High on Life è in un primo momento, divertente. E’ scanzonato, esilarante, gradasso e tutto ciò che ci si può aspettare dal progetto di Squanch Games, studio fondato dal co-creatore di Rick e Morty, Justin Roiland. Ma il divertimento lascia presto spazio alla dura realtà, non tutto è facile e divertente come sembra – il chè non significa che non sia bello nel suo essere appassionato e scanzonato. Questo sparatutto in prima persona trae ispirazione da Doom e Metroid Prime, ma le mescola con umorismo molto chiassoso, non sempre adatto a tutti e assolutamente, deliziosamente becero.
Sotto l’effetto di polverine e adagi strani
Avendo un minimo di familiarità con il lavoro precedente di Roiland, che si tratti di Rick and Morty o Trover Saves the Universe, viene facilmente da chiedersi cosa aspettarsi dall’universo fantascientifico irriverente di High on Life. Gli umani vengono chiamati “alieni pelosi”; gli NPC maledicono, divagano e balbettano; tutto è molto viscido (letteralmente) si va avanti di botta in botta con una violenza devastante. Dopo un’esilarante sequenza di apertura in cui la Terra viene invasa da trafficanti di droga alieni, e dopo aver visto la fine del suo vecchio vicino completo di motorino per l’assistenza motoria, che viene direttamente “assimilato” e usato come fonte di sballo, il protagonista e sua sorella entrano in possesso di Kenny, una pistola parlante senziente di origine Gatlian che trasporta la sua casa nella città di Blim. Per cercare di fermare il cartello e salvare la Terra, il protagonista senza nome diventa un cacciatore di taglie, facendosi strada attraverso il cosmo.
High on Life, simulatore di (quasi) Rick & Morty
In High on Life, il mondo di Blim è un hub straordinariamente realizzato, pieno di luoghi da esplorare come il Banco dei pegni, stand gastronomici, negozietti, panchine, bassifondi più vari altri punti a cui si potrà accedere solo col tempo ed una serie di risposte assurde a degli NPC sempre attenti nel vedere cosa facciamo e come gli rispondiamo, o anche solo se ci allontaniamo. Un mondo in cui credo per sommi capi di aver sentito ogni parolaccia esistente nell’universo finito e non finito, umorismo nero, riferimenti alla copulazione ed altra roba che non vi sorprenderà affatto. Nonostante le risate e la palette cromatica colorata, lo stile di High on Life è innegabilmente per adulti e (sottolineo) solo per loro – non ditevi non avvisati. Passeggiare per questo mondo alieno, dove tutti i biomi sono differenti e così immersivi, ricorda tutta una serie di videogame che dell’immersività fanno il loro forte, tra cui non c’è Fallout 76 (ndr. scherzo da intendersi), ma The Outer Worlds oppure Cyberpunk 2077.
A guidare il giocatore durante il suo viaggio è in primis il tutorial, perfetto nella sua concretezza, presentato con un’introduzione da Doom che a molti suonerà familiare e che ci permetterà presto di familiarizzare con i comandi, cosa assolutamente indispensabile per passare alle fasi successive. Poi avremo il crescente arsenale di pistole aliene parlanti, doppiate da JB Smoove e lo stesso Roiland. Le Gatlian, queste creature chiacchierone e mortali se usate in combattimento, forniscono dettagli sulla storia, suggerimenti di gioco e molte delle battute più divertenti. Tuttavia, Squanch Games riconosce anche che pistole troppo chiacchierone possono distrarre dall’esperienza, quindi nel menù è possibile trovare strategicamente piazzato l’indicatore, che dà la possibilità di ridurre la frequenza delle conversazioni.
Il combattimento di High on Life sembra un omaggio alla reinvenzione di Doom del 2016 da parte di iD Software. Ogni Gatlian ha un attacco principale che si attiva alla pressione del grilletto sinistro/tasto del mouse sinistro ed una mossa speciale che funziona sul destro con un tempo di recupero più lungo. Kenny, che è una pistola, può sparare un globo verde appiccicoso dalla… bocca di fuoco? Questo fa rimbalzare i nemici in aria e consente di attaccarli con ulteriori proiettili per danni extra. Dopo qualche ora di gioco troveremo anche Gus, un fucile con un potente attacco che risucchia i nemici. Tutte e quattro le pistole principali del gioco hanno questa funzione e ciò consente una grande varietà negli incontri. Knifey è invece lo standard per il combattimento in mischia: alcuni nemici sono invulnerabili o subiscono pochi danni dalle pistole fino a quando non li si pugnala premendo la levetta destra/tasto F sulla tastiera. Knifey, il coltello psicopatico, si trasforma anche in una frusta-rampino che può essere usata per aiutarsi a farsi strada attraverso la calca o nelle situazioni in cui proprio non è possibile toccare terra senza subire danno, come capita dopo la prima oretta di gioco contro i primi avversari più tosti, e contro qualche boss. Le abilità secondarie delle armi possono anche essere usate ingegnosamente per risolvere enigmi negli scenari: far cadere le piattaforme in posizione, lanciare un disco di energia rotante per poi deviarlo manualmente con il coltello o risucchiare i nemici verso il giocatore per spazzarli via con tutta calma.
