Il 17 luglio del 2014 Bungie pubblicava sugli store delle console Sony e Microsoft la beta di Destiny, l’allora attesissimo progetto che lo studio statunitense covava da diversi anni e che lo portò ad abbandonare i lidi sicuri di Microsoft e della sua creatura Halo per approdare sul molo di Activision. A tre anni esatti dal lancio di questo primo approccio al brand di Destiny, Bungie inaugura l’apertura della closed beta del secondo episodio che sarà disponibile in open a partire da oggi, venerdì 21 luglio, e che chiuderà ufficialmente il 23 dello stesso mese. Vediamo insieme quali sono le principali differenze che emergono da questa prima esperienza rispetto al primo titolo della serie.
La prima cosa che ci verrà detto di fare è di scegliere una classe fra le tre a disposizione, ovvero titano, cacciatore e stregone: chi ha giocato anche solo alla prima beta uscita tre anni fa saprà che queste sono le stesse classi presenti sin dall’inizio, ciò che è stato variato è stato l’inserimento di una nuova sottoclasse che adesso vengono portate a quattro per classe, ciascuna caratterizzata da abilità passive ed attive uniche. L’unica cosa che accomuna le sottoclassi è la terza abilità attiva che affianca le granate ed i vari tipi di “pugni”: nel caso del titano si tratta di uno scudo utilizzabile anche dagli alleati, lo stregone evocherà un cerchio di luce temporaneo che garantirà agli alleati un temporaneo buff delle statistiche ed il cacciatore effettuerà un balzo indietro, utile per districarsi da situazioni particolarmente spinose o pericoli imminenti. Una volta scelta la classe verremo accolti da un filmato in CG che ci introduce alla storia di questo capitolo mostrandoci l’attacco alla Torre e al Viaggiatore della Legione Rossa, una delle più spietate armate dell’esercito Cabal guidata dal Dominus Ghaul. La Legione Rossa è intenzionata a distruggere il Viaggiatore e con esso ogni traccia di Luce presente nell’universo per poter fare in modo che l’Oscurità prevalga. La prima missione fungerà da tutorial e ci proietterà nel cuore della battaglia fra i Cabal intenti a distruggere le difese della Torre ed i Guardiani, con Zavala, Iroka e Cayde in prima linea nel disperato tentativo di salvare i civili, l’Oratore ed i civili. La missione non potrà essere affrontata a più giocatori, ma durante il suo svolgimento abbiamo notato una cosa: una volta raggiunta la piazza davanti alla torre prima di poter procedere sarà necessario sconfiggere tre ordate di Cabal e nel mentre potremo incontrare qualche giocatore che sta portando avanti la nostra stessa missione. Niente di strano, anche nel primo Destiny c’erano delle aree che fungevano da zone social nelle quali incontravamo altri guardiani che si sono connessi al nostro stesso server ma che non fanno parte del nostro party: ad una prima occhiata non è niente che non ci fosse anche nel primo gioco, se non fosse che non era mai capitato che questi incontri randomici si svolgessero mentre si cerca di completare uno degli obiettivi della missione in maniera asincrona rispetto agli altri giocatori: vedremo se questa scelta sarà implementata anche in altre parti della storyline principale.
Giunti alla fine del tutorial vedremo il filmato del primo incontro con Ghaul: il generale della Legione Rossa ci priverà della nostra Luce e danneggerà il nostro spettro prima di lanciarci giù dalla sua aeronave: probabilmente la scelta narrativa serve a giustificare il reset del livello che il nostro personaggio con tutta probabilità subirà. Nel complesso comunque le premesse narrative non sono molto convincenti: la distruzione della Luce come motivazione per iniziare un attacco è un cliché che il gioco si porta avanti sin dal primo capitolo e già allora non è che brillasse per originalità. Una volta arrivati nell’hub potremo scegliere fra un assalto e due modalità del crogiolo. Prima di tutto soffermiamoci però a vedere le divverenze relative alla customizzazione dei personaggi: una differenza significativa è la ridistribuzione delle armi che non si dividono più in primarie, speciali e pesanti ma in cinetiche, energetiche e pesanti. Nelle cinetiche e nelle energetiche potremo trovare le stesse tipologie di armi (fuculi automatici, da ricognizione, cannoni portatili, ecc.) ma mentre le prime infliggeranno danno normale nelle energetiche troveremo armi con danno d’arco, di vuoto o solare, mentre nelle armi pesanti sono state ricollocate alcune armi molto potenti come il fucile di precisione o quello a fusione limitandone così il loro utilizzo a causa del minor numero di proiettili trasportabili per questa tipologia di arma. Le armature ora non modificheranno più i parametri di intelletto, disciplina e forza che impattavano sulla velocità di ricarica delle abilità attive, ma influiranno su parametri molto più significativi come la resistenza ai danni, la velocità di movimento e l’altezza dei salti: un fattore che obbliga il giocatore ad effettuare scelte molto oculate sul tipo di equipaggiamento più opportuno. La riduzione del tempo di cooldown delle abilità ed il loro rafforzamento sarà legata alla sottoclasse e sarà migliorabile spendendo appositi punti potenziamento che potranno essere raccolti come loot durante le nostre partite. Nel complesso ci è parsa che sia stata posta una maggiore cura nella gestione del personaggio e che la componente ruolistica stavolta possa effettivamente avere un maggiore impatto sul gameplay.
A proposito di gameplay, abbiamo avuto modo di testarlo in maniera piuttosto approfondita nell’assalto messo a disposizione: Destiny 2 non stravolge la formula dettata dal primo capitolo, formula che ha permesso al gioco di avere una community numerosa e attiva durante tutti i tre anni trascorsi dal suo lancio. Squadra che vince non si cambia quindi, nonostante comunque il titolo apporti numerosi cambiamenti sulla base dei feedback degli utenti. Il gunplay si dimostra piuttosto migliorato, sempre preciso e con un ottimo feeling delle varie armi, il rinculo delle armi è stato reso più “punitivo” rispetto al passato. Sia negli assalti che nelle partite nel Crogiolo abbiamo visto meno super e granate (che comunque sono state rese meno OP), ma è probabile che la cosa cambi una volta che verranno spesi i punti potenziamento citati prima. L’assalto nel complesso dimostra una voglia di innovare ed inserisce una serie di ostacoli ambientali come le enormi trivelle Cabal, inoltre la battaglia con il boss si dimostra piuttosto dinamica e frenetica, con uno scenario che cambia un paio di volte nel corso della battaglia ed in alcune fasi viene difficile individuare delle safe zone nelle quali fermarsi per ricaricare lo scudo. Rimane comunque il fatto che il gioco mostra gli stessi punti deboli del primo capitolo: in quanto a level design (comunque migliore del primo) il gioco non mostra né gli aspetti migliori degli FPS puri né quelli degli MMO, generi ai quali il gioco cerca di ricondursi. Da questa nostra prima analisi possiamo quindi presumere che chi ha amato il primo capitolo giocando a Destiny 2 troverà una versione migliorata del gioco Bungie, a chi invece il gioco non è piaciuto molto probabilmente non cambierà idea grazie a questo episodio.