Hideo Kojima ha recentemente condiviso sulle pagine della rivista giapponese un ricordo personale che spiega come sia nato il suo percorso da sviluppatore di videogiochi. Tutto è iniziato nel 1985, quando da giovane laureato in economia affrontava i colloqui di lavoro in un Giappone ancora lontano dal boom economico degli anni successivi. Provenendo da un’università privata di secondo livello, senza esperienze internazionali né contatti influenti, partiva già svantaggiato. Nei colloqui veniva spesso deriso quando ammetteva di scrivere romanzi, e fu costretto a mentire per cercare di adattarsi alle aspettative delle aziende.
Kojima ha affermato ad An An che la svolta arrivò durante un colloquio in un’azienda di apparecchiature mediche: per la prima volta fu completamente sincero e, pur non ottenendo il posto, ricevette un suggerimento che avrebbe cambiato la sua vita. L’HR manager gli disse che era più adatto a un settore creativo e che avrebbe dovuto provare quella strada.
E proprio seguendo quel consiglio, Kojima cominciò a puntare ai videogiochi e ai giocattoli, portando con sé proposte, idee e persino schizzi originali. Questa scelta lo condusse nel 1986 a Konami, dove avrebbe iniziato il percorso che lo portò alla creazione di Metal Gear e alla sua affermazione come uno dei game designer più influenti al mondo.
Oggi Kojima ricorda quell’incontro come il momento decisivo della sua vita. Spiega anche come, una volta passato dall’altra parte del tavolo dei colloqui, abbia scelto di non mentire mai ai candidati e di dare sempre consigli sinceri, proprio come quell’uomo — di cui non ricorda più il nome — che seppe indirizzarlo sulla strada giusta.
In tutto questo ricordiamo che nei prossimi giorni è in programma Beyond the Strand, l’evento dedicato al futuro di Kojima Productions che verrà trasmesso in diretta. Aggiungiamo inoltre che secondo Hideo Kojima stiamo vivendo la terza grande rivoluzione videoludica grazie all’AI.