God of War seppe impressionare a suo tempo, nel 2018, su PlayStation 4, ma c’era un problemuccio: i tempi dei viaggi rapidi. Nella versione originale del gioco ci voleva quasi un minuto pieno per viaggiare da un capo del mondo di gioco all’altro.
Dal momento che God of War non taglia mai da Kratos, le schermate di caricamento si sono dovuti mascherare con porte e ascensori. Naturalmente, ciò poneva problemi per un sistema come il viaggio rapido, che, in molti giochi, semplicemente porta il giocatore su una schermata separata prima di riportarlo nel mondo di gioco (alla locazione meta del viaggio).
God fo War puntò di più sull’immersione, tuttavia, crando una sorta di dimensione a parte in cui Kratos e i suoi amici potevano caminare – una sala d’attesa circolare, essenzialmente – qui si aspettava finché non compariva la porta per la nuova destinazione, permettendo di procedere con il viaggio.
Il porting per PC di God of War, d’altra parte, vanta caricamenti pressoché istantanei. Questo si denota dalla presenza perenne della porta d’uscita dal caricamento – sempre presente se non c’è storia, o pronta a comparire appena questa finisce quando presente. A meno che qualcuno stia parlando, le attese stanno a zero. Il problema: i personaggi di questo gioco parlano spesso. Dunque, nell’attesa che i vari dialoghi finiscano, spesso ci si ritrova comunque ad aspettare i tempi che si aspettavano su PlayStation 4, prima di uscire.
Impressiona come Sony Santa Monica abbia saputo tramutare i tempi di caricamento e le schermate che le caratterizzano in qualcosa di strettamente legato alla narrazione di God of War. Impressiona oggi come nel 2018. Impressiona al punto da aver reso quasi superflua la maggiore velocità di caricamento dei PC moderni, perché in fin dei conti il caricamento stesso è una parte del gioco e della storia che narra, e tagliare quelle parti sarebbe un peccato.