Ecco qua, Goat Simulator 3 Recensione, l’articolo è pronto: state per leggerlo e improvvisamente vi chiedete: ma Goat Simulator 2, quando sarebbe uscito? La risposta è… mai. Magari lo sapevate già, magari no, ma in Coffee Stain North, gli sviluppatori di Goat Simulator, hanno deciso, coerentemente con lo spirito nosense che li contraddistingue dagli esordi, di saltare un numero al momento della release. Sento già i più acculturati tra voi esclamare “lo aveva già fatto Maccio Capatonda con la serie Mario”; ma a prescindere da ciò, questa manovra di marketing non è altro che l’ennesima riconferma, delle tante che vi proporrò in questa recensione, che Goat Simulator 3 non si allontana di una virgola dalla sua follia ludica originale. Anzi: la espande a dismisura aggiungendo collezionabili, aree da esplorare del tutto nuove, meccaniche di movimento ed elevazione, complice un rinnovato level design che premia moltissimo la verticalità; e poi vabbè, è ovvio, ma la nostra “capra” (tra virgolette perchè la personalizzazione raggiunge livelli… imprevedibili) può destreggiarsi anche in innumerevoli nuove movenze di pura DISTRUZIONE. Attenti però, non è tutto capra quello che urla. E persino un gioco nato per essere un non-gioco, un passatempo di pura insensatezza che prende in giro i suoi concorrenti Open-Map può perdere di mordente quando cerca di esibirsi sullo stesso palco dei giochi-giochi…
Goat Simulator 3 Recensione: Goat Simulator all’ennesima potenza
Prima di tutto, prima di proseguire a tutta carica con “Goat Simulator 3 Recensione”, una brevissima introduzione sul fenomeno di Goat Simulator, capostipite dei “simulatori di cose e animali non simulabili” è d’obbligo. Correva l’anno 2014, e tra un Watch Dogs, un Far Cry 4 e un La Terra di Mezzo : l’Ombra di Mordor veniva rilasciato anche un simulatore di capra: Goat Simulator. Detto così, a tutti venne da chiedersi cosa ci fosse di divertente nell’essere una capra che vagava per la campagna, spingendosi al massimo nelle vicinanze di una cittadina poco popolata. Oltretutto, il gioco era stato sviluppato in fretta, senza passare attraverso una fase di polishing definitivo, e i bug regnavano sovrani.
Il punto, per gli sviluppatori, inizialmente era proprio questo: farvi chiedere “perché dovrei giocare a questo titolo?” per poi sommergervi di motivi per non farlo. Regalandovi solo poche, memorabili situazioni indimenticabili, proprio in virtù della presenza di bug inaspettati e in virtù dell’immortalità e dell’assurda forza della capra protagonista. Far esplodere una pompa di benzina con una incornata? Perchè no. Far cappottare una macchina lanciandoci a folle velocità contro di lei, mentre trasciniamo un incauto passante che abbiamo prima steso, e poi catturato con la nostra indistruttibile e lunghissima lingua adesiva? Tutto nella norma.
Compresa la grandissima potenzialità del macchinario messo in moto, però, gli sviluppatori iniziarono a fornire nuovi stimoli ai loro fan sfegatati. Senza mai dimenticare l’anima folle e sbarazzina che li aveva resi celebri, quindi, i DLC permisero di far fare alla nostra capra “il salto” di qualità. Mandandola in un reame magico alla Skyrim (non cito giochi a caso, iniziate Goat SImulator 3 e capirete. Non skippate, mi raccomando); persino spedendola nello spazio, e parodiando generi videoludici come l’MMO, o successi stagionali quali Payday o DayZ. Ogni DLC, a prezzo più che budget, arricchiva l’esperienza esponenzialmente con nuovi metodi di interazione capra/ambiente, nuovi strumenti equipaggiabili, nuovi metodi di spostamento (una capra in bici?) e tanto altro.
L’espansione culminò con una “GOATY Edition” che comprende tutti i DLC (al momento della stesura di questo pezzo la trovate in sconto su Steam da circa 30 Euro a circa 6 Euro n.d.r.) e consegna nelle mani dei player un gioco tanto vasto, quanto semplice nel suo core ludico. Così, al netto di tutte le aggiunte Goat Simulator non aveva scordato la promessa fatta ai suoi follower originali: farli divertire con pochi, semplici istanti di sconsideratezza e sperimentazione. “Cosa succede se tiro un’incornata qua? E se indosso questo cappello? Posso fare cosa con questa rampa???” tipo.
Goat Simulator 3 Recensione: “Ehi, what did you expect?”
