In occasione del Reboot Develop 2018 andato in scena la scorsa settimana, Mike Wilson, co-fondatore di Devolver Digital, ha affrontato un argomento decisamente delicato: l’ignoranza e la violenza di alcuni videogiocatori.
L’uomo ha infatti affermato come i team di sviluppo, soprattutto quelli più piccoli e indipendenti, si ritrovano ad avere a che fare con un pubblico che pretende dai loro titoli gli stessi valori produttivi dei giochi tripla A.
Il problema quindi è che questa parte di videogiocatori non si rendono conto che un titolo indie, sviluppato da 5 persone (tanto per fare un esempio) non possa avere la stessa qualità complessiva di un gioco a cui hanno lavorato 300 persone per 4 anni, con un budget alle spalle decisamente importante.
A questo punto, puntuale come un orologio svizzero, vengono rivolte le peggiori offese a questi piccoli team di sviluppo, affermando che i loro lavori sono spazzatura, grezzi, incompleti e partoriti da menti semplici e non illuminate come quelle degli sviluppatori che hanno dato vita all’ultimo gioco tripla A del momento.
Questa parte di pubblico tende a dimenticare che dietro il monitor ci sono persone che coltivano speranze e desideri alimentate, quotidianamente, da grandi sacrifici per tentare di realizzarli.
D’altronde deve essere decisamente brutto e svilente veder piovere su di sé una valanga di insulti senza cognizione di causa, giusto per far del male a chi ha lavorato giorno e notte ad un qualcosa a cui credeva fermamente. Ma alla fine si sa: è molto più difficile tentare di creare qualcosa piuttosto che distruggerla.
Eccovi alcune parole dell’uomo:
“Il problema più grande è che adesso bisogna rispondere alla community con cadenza regolare. Si tratta di qualcosa con cui gli artisti non si sono mai dovuti confrontare finora. Lì fuori ci sono molte persone che provano a fare qualcosa di molto difficile: creare un gioco che possa distinguersi da tutti gli altri, magari contando su un team composto da due o tre persone, mentre i giocatori pensano che ci sia un enorme studio dietro.
La community dei giocatori è…molto brava ad assumere comportamenti stron*i online, e sinceramente non riesco a comprendere il motivo di tutto questo astio. Quando hai avuto una giornata difficile e su Twitter vedi migliaia di persone che concordano nel definirti una mer*a, gli sviluppatori più sensibili potrebbero subire un certo contraccolpo. Spero che la situazione possa tranquillizzarsi, perché in fin dei conti è molto interessante avere uno scambio continuo tra autori e pubblico.”