Durante il nostro soggiorno a Colonia, in occasione della Gamescom 2017, abbiamo provato quella che era a tutti gli effetti la beta di Call of Duty World War II. Una prova troppo breve e sfuggente per poter valutare in modo oggettivo l’esperienza di gioco, proprio per questo abbiamo aspettato l’apertura del weekend di prova per poter approfondire l’offerta di Sledgehammer di quest’anno.
Una scelta capace di spaccare a metà il pubblico di un titolo mastodontico come Call of Duty è la base di World War II. Dopo alcuni anni passati a sperimentare l’azione futuristica di un FPS ormai più che consolidato, Activision, in particolare Sledgehammer, sceglie di fare marcia indietro, assecondando una richiesta che nel corso degli anni si è fatta sempre più rumorosa. Il ritorno al passato di Call of Duty World War II nasce quindi dal bisogno di cambiamento che non sempre avviene guardando avanti. Durante la nostra prova, sia in fiera che da casa, abbiamo potuto confrontarci direttamente con quello che sembra essere molto più di un semplice ritorno alle origini ma una vera e propria evoluzione. Ciò che salta subito all’occhio è la gestione delle classi e delle relative abilità, qualche problema di bilanciamento dovuto ad un assestamento generale vede la divisione di esplorazione, con le sue munizioni incendiarie, leggermente più avvantaggiata rispetto alle altre classi.
La struttura delle divisioni, in sostituzione alla creazione delle classi, va a costituire un incentivo notevole in termini di team-composition soprattutto se orientata al competitive, conferendo una direzione molto precisa in termini di gameplay e di situazioni di gioco. Passando a quelle che sono le sensazioni, pad alla mano, Call of Duty World War 2 si presenta come fresco, frenetico e divertente grazie ad un gunplay ancora più affinato e ad un feedback delle armi decisamente positivo. Il bilanciamento generale delle armi presenti in gioco fa ben sperare, ogni fucile, pistola o carabina è infatti pensata e realizzata per essere utilizzata in determinate situazioni, spingendo il giocatore a cambiare non solo secondo le proprie preferenze ma dando un occhio alla mappa e alla modalità di gioco. L’arsenale di Call of Duty World War 2 vanta presenze illustri della seconda guerra mondiale come il classico Garand M1 o il PPSH. Armi già viste e assaporate nell’ormai lontano Call of Duty World at War. Anche il sistema di Killstreak si presenta molto più raffinato e pensato rispetto agli ultimi capitoli di Call of Duty, riportando poche ma importantissime e bilanciate ricompense per le serie di uccisioni che vanno dal classico UAV all’antenato del missile predator.
La più grande novità consiste però nella modalità War che si allontana di molto rispetto al classico deathmatch e guarda verso quella che di base sarebbe la modalità Corsa di Battlefield. La modalità War è si potrebbe infatti definire come una modalità ad obiettivi che, a differenza della controparte Battlefield, propone un sistema di conquista molto più pensato e ragionato. Non ci limiteremo infatti a difendere o attaccare determinati punti senza una valida ragione ma ogni tappa della mappa, man mano che la partita va avanti, viene motivata e giustificata richiedendo alle squadre un compito diverso dal classico “conquista la zona”. Che si tratti di costruire un ponte o difendere un carro armato nella sua avanzata verso la base nemica, la modalità War si presenta come una diretta evoluzione di Corsa, offrendo diverse novità sia in fase di attacco che di difesa. La possibilità di fortificare e quindi interagire con l’ambiente di gioco garantisce ai giocatori in difesa una varietà non indifferente che va ad eliminare il classico “camping” nelle zone più appartate in favore di un’azione più dinamica e frenetica. D’altro canto, attaccare può richiedere un’azione basata sullo sfruttamento della mappa più che sulla forza bruta, promettendo anche da questo punto di vista una certa varietà negli scontri.
Call of Duty World War II sembra dunque incarnare quel cambiamento necessario nella serie, discostandosi nettamente dai capitoli precedenti senza però tornare indietro in termini di funzioni e innovazione, mantenendo uno stile ben rodato ed un gameplay dal carattere frenetico e sempre più divertente. Da migliorare alcuni problemi di bilanciamento che possono rendere fastidiosi determinati loadout e la differenza tra il feedback in locale e quello online si sono fatte sentire in modo netto, nulla di irreparabile. L’unico vero neo risiede invece nel comparto grafico. Se ad una prima occhiata si potrebbe pensare ad un titolo tutto sommato negli standard odierni, la resa grafica, una volta avviata la prima partita, si dimostra nettamente inferiore alle aspettative a causa di ingenti problemi di aliasing ed una definizione generalmente insufficiente nelle texture che vanno a comporre gli ambienti durante la nostra prova su PS4 Pro. È pur vero che si tratta di una beta atta a valutare la stabilità del netcode, ciò che è certo che Call of Duty World War II ha bisogno di migliorare il suo comparto tecnico, cosa che probabilmente farà nel corso del prossimi mesi. L’uscita del titolo è infatti prevista per il 3 Novembre su Xbox One, Playstation 4 e PC.