Itch.io ha ufficialmente avviato una stretta sulla pornografia videoludica, seguendo sostanzialmente le orme di Steam. Difatti il celebre portale indie ha annunciato di aver censurato tutti i giochi NSFW e a contenuto sessualmente esplicito dal proprio motore di ricerca e dalle pagine di navigazione. La decisione, arrivata in modo improvviso e senza preavviso, è stata presa per rispondere alle pressioni esercitate dai partner finanziari, ovvero le compagnie che gestiscono le transazioni economiche sulla piattaforma.
Come ricorda Polygon, il caso è esploso dopo le polemiche sollevate dal gioco No Mercy, una visual novel dai contenuti estremi, temporaneamente ospitata su Itch.io e successivamente rimossa ad aprile, con la sua presenza che ha innescato una campagna da parte del gruppo australiano Collective Shout, che ha indirizzato segnalazioni formali ai circuiti di pagamento usati sia da Itch.io che da Steam. Di fronte al rischio di perdere la capacità di elaborare transazioni—un elemento vitale per la sopravvivenza di qualsiasi marketplace digitale—Itch.io ha reagito con urgenza, eliminando la visibilità pubblica dei contenuti incriminati.
Attualmente, è in corso una revisione completa del catalogo NSFW per garantire la piena conformità con le policy dei processori di pagamento e durante questa fase, le pagine restano deindicizzate, ed in alcuni casi potrebbero essere rimosse definitivamente. Vista questa novità, i creatori saranno obbligati a confermare che i loro contenuti rispettano le regole imposte da questi partner esterni, con gli sviluppatori interessati riceveranno comunicazioni via email direttamente dal team di supporto della piattaforma.
Leggiamo il comunicato condiviso da Itch.io:
“Abbiamo deindicizzato tutti i contenuti per adulti NSFW dalle nostre pagine di navigazione e ricerca. Comprendiamo che questa azione sia improvvisa e destabilizzante e ci scusiamo sinceramente per la frustrazione e la confusione causate da questo cambiamento. Di recente, siamo stati oggetto di un’indagine da parte dei nostri partner di pagamento in merito alla natura di alcuni contenuti ospitati su itch.io. A causa di un gioco intitolato No Mercy, temporaneamente disponibile su itch.io prima di essere bannato ad aprile, l’organizzazione Collective Shout ha lanciato una campagna contro Steam e itch.io, indirizzando le proprie preoccupazioni ai nostri partner di pagamento in merito alla natura di alcuni contenuti presenti su entrambe le piattaforme. Aggiungiamo che la nostra capacità di elaborare i pagamenti è fondamentale per ogni creatore sulla nostra piattaforma e per garantire la nostra continuità operativa e la fornitura di un marketplace per tutti gli sviluppatori, dobbiamo dare priorità al rapporto con i nostri partner per i pagamenti e adottare misure immediate per la conformità.
Precisiamo inoltre che stiamo attualmente conducendo una revisione completa dei contenuti per garantire di poter soddisfare i requisiti dei nostri processori di pagamento, con le pagine che rimarranno deindicizzate durante il completamento della nostra revisione. Una volta completata questa operazione, introdurremo nuove misure di conformità. Per le pagine NSFW, ciò includerà un nuovo passaggio in cui i creatori dovranno confermare che i loro contenuti siano consentiti dalle policy dei rispettivi partner di pagamento collegati al loro account. Parte di questa revisione prevede la rimozione permanente di alcune pagine da itch.io. Gli account interessati saranno avvisati tramite l’indirizzo email del loro account dal nostro indirizzo di supporto”.
Itch.io si è scusata per la natura repentina della decisione, definendo la situazione come critica e in rapida evoluzione. L’intento dichiarato è quello di proteggere l’infrastruttura centrale della piattaforma, ma la manovra solleva interrogativi più ampi: come già osservato nel caso di Steam, questo intervento dimostra l’enorme influenza che le istituzioni finanziarie possono esercitare sulla distribuzione dei contenuti digitali. Anche al di là del merito delle singole produzioni coinvolte, l’episodio segna un precedente rilevante nel rapporto tra censura, contenuti creativi e potere economico nell’industria videoludica.