Ho un rapporto fantastico, con la community del mio canale Twitch, e lo si vede dal fatto che ci vogliamo bene anche quando non andiamo d’accordo su argomenti che potrebbero facilmente far nascere faide interminabili tra videogiocatori. Come lo scontro tra Fisico e Digitale, per esempio. Con le maiuscole, sì. Perché non si tratta solo di due diversi metodi per la distribuzione di contenuti. Si tratta proprio di due diverse, e spesso incredibilmente contrastanti, filosofie di vita.
Sapete benissimo di cosa sto parlando, no? Non c’è bisogno che vi spieghi. Anzi, se state leggendo questo pezzo, su questo sito (ringrazio la bella gente di Game-eXperience per l’ospitalità), molto probabilmente vi sarete già un po’ schierati da una parte o dall’altra. E sicuramente, a livello proprio istintivo, avrete già impugnato le vostre armi/argomentazioni preferite. La bellezza di un arredamento costituito da scaffali pieni di romantiche confezioni di giochi contro la comodità di non dover alzarsi dal divano per cambiare disco. La possibilità di prestare o rivendere giochi contro l’opportunità di godere di abbonamenti estremamente convenienti.
E a proposito di armi/argomentazioni, vi dico qual è la mia preferita, da un po’ di tempo a questa parte. Frutto di una riflessione non proprio immediata, ma che è emersa in tempi relativamente recenti, esattamente in seguito alle tante, tantissime discussioni che ho portato avanti, con piacere, sull’argomento. Sì, perché, sia chiaro, per me non è una guerra, ci mancherebbe. È più un continuo e intenso confronto tra opinioni.
Dicevo, la mia argomentazione preferita. Ah, sì, giusto, scusate, forse prima è meglio chiarire anche questo: sono “fan” del digitale. Da tipo sempre. Per farvi capire quanto “sempre”, vi dico che circa vent’anni fa ho abbandonato Magic the Gathering cartaceo per giocare solo alla sua versione ufficiale online. Comprando e collezionando carte digitali. Davvero. Ora magari sembra una roba normale, ma vi assicuro che nel 2002 o nel 2003 per la maggior parte delle persone non era normale neanche comprare robe fisiche online usando la carta di credito. Per molti non era normale neanche usare la carta di credito in generale, a dirla tutta. Figuriamoci usare la carta di credito, online, per comprare… robe digitali! E insomma. Altro indizio sulla mia convinzione: dal 28 maggio 2010 ho smesso di comprare qualsivoglia contenuto di intrattenimento (o di informazione) in formato fisico. Niente più libri, riviste, giornali, fumetti, film, serie TV, album musicali e videogiochi su supporto fisico. Ho usato solo quello che mi veniva regalato o passato per lavoro. Ma di mio, da quasi undici anni, non compro più niente che non sia solo ed esclusivamente digitale. E, sì, se ve lo state chiedendo, ho preso la PS5 Digital Edition, e avevo goduto quando è stata annunciata.
Comunque, dicevo. La mia argomentazione preferita, nelle discussioni con topic Fisico vs Digitale, è che il videogioco è digitale. Eh, sì. Totalmente. Non c’è niente di analogico, di fisico, nella riproduzione di un videogioco. Quando si applica lo stesso tipo di scontro alla musica, per esempio, beh, l’analogico nella musica può avere senso. Poi anche lì può valere tanto la maggiore comodità del digitale, specie se parliamo di formati audio lossless o lossy, ma effettivamente una registrazione analogica, su un vinile, fatto suonare su un impianto analogico, può avere il suo perché. O se parliamo di fumetti, per dire. Dove il tenere in mano un albo aperto, favorendo così la visione contemporanea di due tavole, che rientra nettamente nel linguaggio usato (anche solo inconsciamente) dagli sceneggiatori, ancora non è facilmente riproducibile dalla maggior parte dei tablet in commercio. Insomma, ci sono media dove l’analogico e/o il fisico hanno ancora senso, a prescindere dall’affetto che si può nutrire nei loro confronti. Hanno senso. Hanno un perché.
Ma il videogioco no. Il videogioco è full digital. È idea che diventa codice che diventa magia. Non ha niente di fisico e niente di analogico. Ogni volta che si installa un gioco da un supporto fisico, non si fa altro che ottenere gli stessi identici file che si otterrebbero scaricando la versione digitale di quello stesso gioco. Non suona in modo diverso, non si legge in modo diverso, non succede niente in modo diverso, non c’è alcuna perdita di qualità. È la stessa identica cosa. È uguale, come direbbe il buon Galeazzi.
È per questo che sono per il digitale. Perché a me piace (da morire) il videogioco, non la sua confezione. Il contenuto, non il contenitore. E proprio sono innamorato dell’idea che esista questa forma di intrattenimento completamente digitale. Non credo sia un’argomentazione in grado di convincere chi magari deve fare i conti con l’assenza di una linea internet adeguata, tantomeno chi è ormai schiavo (in senso anche positivo, eh) del collezionismo fisico. Però, se non ci avevate mai pensato prima, fatelo adesso. Rifletteteci: il videogioco è digitale, non fisico. Ed è così da sempre.