One More Level torna con Ghostrunner 2, un sequel del primo capitolo ancora più spietato, punitivo e complesso. Se durante il primo Ghostrunner abbiamo dovuto superare non pochi ostacoli e centinaia di morti a ripetizione, con questo secondo capitolo One More Level ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella per un titolo che, mai come prima, si incastra perfettamente nella definizione “trial-and-error”. In Ghostrunner 2 si muore, in continuazione, sin dall’inizio. Il ritmo aumenta gradualmente, e altrettanto gradualmente si accumuleranno il numero di morti che il nostro Jack si troverà a subire, confermando dunque la reputazione brutale della saga di Ghostrunner.
Può, dunque, essere definito come un degno sequel del suo predecessore? Scopriamolo insieme in questa nostra recensione di Ghostrunner 2.
L’universo Cyberpunk di Ghostrunner 2
In questo nuovo capitolo torneremo a vestire i panni o meglio, gli ingranaggi di GR-74, meglio conosciuto come Jack, che si risveglia dopo essersi sacrificato per l’umanità intera in un mondo che non è affatto libero. La Keymaster Mara sarà anche stata sconfitta, ma il bene non ha decisamente trionfato sul male. In questo secondo capitolo ci ritroviamo infatti a dover affrontare un culto di cyber-ninja altrettanto malvagi, ma soprattutto letali che cercheranno di ostacolarci in ogni modo (riuscendoci davvero tante, tantissime volte). Insomma, la storia di Ghostrunner 2 funziona abbastanza bene come sostegno al gameplay, ma risulta comunque dimenticabile e “già vista” in diverse altre occasioni.
Sebbene gli sviluppatori si siano sicuramente sforzati di inserire qualche meccanica RPG, come la possibilità di scegliere diverse opzioni di dialogo con gli NPC per approfondire un po’ la lore di gioco, la trama sembra davvero funzionare come scheletro per il gameplay. Onestamente, riuscire ad ascoltare tutte le linee di dialogo e comprendere la lore mentre si è impegnati in scontri faticosi ed intensi risulta davvero difficile e la tendenza è proprio quella di mettere la storia da parte e riuscire a smettere di imprecare per sopravvivere.
Fortunatamente la lore di gioco è racchiusa in quel gioiello che è il mondo di gioco, un mondo Cyberpunk, decadente, distopico che riesce nel profondo a comunicare come l’umanità tenda sempre all’autodistruzione, anche in contesti futuristici dove la tecnologia che avrebbe dovuto fungere da sostegno è stata resa un pericolo mortale e quasi incontrastabile.
Palazzi decadenti illuminati da miriadi di luci al neon che riescono ulteriormente ad evidenziarne la decadenza e l’abbandono, cunicoli luridi imbellettati da street art improvvisate e contestatrici riescono nel loro intento di comunicare l’idea che siamo soli contro tutti, come se questo mondo non fosse davvero nostro.
Muori, ricomincia, muori ancora
Arriviamo al nocciolo della questione: il gameplay. Il fulcro centrale di Ghostrunner 2, che segue la linea tracciata dal suo predecessore con qualche implementazione fondamentale per riuscire ad alzare le probabilità di sopravvivenza – che rimangono comunque esigue rispetto al numero di morti-.
La natura eccessivamente fragile di Jack sarà infatti il nostro principale ostacolo, oltre alla miriade di nemici e di acrobazie che ci troveremo a dover affrontare e compiere per portare a termine le nostre missioni. Il nostro cyber-ninja risulta in un certo qual senso rallentato nel movimento standard, costringendoci spesso a dashare in continuazione per mantenere quel senso di adrenalinica rapidità che il gioco ci fornisce invece in situazioni come il wall riding e i salti col rampino. L’introduzione di diverse sequenze in sella alla moto potevano essere una bella ventata di novità, ma ne sono state inserite anche troppe. In verità, il saltare dalla moto aggrappandosi col rampino per poi atterrarci di nuovo e proseguire la corsa è stato decisamente uno dei migliori momenti del gioco.
