Il nuovo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, oltre a stimolare e rinnovare l’interesse verso il magico mondo di Zelda e Link, ha rievocato in noi ricordi ed emozioni che sembrano non avere tempo. Oggi come allora, insomma, per una saga che conta all’attivo ben 20 uscite regolari a partire, pensate un po’, dal 1986. Non è stato mai facile ricostruire un ordine cronologico dei fatti narrati tra i vari capitoli, ma un attenta analisi dei vari dettagli insiti nei diversi titoli può aiutare in tal senso.
Grazie, infatti, ad alcuni elementi presenti nei vari capitoli della serie, possiamo attribuire una determinata collocazione temporale per ciascuno di essi. Andiamo, quindi, a ripercorrere quella che è la cronologia – più o meno – confermata della serie di The Legend of Zelda, includendo tutti i titoli main e gli spinoff usciti finora. Prima di tuffarci in questo magico viaggio, preme, però, ricordarvi che questo speciale dedicato alla cronologia della saga di The Legend Of Zelda, potrebbe contenere spoiler sulla trama dei vari giochi.
Skyward Sword, le origini di un mito
Ricostruire la timeline di The Legend of Zelda non è affatto semplice. Ogni titolo della celebre saga ideata da Shigeru Miyamoto uscito a partire dal 1986 propone infatti lo stesso canovaccio con gli stessi protagonisti principali che però altri non sono che “maschere” interpretate da attori diversi nel corso della storia. Esistono anche altri elementi ricorrenti nella saga, come ad esempio la Spada Suprema, lo Scudo Hylia, le tre Dee Dorate e naturalmente la Triforza.
Per quanto ogni capitolo narri delle gesta di un Link determinato a sconfiggere il malvagio Ganon per salvare la Principessa Zelda, questi non saranno mai gli stessi Link, Ganon e Zelda degli altri giochi, costituendo così una sorta di ciclicità infinita che contrappone il bene al male, la luce contro l’oscurità. Esistono però alcuni elementi più o meno velati che ci permettono di stabilire quale The Legend of Zelda si svolga prima di un altro, grazie e soprattutto al contributo dei fan che hanno formulato tesi ed ipotesi negli anni, poi confermate anche in via ufficiale attraverso le guide e le antologie ufficiali.
L’esempio più lampante di temporalità esplicita è certamente quello di Skyward Sword. Il gioco uscito per Wii nel 2011 in occasione del 25° anniversario della serie possiede molti elementi che lo rendono a tutti gli effetti il primo Zelda nella timeline della saga. In primis, il gioco narra della genesi delle tre Dee Dorate: Din, dea della Forza, Nayru dea della saggezza e Farore dea del coraggio, le quali daranno origine al Regno di Hyrule e alle tre componenti della Triforza, qui utilizzate per la prima volta contro il malvagio Mortipher. Anche la dea Hylia, principale divinità della saga, prenderà le redini del mondo proprio durante le vicende narrate in Skyward Sword. Esiliato Mortipher, la dea capì che l’unico modo per scongiurare il suo ritorno fosse quello di ricorrere alla Triforza per sigillarne la sua prigione.
Incapace di ricorrere al suo potere in forma di divinità, Hylia decise quindi di rinascere come donna e di rinunciare così alla sua forma divina: fu così che nacque la prima Principessa Zelda. Altro elemento altrettanto importante è la Spada Suprema (Master Sword), o Spada della Dea, creata proprio da Hylia a protezione del popolo dalle forze del male. In Skyward Sword incontreremo Faih, uno spirito guida destinato a condurre Link a forgiare la leggendaria Spada attraverso le tre sacre fiamme per poi unirsi ad essa.
