Tom Clancy è diventato famoso, oltre che per svariati titoli come Splinter Cell, anche per The Division di cui si parla molto in questi giorni a causa dell’imminente uscita del seguito, prevista per il 15 marzo. The Division 2 è un titolo che diventa anche occasione per andare a riesumare tematiche e storie che non riguardano sempre mostri, alieni o demoni e magia. A farla da padrone sono difatti i guai provocati unicamente dall’uomo, per il solo fatto di essere mortale e fallibile – e a volte anche riscattabile, come ci fanno comprendere i componenti della Divisione. Dopo una breve panoramica sul gioco, che vi spiegherà benomale quello che serve sapere, passeremo ad approfondirne i temi e, perchè no, a consigliarvi qualcosa che riempi le vostre giornate prima dell’imminente arrivo di The Division 2.
Tom Clancy’s The Division (meglio conosciuto come The Division) è uno sparatutto tattico multigiocatore che si ambienta ai nostri giorni. E’ sviluppato dalla Massive Enternainment e pubblicato da Ubisoft.
La storia di The Division parte dal 2001, quando durante un’operazione nota come “Dark Winter” viene proposta una simulazione che valuti la risposta alle emergenze bioterroristiche negli Stati Uniti, con svariate ipotesi sul collasso delle Istituzioni sanitarie e governative, sui conseguenti disordini civili e sulle probabili morti incontrollate tra la popolazione. Il test va troppo oltre e tutta questa serie di eventi catastrofici si verificano effettivamente nel 2015, quando un virus che si propaga attraverso lo scambio di banconote e soldi (chiamato “Dollar Flu” a causa del vettore dell’infezione) circola durante il Black Friday, causando nel giro di un solo giorno una devastante epidemia a livello nazionale che coinvolge prima New York, e conseguentemente tutti i servizi di base che vengono improvvisamente a mancare. L’impossibilità di reperire acqua e cibo fanno immediatamente piombare la metropoli nel caos, alchè, per risolvere l’emergenza, viene chiamata una squadra speciale nota come “La Divisione”, composta di soggetti apparentemente normali che in realtà sono agenti speciali addestrati ad affrontare situazioni critiche per salvare l’ultimo brandello di società, operando sul campo in maniera autonoma. The Division parte da Manhatthan, epicentro del virus e dove gli effetti della Dullar Flu si sono manifestati con più violenza.
Il giocatore gioca un agente dalla Strategic Homeland Division (SHD) di New York e usa la terza persona e semplici meccaniche di copertura per esplorare e in seguito rendere sicure le varie zone della città, complici le missioni principali e quelle opzionali secondarie. Inoltre, ci si ritrova a lottare come tutti gli altri abitanti per ottenere munizioni e scorte, sia per sopravvivere che per effettuare gli ovvi upgrade del personaggio. The Division richiede una connessione online, ma si può giocare tanto in single player quanto in multigiocatore – fino a 4 partecipanti.
Tom Clancy’s The Division 2 segue il predecessore, sempre sviluppato da Massive Entertainment, aumentando il multigiocatore a 8 partecipanti e implementando, stando a quanto detto durante l’E3 del 2018, tre free-story driven DLC.
Gli eventi di The Division 2 prendono posto sette mesi dopo il catastrofico evento di contagio tramite il Dollar Flu, che ebbe luogo a New York in inverno. Il virus si è ora diffuso e Washington D.C. è sull’orlo del collasso. Nemmeno le personalità importanti evacuate durante l’inizio della pandemia sono più al sicuro, l’anarchia e le voci su un possibile colpo di stato nella Capitale sono solo l’inizio. Il caldo fatale aggiunge ulteriori problemi alle linee, che vengono tagliate. Dopo pochi giorni i sopravvissuti tentano di sviluppare delle comunità armate, mente i criminali creano le loro frange e invadono i quartieri per controllarli e ricavarne materiali. Fazioni come i True Sons – un gruppo di paramilitari supportati da un ex ufficiale della JTF – , le Iene – banda disorganizzata di sciacalli violenti -, i Reietti – superstiti della malattia, contagiosi e vendicativi – e i Black Tusk – la Black Mesa di The Division – si spartiscono il controllo della città. L’unica speranza di uscirne, per Washington, è attivare la Divisione locale di agenti che uniti alla milizia cercheranno di riappropriarsi della capitale. Vedremo come e quanto sarà semplice affrontare stavolta bande di nemici sempre più agguerriti, che hanno tutta l’intenzione di uccidere gli agenti della Divisione per un tozzo di pane o peggio, perchè il caos gli piace, ma nel frattempo è meglio non rimanere impreparati sull’argomento: ecco tre film da vedere per immergersi meglio nella storia di The Division 2.