Una delle parti più importanti di High on Life è ovviamente trovare valuta, anche chiamata Spaces Pesos, per acquistare aggiornamenti e mod per la tuta spaziale e le armi. I pesos vengono guadagnati una volta uccisi i nemici, in piccole quantità raccoglibili dai cadaveri. Il completamento delle taglie aliene fa guadagnare grosse somme e ci sono casse viventi che Knifey può aprire a coltellate, molto più remunerative. Trovare questi forzieri è legato allo sblocco delle abilità della tuta e delle armi ed è uno degli incentivi chiave per l’esplorazione e il ritorno agli ambienti precedenti. C’è un contatore in alto a destra dello schermo per ogni area che fa sapere quanti forzieri si possono trovare, mentre il radar in basso a sinistra funge anche da localizzatore di forzieri.
In High on Life si capisce anche cosa intendessero gli sviluppatori quando hanno spiegato come il gioco abbia qualità da Metroidvania, a partire dal tutorial per finire direttamente nelle prime ore di gioco. Oltre ad aggiornare le statistiche, è possibile sbloccare oggetti che aprono nuove aree su vecchi pianeti. Questi includono jetpack e stivali magnetici, nuove modalità di fuoco e movimento attraverso nuove piattaforme (“ma non il doppio salto” cit.). Con la disposizione lineare dei livelli, tuttavia, esplorarli equivale al perdere una lotta nell’intento di trovare percorsi nuovi ed entusiasmanti: meglio avere del tempo da spendere per inseguire le taglie a proprio piacimento, facilitandosi la vita, potenziandosi ed evitanto inutili sacrifici di tempo e fatica. Perchè si, il gioco in questo caso può risultare incredibilmente frustrante, rendendo faticoso al giocatore frettoloso il procedere senza intoppi, per via del numero e della potenza crescente dei nemici.
Trafficanti alieni tutti da menare
High on Life non sembra molto appetibile per chi non è già uno fan sfegatato dello stile comico di Justin Roiland: a parte la storia assolutamente geniale e ridicola, che ogni tanto fa delle riflessioni e colpisce dritta al cuore, il gioco parla di un’avventura fantastica con tutta una serie di armi che chiaccherano spensierate di cose improbabili, che ci danno addosso o parlano costantemente facendo le nostre veci – il protagonista difatti non parlerà mai, saranno sempre e solo le armi a rispondere. High on Life è una delle esperienze più settoriali e difficili degli ultimi anni. Tutto il bell’aspetto e l’umorismo del mondo non potrebbero salvare un gioco se non è divertente da giocare; per fortuna, High On Life offre molta varietà in combattimento e ha un sistema di esplorazione soddisfacente, anche se frustrante preso per le lunghe. Il lavoro sulle texture (visto in partenza dal suo trailer di debutto allo showcase Xbox) è stato ottimo; i personaggi ed il terreno possono sembrare semplici e la geometria non è complessa, ma questo è un bene e dona al gioco una patina cartoonesca che si vede poco spesso in questi prodotti, che tendono per lo più all’iper-realismo. Gli effetti e lo stile artistico generale sono esplosivi, fantastici al netto di qualche pecca qua e là. Ho giocato alla versione Xbox Gamepass del gioco e i tempi di caricamento sono stati brevi e poco fastidiosi.
High on Life ovviamente punta tutto sul cast voci, ovvero la personalità di ogni arma dalla chiacchiera facile guadagnata. Kenny è doppiato da Justin Roiland, con la sua interpretazione già sopra le righe. Il cast vocale è davvero impressionante e fa un ottimo lavoro su tutta la linea, pieno di momenti improvvisati e di battute involontarie, proprio come negli altri giochi di Squanch e i cartoni animati su cui il signor Roiland e la compagnia hanno lavorato in passato. Il gioco è interamente localizzato in italiano per quanto riguarda testi e interfaccia, ma non doppiato, e permette di trascorrere circa 8-10 ore piacevoli con la versione Gamepass. Le prestazioni sono piuttosto solide nel complesso su Gamepass (lo potete trovare anche su Steam, qui ), High on Life gira a 60 fps fluidi.
Versione testata: PC
Piattaforme: PC, Xbox One e Xbox Series X/S
La recensione in breve
High on Life è un progetto ambizioso per Squanch Games, che viene affrontato con coraggio e passione. Partendo da stardand abbastanza bassi, appare impressionante come High on Life si avvicini così tanto a titoli come Doom ed i Metroid, potendo crogiolarsi con orgoglio nella propria mucosa identità aliena. Inoltre, nè Doom nè Metroid hanno un Justin Roiland di riserva che doppia una pistola molto ciarlona, la nostra fedele compagna di ogni momento. Consigliato solo agli appassionati di Rick & Morty, High on Life è disponibile su PC, Xbox One e Xbox Series X/S (incluso Xbox Game Pass ) dal 13 dicembre.
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Voto Game-Experience