Uscito a seguito del successo di The Wind Waker, The Legend of Zelda: The Minish Cap del 2004 è il primo Zelda originale concepito per Game Boy Advance dopo il remake di A Link to the Past uscito l’anno prima. Il gioco, che riprende lo stesso stile cartoonesco visto nel 2002 con The Wind Waker per GameCube, si svolge nel microscopico villaggio dei Minish, esseri minuscoli le cui leggende narrano di come siano arrivati dal cielo per donare la Luce Dorata e la Spada Minish ad un eroe così da poter debellare i mostri che minacciavano la terraferma. Grazie proprio a questa spada, un eroe riuscì tempo fa a sigillare gli spiriti maligni all’interno di un forziere. Soltanto molti anni dopo Link, un giovane apprendista fabbro, si ritrovò a dover salvare la Principessa Zelda tramutata in pietra dal malvagio stregone Vaati. Per farlo dovette rimpicciolirsi grazie alla magia del cappello parlante Egeyo, un saggio Minish trasformato in un copricapo dallo stesso stregone Vaati.
Gli eventi narrati in The Minish Cap sono da considerarsi immediatamente successivi se non contemporanei a quelli presenti in Skyward Sword. Un elemento che avvalora questa tesi poi confermata da Nintendo stessa è la prima apparizione dell’iconico copricapo verde indossato da Link. Se infatti nel prologo del gioco vediamo il Link precedente raffigurato in alcuni mosaici non indossare alcun cappello, nelle prime fasi di gioco di The Minish Cap il Link protagonista indosserà per la prima volta il copricapo verde sotto forma di Egeyo. Infine la Quadrispada, arma generata dalla Luce Dorata dei Minish con il potetere di dividire in quattro corpi chiunque la impugni, risulta essere presente in tutte e tre le diramazioni successive ad Ocarina of Time, a riconferma che Zelda The Minish Cap dev’essere quindi collocato necessariamente prima rispetto al titolo per Nintendo 64 all’interno della timeline.
Ocarina of Time e la grande diramazione temporale
The Legend of Zelda: Ocarina of Time, uscito originariamente su Nintendo 64 nel 1998 e poi riproposto più e più volte sulle successive console della casa di Kyoto, segna un passaggio fondamentale nella timeline della saga. A causa della presenza dell’Ocarina, strumento grazie al quale Link può viaggiare nel tempo, vengono generate a partire da questo punto tre distinte timeline. In Ocarina of Time, Link è un bambino cresciuto nella Foresta dei Kokiri, nonostante celi origini di natura Hylian, la cosiddetta stirpe sacra generata dalla Dea Hylia.
Incaricato dal Grande Albero Deku di salvare Hyrule dalle grinfie del perfido Ganondorf, il ragazzo si diresse quindi al Santuario del Tempo, dove la Spada Suprema riposava ormai da secoli. Incapace di brandirla a causa della sua giovane età, Link decide di cadere in un sonno lungo 7 anni, il tempo necessario per divenire adulto e riuscire ad estrarre la Spada dalla roccia ove è conficcata. A questo punto la trama ci propone tre diversi destini per l’Eroe del Tempo, ciascuno dei quali darà origine ad una diversa timeline.
L’eroe adulto ha la meglio
Divenuto grande e forte abbastanza per brandire la Spada Suprema, Link riesce nell’impresa di mettere a tacere Ganondorf e a portare così in salvo così Hyrule e la Principessa Zelda. Svariati anni dopo l’antagonista per antonomasia della saga fece nuovamente ritorno, questa volta però non ci fu alcun eroe ad attenderlo. Così gli dei decisero di inondare il Regno di Hyrule in modo da sigillare con esso Ganondorf negli abissi. Non passò però molto tempo prima che il Gerudo riemerse seminando ancora una volta il panico.
Nel frattempo sull’Isola Primula un giovane ragazzo di nome Link cresceva assieme alla nonna e ad un amica con la passione per i pirati chiamata Dazel. Imbarcatosi sulla nave della ragazza e la sua ciurma, questo l’incipit di The Wind Waker uscito per GameCube nel 2002, Link si ritrovò a dover fare i conti con gli scagnozzi di Ganondorf. Gettato in mare dalla potenza del mostruoso Re Elmaroc, un gigantesco pennuto a servizio di Ganordorf, il giovane Link venne salvato da un’imbarcazione parlante, Re Drakar. Soltanto dopo innumerevoli avventure l’imbarcazione svelerà al ragazzo la sua vera identità di Re di Hyrule, camuffatosi da barca per sfuggire alla violenza del malvagio Ganondorf.
