Horses, l’intenso e peculiare videogioco narrativo di Santa Ragione, è diventato in pochi giorni uno dei titoli indipendenti più discussi al mondo. Dopo essere stato bannato da Steam ed Epic Games Store, il gioco ha attirato una curiosità enorme, fino a conquistare in brevissimo tempo il primo posto tra i più venduti su GOG. Un risultato notevole, frutto di un’improvvisa ondata di attenzione mediatica, di articoli, recensioni e discussioni che hanno trasformato un’opera di nicchia in un fenomeno virale.
Eppure, dietro a questo apparente lieto fine, la situazione dello studio resta fragile. Come racconta il co-fondatore e produttore Pietro Righi Riva a The Verge, il ban da Steam ha messo Santa Ragione a serio rischio di chiusura due anni fa, costringendolo anche a indebitarsi per completare il progetto. L’interesse generato dai ban ha certamente aiutato: Riva ritiene di riuscire a restituire buona parte dei circa 50.000 euro ricevuti in prestito per coprire il budget di sviluppo, che ammontava a circa 100.000. Anche il regista del gioco, Andrea Lucco Borlera, inizialmente preoccupato, oggi è entusiasta dell’attenzione e della profondità con cui il pubblico sta interpretando l’opera.
Ma tutto questo non basta. Riva lo ribadisce a The Verge con chiarezza: “Non siamo ancora fuori pericolo”. Nonostante la visibilità ottenuta, nessuna piattaforma può sostituire l’esposizione offerta da Steam, che domina il mercato PC. Per un piccolo studio che non può permettersi porting costosi su console, essere banditi da Steam significa perdere l’accesso al pubblico principale e ridurre drasticamente le prospettive economiche. Anche se GOG e altri store hanno sostenuto il progetto, i numeri restano lontani da ciò che il titolo avrebbe potuto raggiungere sulla piattaforma di Valve.
La vicenda solleva inoltre una questione più ampia: la possibilità che i ban, spesso percepiti dagli sviluppatori come arbitrari o incoerenti, inneschino un clima di autocensura. Riva teme che molti creativi — lui compreso — inizieranno a evitare temi rischiosi per non compromettere il lancio dei propri giochi. Un panorama in cui gli autori si sentono spinti a creare opere sempre più “sicure” rischia di impoverire l’intero settore e limitare la sperimentazione artistica.
Oggi Horses è un caso simbolo: un successo costruito controvento, frutto di un’ingiustizia che si è trasformata in visibilità. Ma la storia dimostra anche quanto sia fragile la posizione degli studi indipendenti e quanto un singolo ban possa segnare un progetto, una carriera e un team intero. Santa Ragione, pur riconoscente per il supporto ricevuto, continua a muoversi in un equilibrio precario, sperando che questo momento di notorietà si traduca in una stabilità duratura — e in un futuro meno incerto per i suoi prossimi lavori.
