Kena Bridge of Spirits è un successo, questo è fuori da ogni dubbio, e parte di questo successo è merito del comparto artistico, che rende un mondo colorato, vivace e a tratti molto tenero e, in termini di tenerezza, niente in questo gioco eguaglia i dolcissimi Rot, che sono immediatamente diventati il simbolo del gioco di Ember Lab da poco debuttato su PC Windows, PlayStation 4 e PlayStation 5.
Piccole creature, dall’aspetto goffo e gli occhioni grandi, queste creature hanno subito fatto breccia nel cuore di ogni felice possessore di una copia di Kena Bridge of Spirits e non solo. Forse, però, non sapete che da principio queste dolcissime creature dovevano essere cattive.
Lo hanno dichiarato Michael Grier, chief of Creative, e Thomas Varga, producer del gioco, nel corso di un’intervista concessa a Loadout. Hanno colto l’occasione, tra le altre cose, per parlare di come si sono evoluti i simpatici Rot nel corso dello sviluppo di Kena Bridge of Spirits. Da principio infatti dovevano essere nemici di Kena, e il loro aspetto era più simile a quello di blob sformati composti di una sostanza oleosa e densa, rappresentando la forma fisica (e liquida) della corruzione.
La decisione di renderli invece dei buoni, nonché comprimari dell’avventura, è giunta in seguito, costringendo il team di sviluppo a un non indifferente lavoro per rifare il loro design. Compito per il quale Ember Lab si è fortemente ispirata alle opere dello Studio Ghibli (e la cosa, a pensarci bene, è lampante, ndr).
“Abbiamo iniziato traendo ispirazione dai personaggi dello Studio Ghibli, come quelli di Principessa Mononoke, La Città Incantata e Il Mio Vicino Totoro, per poi includere elementi della vita vegetale per collegarli all’ambiente e consentire loro di mimetizzarsi”.
Cosa ne pensate? Hanno fatto bene a tramutare i Rot nelle simpatiche e dolci creaturine che sono oggi, o avreste preferito vederli nella forma pensata originariamente per loro? Ditecelo nello spazio dedicato ai commenti!