L’imposizione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump sta innescando una guerra commerciale che influenzerà pesantemente il settore tecnologico. Console per videogiochi, GPU, processori e altri dispositivi potrebbero subire rincari significativi, incidendo sui consumatori di tutto il mondo.
Difatti a causa delle tariffe del 25% su Messico e Canada e del 10% sulla Cina, il costo dei componenti importati crescerà, rendendo più costosi laptop, smartphone e hardware da gaming. Questa situazione potrebbe avere conseguenze a lungo termine, alterando il mercato globale dell’elettronica e rallentando l’innovazione.
Le nuove tariffe applicate dagli Stati Uniti colpiscono in modo sproporzionato Messico e Canada, le cui esportazioni dipendono in gran parte dal mercato statunitense. Le esportazioni di questi paesi verso gli USA rappresentano rispettivamente il 78% e il 77% del loro export totale, mentre l’export statunitense verso Messico e Canada costituisce solo il 16-17% del totale. Questo squilibrio potrebbe portare a ritorsioni economiche e un rallentamento della crescita.
L’aumento delle tariffe si tradurrà di conseguenza in tutta una serie di rincari sui componenti tecnologici provenienti dalla Cina, come schede grafiche, processori e memorie, con incrementi di prezzo stimati fino al 40%. Anche laptop e tablet potrebbero subire aumenti del 46%, mentre il prezzo delle console per videogiochi potrebbe crescere del 40% e quello degli smartphone del 26%. La Consumer Technology Association ha espresso preoccupazione per l’impatto negativo che queste misure avranno sui consumatori e sulle aziende del settore.
Le aziende leader nel settore della tecnologia, tra cui NVIDIA, AMD e Microsoft, stanno cercando soluzioni per mitigare l’effetto dei dazi, ma è probabile che i rincari si riflettano direttamente sui consumatori. In tutto ciò è bene ricordare che questa situazione si verifica in un momento critico per l’industria, con la crescente concorrenza nel settore dell’IA e le tensioni tra Stati Uniti e Cina per l’approvvigionamento di chip. Inoltre, il rischio di nuove tariffe su altri paesi BRICS potrebbe amplificare l’instabilità economica.
Secondo gli analisti, se i dazi resteranno in vigore per più di un anno, l’economia statunitense potrebbe subire un calo medio del 2% annuo fino al 2026. La possibilità di ulteriori tariffe del 100% su determinati paesi potrebbe aggravare la situazione, con il tasso medio dei dazi statunitensi destinato a salire al 22%, oltre cinque volte la media degli ultimi 30 anni. Gli investitori stanno già valutando l’impatto di questa guerra commerciale, cercando di anticipare le conseguenze di un mercato sempre più instabile.
Nel frattempo, il prezzo dell’energia rappresenta un ulteriore fattore critico: se il costo del petrolio non dovesse scendere drasticamente, è improbabile che possa compensare l’impatto negativo delle tariffe. Gli esperti prevedono che gli alti tassi di interesse continueranno almeno fino al terzo trimestre del 2025, contribuendo ulteriormente all’aumento dei prezzi e alla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori.
The trade war has officially begun, here’s our take on it:
1. New tariffs of 25% on Mexico, 25% on Canada, and 10% on China are now live. We must first put this into perspective
2. Mexico and Canada’s exports to the U.S. account for approximately 78% and 77% of their total…
— The Kobeissi Letter (@KobeissiLetter) February 2, 2025