Dopo aver lasciato un’impronta indelebile nell’industria con Metal Gear e Death Stranding, Hideo Kojima torna a far parlare di sé, ma questa volta per lodi rivolte ad un altro studio, ad uno team di sviluppo più chiacchierati del momenti: Sandfall Interactive! Difatti il celebre autore giapponese ha dichiarato che Clair Obscur: Expedition 33, l’acclamato RPG dello studio francese Sandfall Interactive, rappresenta per lui il modello ideale di sviluppo per un gioco, visto che è stato sviluppato da un team piccolo, coeso, ma capace di risultati sorprendenti.
Lanciato ad aprile 2025, il titolo è diventato rapidamente uno dei giochi più discussi dell’anno, amato per la sua narrazione cupa ma coinvolgente, l’apprezzato sistema di combattimento a turni ed una colonna sonora evocativa. Ma se pubblico e critica hanno premiato il risultato finale, Kojima ha puntato i riflettori sulla struttura che lo ha reso possibile: un gruppo ristretto di 32 sviluppatori più il cane mascotte, Monoco.
Durante un’intervista a Dexerto, Hideo Kojima ha ricordato come anche lui, ai tempi della fondazione di Kojima Productions, desiderasse mantenere un team snello e agile. Nei primi anni si trattava di una squadra di sei persone. Ma con il passare del tempo e la crescente complessità del settore, il team è cresciuto fino a superare le 200 unità, nonostante il consiglio di George Miller. “Non potevo più seguire tutto di persona,” ha ammesso. “Quando i team diventano troppo grandi, si delega molto, ma spesso l’idea originale si perde nel processo.”
Il papà di Metal Gear Solid ha paragonato la produzione moderna di videogiochi a un processo industriale, quasi da catena di montaggio, dove decine di team diversi lavorano separatamente e si cerca di unire tutto in un secondo momento. In contrasto, Expedition 33 dimostra come un gruppo ridotto possa mantenere coerenza artistica e visione creativa compatta. Per lui, è un perfetto esempio di efficienza, talento e visione: “È così che vorrei lavorare.”
Il successo di Sandfall Interactive non ha solo colpito Kojima per i suoi risultati commerciali, ma anche per aver dimostrato che la grandezza di un’opera non dipende sempre dalla dimensione del team che la realizza. Un punto di vista che lo ha portato a riflettere sulle dinamiche attuali dello sviluppo videoludico, proprio mentre Kojima Productions è impegnata su più fronti: il lancio imminente di Death Stranding 2: On the Beach, il misterioso OD per Xbox, e l’atteso Physint.
Se da un lato l’espansione è stata necessaria per sostenere questi impegni, dall’altro l’esperienza di Expedition 33 rappresenta per Kojima un monito e forse un obiettivo: tornare a una creatività più concentrata, meno dispersa, e più umana.