Come certamente saprete già, tra ormai poche settimane Google Stadia chiuderà ufficialmente i battenti, con la piattaforma di cloud gaming che ricordiamo prometteva di rendere il videogioco molto più accessibile e alla portata di tutti, vista la possibilità di giocare a qualsiasi titoli moderno su praticamente qualsiasi dispositivo dotato della possibilità di collegarsi ad una connessione internet.
Questa chiusura della piattaforma avviene quindi dopo circa 3 anni dal lancio ufficiale, destando non poche perplessità da parte degli utenti per quanto riguarda questa tipologia di piattaforma. E proprio in tal senso ha detto la sua anche Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, che ha sostanzialmente affermato come la sua chiusura sia dipesa da un modello di business poco convincente, con l’idea in sé che era sostanzialmente positiva.
Phil Spencer rivela perché Google Stadia ha chiuso i battenti anzitempo
Eccovi le dichiarazioni di Spencer:
“Onestamente per me un passo aggiuntivo che avrebbero potuto compiere era creare una qualche forma di abbonamento sui contenuti. Infatti credo che il modello di business adottato, basato sull’acquisto di giochi nel frattempo che la nuova tecnologia veniva introdotta al pubblico, non fosse propriamente il modo migliore per iniziare.
Inoltre posso dire che ho tanti amici che hanno lavorato a Google Stadia sin dall’inizio. Ho adorato l’investimento tecnologico che hanno fatto, credo che abbiano fatto davvero un buon lavoro nella costruzione di una piattaforma tutta basata sul cloud, e l’hardware che avevano era incredibilmente solido.
Inoltre non tutto di quello che hanno fatto andrà perso per sempre. Infatti sia che diano ai creatori la possibilità di offrire un gioco agli utenti in maniera istantanea mentre stanno usando Youtube, Twitch, TikTok o altro ancora, oppure di distribuire demo o build di prova per ottenere feedback, credo che possa essere un reale impiego per un’infrastruttura cloud che permetta cose simili.
Onestamente penso proprio che ciò che ha creato Google può trovare un’effettiva utilità in futuro, non ho dubbi su questo“.
Giunti alla fine di questo articolo vi ricordiamo che appena qualche giorno fa sono partiti i rimborsi anche in Italia.