un buon editor. Ottima invece la parte performance, approfondita quanto basta e quanto serve per giustificare ogni modifica una volta iniziata la derapata.
La recensione in breve
Japanese Drift Master è un buon racing da prendere con le pinze. Le sue criticità sono facilmente risolvibili con qualche patch e il fatto che esista una roadmap è estremamente positivo per il futuro del gioco. Alcune meccaniche di gioco, soprattutto per quanto riguarda la mappa, sono inspiegabili nel 2025. Capiamo la voglia di mantenere determinati canoni dei giochi arcade vecchio stile, ma il tempo è denaro e occorre comunque rimuovere la maggior parte degli ostacoli al gameplay. Derapare è molto divertente, quando ci viene data la possibilità di farlo senza pensieri.
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Voto Game-eXperience