Checché se ne dica, Ubisoft negli ultimi anni è stata capace di tirare fuori delle nuove IP potenzialmente molto interessanti, tra il mai troppo seguito For Honor al più conosciuto e chiacchierato The Division. Proprio quest’ultima trasposizione delle storie raccontate da Tom Clancy sta per ricevere tra pochissimo un nuovo secondo capitolo, che ha il non facile compito di mostrare al pubblico come la sua formula possa diventare un nuovo punto di riferimento del genere multiplayer. The Division 2, in arrivo a Marzo, ha in questi giorni rilasciato una beta pubblica per permettere a tutti di provare le novità che Washington, nuova location della serie, metterà in campo. Che notizie allora arrivano dalla Zona Nera?
Le demo ci lancerà immediatamente nell’azione, facendoci scegliere per sommi capi un personaggio generato randomicamente, ma che ci dà un’infarinatura generale sulle possibilità offerte dall’editor, mutuato per complessità dal primo capitolo e dall’ultimo Ghost Recon. I primi dieci minuti di gioco, esclusivamente single player, servono principalmente per mettere nuovamente il giocatore in condizione di combattere per la Divisone all’interno della capitale americana martoriata dal collasso sociale e dalle bande di razziatori. Da questo punto di vista, nulla o quasi sembra cambiato. Il primo impatto con The Division 2 non è assolutamente estraniante, anzi, sembra quasi di non aver mai abbandonato New York e il suo inverno infinito, nel bene e nel male. A prima vista le novità principali riguardano la possibilità di sostituire la propria armatura una volta esaurita e la presenza sostanziale di molti più nemici. Nonostante il gunplay del gioco sia rimasto praticamente invariato, senza alcuna particolare vetta raggiunta, abbiamo avuto la netta sensazione che Ubisoft abbia voluto spingere sull’acceleratore con scontri a fuoco molti più estesi e brutali. I nemici adottano tattiche decisamente più aggressive, sono presenti in numero decisamente maggiore rispetto al passato e hanno la brutta abitudine di utilizzare armi e gadget ad alto contenuto di esplosivo, rendendo fondamentale lo spostarsi di continuo da una copertura all’altra per evitare di subire un quantitativo spropositato di danni. Il risultato è di sicuro effetto, con fiamme ed esplosioni che sconquassano la mappa mentre centinaia di proiettili passano sopra le nostre teste, rendendo tutto molto più simile ad uno scenario di guerra totale come forse era intenzione mostrare sin dal principio. Tutto questo ha impatto anche sul movimento dei personaggi, decisamente più fluido in fase di superamento delle coperture, e anche sulla struttura delle mappe, con molte più posizioni da strutturare, soprattutto soprelevate, permettendoci anche di estendere gli scontri in verticale. Una delle limitazioni più invalidanti di The Division era la necessità di scegliere tra tre percorsi di build diversi per il proprio personaggio per essere utile in squadra. Stavolta avremmo accesso ad un arsenale di gadget decisamente più esteso (anche se non troppo), con alcuni ritorni graditi e nuove utilies, così da garantire una personalizzazione più consona al proprio stile di gioco, rimanendo al tempo stesso utili alla squadra. Qeusto è reso possibile anche grazie all’introduzione dei telanti, perk passivi che valorizzeranno il nostro stile, a seconda di quello che andremo a utilizzare, come armi di precisone, esplosivi o droni di supporto.
La novità più grande è ovviamente il cambio di location, dalla gelida New York alla devastata ma lussureggiante Washington, nuovo teatro di scontri della serie. La capitale americana è decisamente diversa rispetto alla Grande Mela (e probabilmente, anche meno affascinante -ndr-), ma resta comunque la fedeltà incredibile con la quale la città è stata ricreata, sino al singolo dettaglio di tutti i suoi monumenti. Questo renderà l’esplorazione molto più interessante, soprattutto grazie ai tanti punti d’interesse presenti. Imparando dai propri errori, Ubisoft ha deciso di rendere Washington una città molto più viva rispetto a New York, dove oltre alla storia principale (dalla durata di circa 40 ore), vivremo anche una serie di story lines parallele, oltre alla Dark Zone, riguardanti le lotte di quartiere nella città. L’esplorazione vi porterà nei paraggi di insediamenti di sopravvissuti da difendere o conquistare, permettendo così alla Divisione di riprendere lentamente il controllo del territorio, aggiungendo anche una sottile componente gestionale, data la necessità di recuperare risorse per permettere ai gruppi di sopravvissuti di tirare avanti. In termini di estensione, Washington, almeno nella parte riservata alla demo (ma plausibilmente verosimile a quella del gioco completo), non sembra particolarmente estesa, non tanto quanto New York almeno, ma siamo sicuri che un season pass con tanto di zone da aggiungere è dietro l’angolo, soprattutto per quanto riguarda la Zona Nera.
A proposito della Dark Zone, appena ne abbiamo avuto la possibilità ci siamo fondati nella parte contaminata della città, alla ricerca di loot più potente e agenti reietti da cacciare. Nulla sembra essere cambiato nella zona PVP, dove la sottile linea tra il loot e la follia collettiva viene finalmente disintegrata. Per chi fosse estraneo alla vicenda, nella Dark Zone c’è la possibilità di effettuare una serie di missioni che vi forniranno un bottino decisamente più invitante rispetto alla campagna principale, con la necessità però di riuscire a conservarlo e farlo evacuare tramite elicottero in punti di spawn ben precisi, segnalati a tutti sulla mappa. Ovviamente a nulla vieta agli altri giocatori di farvi fuori e rubarvi tutto il bottino, trasformando così la maggior parte degli incontri in feroci scontri a fuoco tra lealisti e traditori. Chi decide di tradire gli ideali della divisione viene ovviamente segnalato a tutti gli altri agenti sulla mappa, avviando delle cacce all’uomo leggendarie. Durante la nostra prova, ogni giro nella zona nera era un viaggio verso il fronte, un’overdose di piombo e fiamme che ci ha davvero entusiasmato, dove nulla era certo e la tensione si tagliava con il coltello, trasformando un’esperienza multigiocatore in qualcosa di veramente epico. Anche Ubisoft sembra aver capito quanto la sua Dark Zone sia effettivamente la parte più importante del gioco e ha deciso di potenziarla intensivamente in questo The Division 2. Più zone, molto più bottino, più modalità di caccia all’uomo e la possibilità di violare la rete SHADE per compiere azioni da rinnegato e ottenere il massimo dal proprio comportamento scorretto. A proposito dell’Endgame, pare che una volta raggiunto il livello massimo, i giocatori potranno sbloccare molti più raid con più giocatori, una nuova fazione nemica e tantissimi altri oggetti, così da rimanere attivi per parecchio tempo dopo il temutissimo level cap.
The Divison 2 da un lato ci dà la sensazione che nulla sia cambiato, ma al tempo stesso è palese la volontà di Ubisoft di rimediare agli errori del passato e regalare ai giocatori l’esperienza che meritano. Dal canto nostro questa beta ci ha dimostrato quanto ci sia effettivamente molta carne al fuoco, anche se non tutta molto originale, la Dark Zone rimane comunque il punto focale dell’intera produzione, sul quale sicuramente la maggior parte dei giocatori concentrerà le proprie attenzioni. Rimandiamo quindi qualsiasi tipo di valutazione al prossimo mese, e nel mentre teniamo le dita incrociate.
Versioni disponibili: Pc, PS4, Xbox One
Versione provata: PC