Hideo Kojima, celebre autore di Metal Gear e Death Stranding, ha sorpreso molti appassionati dichiarando di giocare “forse a un solo titolo all’anno”. L’affermazione è arrivata durante un panel alla New Global Sport Conference, dove il game designer ha spiegato che la sua creatività nasce soprattutto da esperienze al di fuori dei videogiochi. Kojima, infatti, passa molto più tempo a guardare film, leggere libri, visitare musei e incontrare persone che non a completare giochi, convinto che solo così si possa dar vita a opere davvero originali.
Secondo lui, troppi sviluppatori si limitano a prendere ispirazione da altri videogiochi, rischiando di produrre lavori poco innovativi. Al contrario, chi crea dovrebbe aprirsi a influenze esterne, proprio come hanno fatto Mamoru Oshii, regista di Ghost in the Shell, e Katsuhiro Otomo, autore di Akira, che hanno rinnovato l’animazione giapponese grazie anche all’assimilazione di cinema europeo.
Kojima non critica i giovani che passano molto tempo a giocare: lo considera positivo, ma li invita a integrare questa passione con altre forme d’arte e con esperienze di vita reale. Solo così, sostiene, si possono costruire nuovi linguaggi e dare vita a giochi capaci di sorprendere davvero. A suo dire, i videogiochi moderni richiedono ormai decine di ore per essere completati, e questo lo porta a selezionare con estrema cura cosa giocare, preferendo dedicare le sue energie a stimoli che arricchiscano il suo immaginario creativo. “Devo pensare fuori dagli schemi – ha detto – e ciò che accade al di fuori del mondo dei videogiochi è per me più importante da includere nelle mie opere”.
Hideo Kojima ha affermato quanto segue nel corso di una nuova intervista (grazie a GamesRadar):
“Non gioco così tanto. Guardo film, leggo libri, incontro persone e vado nei musei, e non sto copiando nulla da altri giochi. Ovviamente ci sono tanti creatori di videogiochi che guardano soltanto altri giochi. Proprio in tal senso aggiungo che il creatore di Ghost in the Shell, Mamoru Oshii, ed il creatore di Akira, Katsuhiro Otomo, hanno realizzato i loro lavori migliori perché non hanno visto soltanto anime. Hanno visto film europei e hanno voluto portare quell’influenza negli anime. In tutto ciò credo che i giovani giochino molto, ed è un bene. Ma oltre a questo, voglio che le persone sentano l’arte, vedano l’arte e poi la assimilino da sé per creare nuovi giochi. Aggiungo che dovremmo pensare fuori dagli schemi e lasciarci stimolare dalle cose che ci circondano, ed è questo che fanno i creatori. I videogiochi richiedono molto tempo, e probabilmente io ne gioco al massimo uno all’anno. Gioco ai miei titoli per verificarli, ma devo pensare fuori dagli schemi, e per me è più importante includere nei miei lavori ciò che accade al di fuori del mondo dei videogiochi”.
In altre parole, per Kojima creare non significa solo giocare, ma vivere. Un messaggio che invita sviluppatori e appassionati a non chiudersi davanti a uno schermo, ma a guardarsi intorno per trovare nuove ispirazioni.
In tutto questo ricordiamo che Hideo Kojima ha compiuto pochi giorni fa 62 anni ma ha allontanato la pensione: vuole “continuare a creare” finché avrà vita.