L’introduzione del richiestissimo parry è sicuramente una novità utile, ma ci ha portati a pensare quanto Ghostrunner strizzi l’occhio a certe dinamiche “soulslike” che forse non sono davvero così necessarie per la buona riuscita di un titolo “trial-and-error”. Poiché per quanto la componente platform risulti estremamente divertente, i combattimenti possono rivelarsi estremamente frustranti, soprattutto se questa tipologia di giochi non è il vostro pane quotidiano.
Le boss-fight in sé ricordano in un certo qual senso Returnal, dove i boss hanno sì delle meccaniche prestabilite e delle skill letali, ma sapranno utilizzarle in maniera totalmente casuale, impedendoci di comprendere un pattern per prepararci allo scontro, con conseguenti – ed oltremodo numerose – morti violente. Necessario? No. Ce lo aspettavamo da Ghostrunner 2? Sì.
Le stesse aree di gioco sono diventate più grandi, il che ci consente di affrontare gli scontri coi nemici o il passaggio da una zona all’altra con un certo livello di libertà, cambiando approcci e salti in base alle nostre preferenze, o semplicemente alla necessità di sopravvivere. In linea generale la strada da seguire obbligatoriamente è la precisione maniacale in ogni situazione, poiché la minima sbavatura porta alla morte.
Un comparto tecnico degno di nota
Abbiamo avuto modo di giocare Ghostrunner 2 su un PC che monta GPU Nvidia GeForce RTX 3080 abbinata ad un processore Intel Core i9-13900 Raptor Lake e il risultato con queste componenti è sbalorditivo. Il livello di immersione nel mondo di gioco è davvero ben riuscito e la resa tecnica è ottimale: non siamo mai scesi sotto i 144fps fissi in gioco mantenendo i settaggi in “epic” e DLSS Nvidia attivo in Quality Mode.
In termini invece di motore grafico le sbavature vanno a concentrarsi sugli NPC e i nemici, che non brillano per innovazione e creatività, soprattutto gli “umani”: volti piatti, inespressivi e dimenticabili. Nonostante tutto il level design sorregge Ghostrunner 2 praticamente da solo, abbiamo infatti notato la quasi totale assenza di bug nell’arco delle 10 ore di gioco compiute e questo è sintomo di un totale impegno da parte di One More Level.
Menzione speciale va sicuramente al comparto audio. La scelta impeccabile di brani cyberpunk/retrowave che ci hanno accompagnati in queste ore di gameplay hanno dato ulteriore profondità al gioco, senza mai rendersi invasive, riuscendo invece ad innalzare la bellezza decadente del mondo circostante, a sottolinearne la grandezza e il vuoto contemporaneamente.
In conclusione
Ghostrunner 2 è un titolo davvero punitivo, forse anche troppo. è stato pensato decisamente per i fan più hardcore del primo capitolo, per spingere ulteriormente la sfida (non a caso è stato creato un contest in collaborazione con Speedrun.com con un prize pool di 10.000$ per chi riesce a finire il gioco nel minor tempo possibile). Propone comunque la stessa ricetta del primo capitolo, con qualche necessaria implementazione, ma senza novità trascendentali che fanno urlare al miracolo. I giocatori che per la prima volta decideranno di avvicinarsi a questo specifico “trial-and-error” lo vivranno probabilmente con tanta, troppa frustrazione a causa della mancanza di una curva di apprendimento adeguata ai neofiti. E probabilmente è davvero su questo che Ghostrunner 2 si concentra: è un gioco difficile, creato per la sua stessa fanbase hardcore.
Comunque sia, l’amore che One More Level prova per questo gioco traspira però da ogni livello di gioco. Esteticamente è un gioco davvero appagante per i fan dell’universo Cyberpunk, così come la colonna sonora meriterebbe una playlist Spotify a sé stante da ascoltare in auto, di notte, in viaggio.
VERSIONE TESTATA: PC
La recensione in breve
Ghostrunner 2 si presenta come il sequel ancora più difficile del predecessore. Un titolo pensato principalmente per i fan del primo capitolo, caratterizzato da combattimenti davvero complessi intricati ed adrenalinici. L'ambientazione di gioco è a dir poco meravigliosa, una gemma per gli appassionati del genere.
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Voto Game-Experience