Chi fra di voi è un amate dei supereroi? Chi da piccolo ha seguito tutte le avventure del suo uomo in costume preferito e chi magari ha iniziato a seguirli solo di recente, magari grazie all’uscita di decine di film ad essi dedicati. Soprattutto chi ha passato l’infanzia ad immergersi nelle storie di uomini coraggiosi che combattevano improbabili nemici probabilmente avrà anche sognato di indossare il loro costume, poter essere per una volta come il loro ed essere dotato del loro coraggio e dei loro poteri. A conti fatti, quale migliore strumento può farci vivere questa sensazione se non la realtà virtuale? I visori VR che stanno pian piano invadendo il mercato dei videogiochi e le case dei fortunati possessori di queste nuove tecnologie hanno la capacità di farci vivere esperienze in prima persona, di farci immergere completamente nei panni di chi vogliamo: questo concetto lo hanno capito molto bene i ragazzi di Rocksteady, il famoso team di sviluppo che ha realizzato la rinomata serie di Batman Arkham e che ha deciso di sviluppare un’esperienza interattiva per PlayStation VR che permetta ai fan dell’uomo pipistrello di indossare il suo mantello. A Colonia, presso lo spazio di Warner Bros, abbiamo avuto modo di avere un assaggio di quella che sarà probabilmente l’esperienza più immersiva legata al personaggio del Cavaliere Oscuro che possiate vivere, a meno che non siate di quei filantropi miliardari che di notte indossano un costume nero e prendono a botte i criminali.
Quando parliamo di Batman: Arkham VR bisogna ricordarsi due cose: prima di tutto ricordarsi che quello che ci è stato presentato da Rocksteady non è un gioco vero e proprio, ma un’esperienza atta a farci provare un certo tipo di sensazioni ed emozioni. PlayStation VR non è consigliato per essere utilizzato in lunghe sessioni di gioco e questa cosa è stata tenuta conto durante le fasi di sviluppo dei diversi giochi resi disponibili al lancio. Secondariamente è bene tenere presente che l’interazione con il gioco avviene tramite l’utilizzo di due PlayStation Move, il controller di movimento lanciato durante la scorsa generazione di console dalla stessa Sony. Una volta impugnati i controller ed indossato il visore e le cuffie (a forma di orecchie di pipistrello) abbiamo subito potuto apprezzare la cura del dettaglio impiegata da Rocksteady nella realizzazione degli ambienti ed abbiamo sentito i brividi sporgendoci dal cornicione del tetto del Gotham City Police Department ed osservando il traffico autostradale che scorreva sotto i nostri piedi. La demo vera e propria era composta da due parti: durante la prima, dopo una breve sequenza animata ambientata in una delle sale di villa Wayne, abbiamo letteralmente indossato il costume dell’uomo pipistrello. Si tratta questa di una sorta di filmato interattivo, un momento creato ad hoc per farci percepire sulla pelle i brividi per l’emozione. Tutto intorno a noi, dalla batcaverna ai gadget, è talmente credibile da essere in grado di farti sentire la tuta a contatto con la pelle e l’odore di umido della caverna nel naso. Durante questa fase dovremo compiere elementari gesti quando richiesti tramite i quali procederemo nelle varie tappe della vestizione del nostro eroe. Sicuramente non siamo di fronte ad una fase di gameplay, ma ad un momento di puro fanservice per tutti i fan di Batman. La seconda parte invece è un momento di gioco vero e proprio nel quale dovremo calarci nel ruolo del più grande detective del mondo: ci troveremo di fronte al corpo senza vita di Nightwing (nome in codice di Dick Grayson e primoe storico Robin) e grazie alla modalità detective ed alle nostre capacità intuitive dobbiamo cercare di capire ciò che è successo. Ruotando il Move verso destra o sinistra potremo riavvolgere o mandare a vanti una ricostruzione dei fatti accaduti non dissimile da quella introdotta in Arkham Origins e poi ripresa in Arkham Knights, durante la quale sarà necessario individuare i momenti nei quali l’ex sidekick di Batman ha ricevuto le ferite più gravi. La cosa più entusiasmante è forse il fatto che la scena riprodotta si svolge intorno a noi, a 360 gradi e possiamo osservare ogni dettaglio, ogni colpo schivato o inferto come se avvenisse a due passi da noi, permettendoci anche di cambiare il punto di osservazione. Dopo aver individuato il responsabile in uno degli uomini del Pinguino, la demo termina lasciandoci con molti interrogativi sulla quantità di interazione possibile e su quanto in futuro le tecnologie VR potrebbero essere parte integrante del media videoludico, ma anche tanta curiosità sapendo di aver assistito solo ad una parte di quella che sarà l’esperienza finale.