La piccola Dazel invece, grazie al potere della Triforza della Saggezza, ricorderà finalmente di essere la leggendaria Principessa Zelda e così riuscì ad aiutare Link a sconfiggere per sempre Ganon. Eiji Aonuma, storico producer e director della serie, confermò in un’intervista che Wind Waker, e così i successivi sequel usciti per Nintendo DS, fanno parte del cosiddetto “good ending” di Ocarina of Time, ovvero il ramo della timeline in cui Link rimane adulto dopo aver sconfitto Ganodorf.
L’eroe torna bambino
In questa timeline, dopo aver sconfitto Ganondorf nell’epilogo di Ocarina of Time, Zelda decide di rispedire il ragazzo indietro nel tempo così da permettergli di vivere la sua infanzia dopo che, per poter brandire la Spada Suprema, era caduto in un lungo sonno durato sette anni. Così facendo Zelda creò involontariamente un nuovo arco temporale dove Link è nuovamente un bambino e il passaggio per il Regno Sacro ove la Triforza risiedeva non è mai stato aperto.
La diretta conseguenza di questo viaggio nel tempo è Majora’s Mask, uscito per Nintendo 64 nel 1999, dove lo stesso Link visto in Ocarina of Time, passeggiando per una foresta misteriosa alla ricerca della fata Navi, incontra un ragazzo mascherato conosciuto come Skull Kid. Dopo avergli rubato l’ocarina, lo Skull Kid trasforma Link in un cespuglio Deku per poi condurlo in un villaggio sconosciuto chiamato Cronopoli. Qui Link scoprirà che lo Skull Kid possiede la spaventosa maschera di Majora, il cui potere sta causando l’imminente schianto della Luna sul malcapitato villaggio. Link ha perciò soltanto 3 giorni per sventare la catastrofe, ma grazie all’aiuto della sua Ocarina e della Canzone del Tempo potrà ogni volta riportare indietro le lancette dell’orologio e avere così più tempo per portare a termine la propria missione, a patto ogni volta di dover rifare le stesse conoscenze e ricominciare daccapo i dungeon conservando unicamente gli oggetti acquisiti. Sconfitti finalmente lo Skull Kid e la sua maschera Link tornò nella foresta per proseguire la ricerca della sua fida fatina.
Passarono molti anni e Ganondorf, esiliato qualche tempo prima nel tenebroso Regno del Crepuscolo, non si fece aspettare molto per il suo ennesimo ritorno. In Twilight Princess uscito per GameCube e Wii nel 2006 il celeberrimo Gerudo ribaltò quindi la situazione cedendo il suo potere a Zant che, oltre a piegare il Regno del Crepuscolo al propri volere, non disdegnò di conquistare anche il Regno di Hyrule. Tramutato in un lupo a causa del potere del Regno del Crepuscolo al quale scoprì di poter accedere grazie allo Specchio Oscuro, Link si metterà alla ricerca dell’amica d’infanzia scomparsa, non prima però di aver fatto conoscenza con Midna, un’essere dalle fattezze di un folletto. Soltanto dopo aver sconfitto Zant e Ganondorf, Midna rivelò la sua vera identità di Principessa del Regno del Crepuscolo, che poté quindi tornare nella sua dimora d’origine salutando per sempre il suo compagno d’avventure.