Contagion
Ci sono piccoli capolavori che non riguardano il sovrannaturale, seguendo il filone narrativo di The Division che ci riporta alla dimensione umana, dove ogni catastrofe ed errore può essere uno sfacelo collettivo. Ne è un esempio Contagion, non proprio un horror nel vero senso del termine. Il film difatti gioca molto più sull’ansia e sulla distanza, addentrandosi in un mondo dove alla paura di rimanere soli si unisce un denso terrore dei rapporti sociali e fisici: tutto per evitare un fatale virus, nella speranza di una cura o un vaccino. Il paragone si ferma qua, ovviamente: non esiste una Divisione che salvi la situazione ma solo tante piccole solitarie esistenze in attesa, dal truffatore vendicativo che si riscatta su quella che era la sua ex-capa al padre protagonista, rimasto con l’unica figlia. L’impossibilità di raggiungere i propri familiari, la mancanza del contatto fisico di cui tutti noi abbiamo a volte bisogno – che sia una carezza, un abbraccio, una stretta di mano, un bacio – fanno di questo film un vero e proprio concentrato d’ansia. Il piede giusto con cui iniziare!
L’Esercito delle Dodici Scimmie
Sarà obsoleto, ma riprende da vicino The Division anche il vecchio L’Esercito delle 12 scimmie (non la nota serie televisiva), dove un Bruce Willis spedito dal futuro al passato per evitare un virus che sterminerà il 90% della popolazione mondiale non può impedirsi, però, di incappare nella profondità dell’idiozia umana. Il film si concentra sia sulla situazione generale, in attesa dell’evento che scatenerà l’inferno, sia sui singoli personaggi e la psicologia di ognuno: il figlio animalista di un magnate, un tecnico di laboratorio che considera la vita fallimentare e vuole riscatto e l’unica donna che crede all’uomo comparso dal futuro in un circolo di amore-odio, la psicologa che lo vede sparire e riapparire a distanza di anni e che sarà nei suoi sogni per sempre.
Equilibrium
L’umanità che si autoinfligge una condanna all’insensibilità è la più dura e inquietante da comprendere e sopportare, come viene ricordato più spesso che volentieri da The Division. Equilibrium, che parla sempre di futuri inquietanti e verosimili e di sentimenti reputati peccaminosi e squilibranti da regimi insostenibili, si regge su questa premessa: protagonista di questa oramai datata pellicola è un giovanissimo Christian Bale nei panni di Preston, un Cleric (una sorta di polizia segreta monastica) del Tetragrammaton addestrato alle discipline di combattimento che preserva l’ordine della città-stato di Libria. E’ il 2027 e dopo uno spaventoso conflitto nucleare che ha quasi sterminato la razza umana, l’Ordine del Tetragrammaton si propone di preservare la specie e la stabilità drogando i suoi cittadini di Prozium e sradicando così da loro ogni sentimento. Anche gli oggetti che li provocano sono banditi, bruciati e condannati – musica, libri, giochi ed ogni tipo di divertimento od unione non seriale ed organizzata – così come chi va contro il regime, che condanna a pena di morte i disertori. La realtà è il vero virus di questo film, che spinge per entrare da ogni foro, angolo o spazio concesso e contagia, volontariamente o meno, chi ne viene a contatto. Così anche Preston, prima o poi, ne viene coinvolto dovendo scegliere: libertà al posto della giustizia o viceversa?