La crisi delle GPU è una di quelle realtà di cui si parlerà anche in futuro, e di cui senza dubbio conserverà triste memoria ogni appassionato di PC gaming. Tutto a causa di un fenomeno relativamente nuovo, il mining di criptovalute; una realtà nota da qualche tempo ma che solo nel recente passato, cominciando dal 2020, ha conosciuto un boom tale da mettere a dura prova l’industria.
Jon Peddie Research è una società di consulenza la cui specializzazione è la statistica e la tendenza nel settore informatico e, nel recente passato, ha stilato e condiviso un rapporto capace di rendere l’idea della dimensione del fenomeno del mining in relazione all’industria delle GPU. Dal report si evince come, nei soli primi mesi di questo 2021, oltre 700 mila GPU sono finite nelle mani dei minatori.
Un valora pari a circa il 25% di tutte le GPU di fascia alta e media prodotte nel pianeta durante il primo trimestre del 2021, equivalenti a un giro d’affari di circa mezzo miliardo di dollari. Jon Peddie Research si dice convinta di come questo andazzo del mercato, che rappresenta un problema critico nell’industria delle schede grafiche, renda il suo modello statistico meno accurato. Per quale motivo? Semplicemente perché, a differenza del passato, il settore del mining di criptovalute odierno non è composto da soli professionisti del settore, ma anche da una ricca schiera di speculatori che non si fanno scrupoli a impiegare bot allo scopo di acquistare le GPU prima di chiunque altro per poi rivenderle su eBay e siti simili, arrivando a imporre prezzi anche quattro volte superiori di quelli consigliati.
Nel report viene puntualizzato anche come le due principali aziende produttrici di GPU, Nvidia e AMD, abbiano adottato approcci diversi al problema: Nvidia si è infatti prodigata nella realizzazione di schede grafiche pensate appositamente per il mining, ponendo anche delle limitazioni alla pratica nei più recenti modelli delle sue schede da gioco, mentre AMD non ha fatto nulla di tutto ciò.