Il 4 settembre è arrivato sugli scaffali digitali Hollow Knight: Silksong, proposto a un prezzo di 19,99€ su PC, Xbox, PlayStation e Nintendo Switch 1 e 2. Una cifra che ha fatto la gioia dei giocatori, ma che ha acceso un dibattito tra sviluppatori e analisti: è davvero un prezzo adeguato per un titolo di queste dimensioni? Alcuni sostengono di no, perché rischia di stabilire standard insostenibili per altri team indie.
Come leggiamo su Eurogamer, secondo RJ Lake, compositore e director indipendente, Silksong “dovrebbe costare 40 dollari” per riflettere i contenuti e gli anni di lavoro investiti. La paura è che i giocatori inizino a percepire 20€ come il prezzo “giusto” per produzioni complesse, quando la maggior parte dei piccoli studi non può permettersi di investire sei anni di sviluppo per poi vendere a una cifra così contenuta. Team Cherry si trova in una posizione privilegiata: il successo del primo Hollow Knight, con 15 milioni di copie vendute, ha dato al team sicurezza economica e libertà creativa.
Il prezzo di Silksong ha avuto effetti immediati anche sul mercato. Alcuni sviluppatori hanno spostato date di uscita e riconsiderato i listini: è il caso di Star Birds di Toukana, rimandato di una settimana e con prezzo in discussione, o di Baby Steps di Devolver Digital, spostato a fine settembre per non essere oscurato dal lancio del metroidvania.
Lo sviluppatore RJ Lake, director di Unbeatable, ha affermato che “Silksong onestamente dovrebbe costare 40 dollari e non sto scherzando. Non voglio dire che il prezzo è sbagliato, ma avrà degli effetti e non tutti saranno positivi“.
Altri editori, come No More Robots, sottolineano che il prezzo resta comunque una variabile delicata: oggi i giocatori comprano meno giochi e spesso scelgono titoli economici come Peak, che ha sfondato grazie al costo bassissimo. In questo contesto, Silksong a 20€ può essere visto come una mossa strategica per garantire il massimo pubblico, anche se a prezzo ridotto.
Non tutti però condividono la preoccupazione. Gareth Damian Martin, autore di Citizen Sleeper 2, ricorda che i giocatori accettano variazioni di prezzo se giustificate dai contenuti e che un singolo titolo non basta a rivoluzionare il mercato indie. Analisti come Alisa Jefimova avrebbero spinto Silksong a 25€, con sconto di lancio, mentre altri credono che 20€ sia la scelta migliore per massimizzare vendite e consenso della community. In tutto questo ricordiamo che anche il creatore di No Man’s Sky ha commentato il prezzo del gioco.
La verità è che Silksong si trova in una posizione unica: è un gioco indie atteso come un blockbuster tripla A, e proprio questo squilibrio alimenta la discussione. Per Team Cherry, che non ha pressioni economiche immediate, la priorità è probabilmente la soddisfazione del pubblico. Resta da capire se questo prezzo diventerà un punto di riferimento per il mercato o se resterà solo un caso isolato legato a uno dei giochi indie più attesi di sempre.