Nell’ultimo atto di questa timeline in cui Link è tornato bambino dopo gli eventi narrati in Ocarina of Time, ritroviamo la Quadrispada vista in The Minish Cap e anche lo Specchio Oscuro di Twilight Princess in The Legend of Zelda: Four Swords Adventures del 2004. Privata della sua Luce Dorata, la leggendaria Quadrispada liberò il temibile Vaati dal suo sigillo, così Link dovette farsi letteralmente in quattro ancora una volta per salvare Hyrule. Dietro a questo piano diabolico si scoprì esserci nientepopòdimeno che Ganondorf, il quale sfruttò il potere dello Specchio Oscuro per creare altrettanti Link Oscuri con cui affrontare il quadri-eroe. Soltanto una volta sconfitti gli alter ego malvagi e l’acerrima nemesi Link potette finalmente riporre la Quadrispada nel suo santuario riportando così la pace in tutto il Regno.
L’eroe viene sconfitto, dal tragico evento fino a Breath of The Wild
Giunto allo scontro finale, Link cadde tragicamente per mano di Ganondorf, il quale riuscì a completare la Triforza trasformandosi nel temibile Re Demone Ganon e ponendo così fine al Regno di Hyrule. Per rimediare alla catastrofe, in A Link To The Past uscito nel 1991 per SNES il Re di Hyrule ordinò ai Sette Saggi di sigillare la Terra Sacra e con essa Ganondorf. L’idillio di pace perdurò per anni fino a che un mago di nome Agahnim comparse ad Hyrule, intenzionato ad infrangere il sigillo e liberare così l’oscurità. Per farlo uccise il Re di Hyrule, rapì le discendenti dei Sette Saggi e la figlia del Re, Zelda, la quale riuscì a contattare telepaticamente un ragazzo destinato a diventare il nuovo Eroe. La Terra Sacra, ormai corrotta dalla presenza di Ganodorf e dei mostri si è tramutata nel Regno delle Tenebre. Soltanto una volta sconfitto Ganondorf Link salvò la Principessa Zelda e riportò la luce nel Regno di Hyrule.
Terminate le avventure di A Link To The Past ritroveremo lo stesso Link in Link’s Awakening pubblicato per Gameboy nel 1993 titolo nel quale il protagonista, ormai vittorioso su Ganondorf e partito in viaggio desideroso di allenarsi ulteriormente, naufragò sulla misteriosa isola di Koholint dando origine ad un’avventura fra sogno e realtà. Dopo la parentesi Oracle of Ages/Oracle of Seasons per GameBoy Color, la timeline si sposta su A Link Between Worlds, ambientato nella stessa Hyrule vista in A Link To The Past ed uscito per Nintendo 3DS nel 2013, titolo che vide il nostro Eroe alla prese con la strega Yuga. Chiudono questo filone narrativo nientemeno che i primi due Zelda originali usciti su NES rispettivamente nel 1986 e 1987. The Legend Of Zelda e The Adventure of Link sono da considerarsi i successivi titoli in ordine cronologico in questo arco narrativo partito con la sconfitta di Link in Ocarina of Time, i quali videro Ganon ricomparire in una Hyrule ormai in declino, sgominato per ben due volte dal giovane eroe.
Il ritorno di Ganon si fa sempre più frequente e sotto diverse forme, tanto da essere definito Calamità Ganon. Per porre la parola “fine” a questo ciclo infinito, la principessa Zelda decide quindi, a seguito delle guerre narrate nei due Hyrule Warriors, di sacrificare se stessa e sigillare così la calamità, facendo poi cadere Link in un sonno di oltre cent’anni nel Sacrario della Rinascita in modo da curarlo dalle gravi ferite riportate. The Legend of Zelda: Breath of The Wild, uscito per Nintendo Switch nel 2017, racconta del risveglio di Link a seguito della fuga della Calamità Ganon dal sigillo imposto dalla Principessa Zelda. Il nostro Eroe dovrà perciò ancora una volta debellare la minaccia e scopriremo soltanto nell’attesissimo sequel di Breath of the Wild, Tears of the Kingdom, in uscita su Nintendo Switch il prossimo anno quale sarà la conclusione di questo lungo ed intricato arco narrativo.