Infine siamo arrivati ai giorni nostri: il 2022, anno di nascita di Goat Simulator 3 e della stesura di questa recensione. Un videogioco per la cui descrizione “di base” potete comodamente rileggere quanto scritto sopra a proposito di Goat Simulator, l’originale. Attenzione: non sto riducendo tutto il lavoro fatto per espandere contenutisticamente e “concettualmente” Goat Simulator 3. Infatti, è impossibile non notare come partendo dall’esperienza dei DLC lo studio di sviluppo abbia lavorato per addizione e completamento. Rifinendo cioè quel che funzionava (non troppo, qualche bug è funzionale al divertimento, no?) non migliorandolo, dato che da migliorare c’era ben poco. Rendendolo però più importante, più influente nel gameplay e… moltiplicando le conseguenze.
Ciò è evidente, ovvio, quando si gioca in quattro tramite la modalità multiplayer: quattro capre immortali fanno più danni di una. Specie se sono potenzialmente armate di dispositivi atipici e mortali quali “lo scudo di Captain America”, uno sparamagliette che riveste chiunque colpisca, un Jetpack; o magari sono alla guida di un’auto da corsa lanciata a tutta velocità giù per la strada principale di una città affollata. Pedoni? E che sono, si mangiano? Sì. Solo… sì. Ma anche esplorando in solitaria, l’intenzione evidente degli sviluppatori è stata quella di costruire una serie di parchi-gioco molto più densi che in passato, nei quali inventarsi o scoprire intrattenimento, scovare elementi di decorazione puramente estetica, le suddette “armi” e dispositivi, o un numero impressionante di missioni da compiere. Più esplicite e chiare che nel primo Goat Simulator, probabilmente per dare un minimo di senso e direzione al gameplay e guidare i giocatori meno “fantasiosi”.
Goat Simulator 3 Recensione in conclusione: la capra è più bella, ma a volte non balla?
Proprio in quest’ultima frase, che vi racconta la necessità di restituire un minimo di senso a un pacchetto che nasce come la celebrazione dell’insensatezza, si cela la ragione del successo solo parziale di Goat Simulator 3. Un videogioco che si appoggia al suo predecessore e ai suoi DLC con fin troppa conservatività in alcune istanze, e con troppo timore di non essere compreso appieno in altre. Nel mezzo, certo, si ride di brutto, esplodendo come le proverbiali pompe di benzina quando si scopre che, per esempio, possiamo sostituire la nostra capra con una Giraffa verde. O con uno squalo martello a bordo di Skateboard, per citare il mio sostituto preferito (e come poteva essere altrimenti). Tanto che avrei voluto intitolare questo pezzo “SharkOnASkate Simulator” anzichè “Goat Simulator 3 Recensione”. Mai dire mai eh: in fondo posso sempre sognare.
Quando osa, insomma, e va oltre Goat Simulator, Goat Simulator 3 è ancora originalissimo ed esplosivo: una vera gioia per il nosense. Arriva, forse, in un periodo storico che non lo favorisce: denso di spiegazioni, pop-up, suggerimenti e direzioni su “cosa fare e come farlo”. Non azzardando abbastanza per risultare un meta-breaker (quale era in passato) e caratterizzandosi al massimo come un gioco di sfogo. Forse per cercare un successo facilitato, e non rischiare, come già detto qualche paragrafo più su, di non essere capito. Ma al di fuori del panorama dei content creator, o di qualche serata con amici in multiplayer passata a scoprire qualche easter egg, un abito sconclusionato, i minigiochi (esclusivi per la modalità con più giocatori e preclusi ai solitari) o un paio di folli missioni in giro per le mappe (la mia preferita resterà sempre la “missione elettorale”, durante la quale dobbiamo… spingere i votanti a sceglierci), per alcuni potrebbero non esserci abbastanza ragioni per preferirlo alla GOATY di Goat Simulator originale. Ma nel caso l’abbiate già spolpata, beh, allora sì che è tempo di ricominciare a urlare. E leccare, incornare, saltare, scivolare sui cavi della corrente, guidare auto, sparare, fingersi morti, fare capriole saltando giù dalla gargantuesca statua di un pescatore e… ok, penso abbiate capito.
La recensione in breve
Goat Simulator 3 forse più che "non ha voluto" direi che "non ha potuto" essere troppo diverso da quanto sperimentato in passato. Ma se da un lato questo farà piacere ai fan storici, di sicuro non invoglierà nuove leve a partecipare alla folle corsa delle capre. Che resta un must per i content creator, o per chiunque abbia qualche ora da impiegare impersonando una capra (come abbiamo detto, non solo una capra) mentre si immerge in una personalissima missione di distruzione del mondo. Tra personalizzazioni, nuove interazioni con il mondo e i suoi oggetti/NPC, missioni esplicite e situazioni surreali, l'intrattenimento puro non mancherà di certo.
-
Voto Game-Experience